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Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 01/02/2015, a pag.17, con il titolo "Israele e le colonie che irritano gli americani", la cronaca di Davide Frattini, che riporta sia le opinioni critiche che le posizioni del governo israeliano.
Gli attivisti di Pace Adesso li chiamano «Saldi prima delle elezioni». Per la Casa Bianca e la Farnesina rappresentano una decisione sbagliata. Per i palestinesi sono ."mosse criminali" Il ministero dell'Edilizia ll definisce «un provvedimento tecnico». Il governo israeliano ha reso pubblici i bandi per la costruzione di 450 nuovi alloggi in Cisgiordania. Da mesi il premier Benjamin Netanyahu aveva adottate senza proclamarla — la strategia di evitare espansioni nelle colonie per non irritare gli americani. Adesso — lo accusano gli avversari politici — avrebbe ceduto alla tentazione di garantirsi i voti della destra oltranzista. Le aree scelte sono quelle più simboliche per i coloni: i sobborghi attorno alla città palestinese di Hebron, un insediamento vicino a Migron (l'avamposto che i giudici hanno imposto di evacuare perché sviluppato su terra privata araba), I quartieri nella parte est di Gerusalemme. Washington avverte che i progetti isoleranno ancora di più Israele nella comunità internazionale»: «Siamo motto preoccupati, contribuiranno a infiammare una situazione già tesa con i palestinesi», commenta Josh Earnest, il portavoce della Casa Bianca. Il ministero degli Esteri italiano chiede di rivedere la decisione perché «complica ulteriormente gli sforzi per il rilancio dei negoziati tra le parti e appare incompatibile con la volontà, più volte ribadita dal governo israeliano, di giungere a una pace basata sulla soluzione dei due Stati». I funzionari israeliani del ministero per l'Edilizia — guidato da Uri Ariel, tra i leader del partito dei coloni — spiegano che i bandi non sono nuovi ma «il rilancio di offerte per licenze che in passato nessun costruttore aveva accettato». La decisione è criticata anche dal centro-destra. Michael Oren, storico ed ex ambasciatore negli Stall Uniti, accusa Benjamin Netanyahn di incrinare (ancora di più) le relazioni diplomatiche con gli americani. «Piuttosto costruiamo nel Golan come risposta agli attacchi di questi giorni», proclama. Le alture — conquistate da Israele nel 1967 e annesse nel 1961— sono diventate il nuovo fronte. Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante. lettere@corriere.it |
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