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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Storia
Dall'Italia al Brasile: 1938, in fuga dalle leggi razziali
Carla Mondolfo Mieli racconta la sua vita
 Pubblichiamo di seguito la storia della propria vita scritta da Carla Mondolfo Mieli, esule dall'Italia in Brasile per le leggi razziali.
Un testo toccante e un documento  di grande importanza storica e umana.


Il mio nome é Carla Mondolfo Mieli,sono nata a Livorno il 15 Febbraio 1926 .I miei genitori erano Alfredo e Ada Del Vecchio Mondolfo,avevo un fratello,Amedeo(lo chiamavamo Dedo che a Livorno é il diminutivo di Amedeo) nato nel 1929

 Avevamo una vita molto buona,i miei nonni paterni avevano un bel palazzetto,che per me era un sogno. Abitavamo in un bell´appartamento con tutte le comoditá,io peró stavo molto con la mia nonna Amelia, é stato con lei che ho  imparato cose che fanno ancora parte della mia vita.

Nonna Amelia era religiosa,non casher,ma teneva molto alle tradizioni, m`insegnava,senza che me ne accorgessi,il significato di ogni festa ebraica,andavo a pranzo da lei tutti i giorni,e tornavo a casa verso le 4 del pomeriggio,quando lei andava in magazzino da nonno a supervisionare la spedizione della merce.

Nonno aveva con Papá mio e zio Carlo un´importante magazzino all´ingrosso,di biancheria per casa,che distribuiva in molte cittá d´Italia .Avevano cominciato da  giovani e avevano lottato molto per arrivare a raggiungere la mete che si erano proposti.

Avevo anche una zia,zia Sara, che era sposata ,aveva 2 figli e stava a Bologna,venivano a Livorno nelle vacanze scolastiche Io ero molto affezionata a tutti e poi ero l´unica nipote donna.

 Frequentavo le scuole pubbliche, non sapevo neppure se c´erano scuole private,oltre a ció ero Piccola Italiana e ero giá Capo Squadra, era una cosa normale,perché il mio babbo era fascista , squadrista del 1921,prima ancora della Marcia su Roma. Dedo era Figlio della Lupa.

Nelle vacanze estive andavamo per lo meno 15 giorni,in Ancona dove abitavano i genitori e la famiglia di mamma ,avevano un appartamento in Piazza  Cavour, con una grande terrazza , mi amavano molto, ma io stavo bene a Livorno,avevo le mie compagne

E poi si andava al mare, c´erano stabilimenti balneari, noi andavamo a Pancaldi. Papá, fin da piccina, mi aveva insegnato a nuotare e mi divertivo molto. Ero una bimba coccolata e felice !

Per le feste ebraiche andavamo al Tempio e per ogni festa c´erano ricette tradizionali e nonna mi chiamava per aiutarla e m´insegnava a fare come lei faceva, e mi spiegava il perchè e io mi sentivo importante perché lei mi diceva sempre :”quando avrai la tua casa, dopo sposata, dovrai fare così, dovrai insegnare alle tue figlie e alle tue nipoti perché questo é il Compito di una donna ebrea, mantenere le Tradizioni.

Ho finito le scuole elementari e sono stata ammessa alle Magistrali,ero un anno avanti perché avevo fatto il primo annoelementare con una maestra particolare a sei anni.

Tutti i sabati avevamo l´adunata allo Stadio Edda Ciano Mussolini. Si praticava sport e ci si divertiva molto .Ci davano spiegazioni di cosa significava essere fascisti..A 10 anni le Piccole Italiane erano chiamate a fare il “giuramento” che ricordo ancora.

“Nel nome di D´o e della Patria giuro di seguire gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze e se necessário col mio sangue, la causa della rivoluzione fascista”

Ma chi prevede il futuro? Il mio nonno ,che non é stato mai fascista, quando ci vedeva tutti in uniforme,ci guardava,come se sentisse una grande compassione e diceva ad alta voce “Mi fate pena,io sono massone!”E nonna gli diceva “Tu vai a finire al confine!”e correva a chiudere le finestre. Io non capivo bene ma sentivo che qualcosa era sbagliato, perché per me ,nonno era l´intelligenza massima....

A metá del 1937  nonna fece venire la signora Cammeo, una maesstra di ebraico, perché nel 1938 avrei compiuto 12 anni e dovevo prepararmi per il Bat-Mitzvah  

Eravamo 10 bimbe o forse piú , e abbiamo avuto assieme, gli insegnamenti dal Rabbino Alfredo Toaff  che ci ha preparato al  Bat-Mitzvah., la maggioritá religiosa.

Nonna fece un bel pranzo per festeggiare, invitai le mie amiche, anche alcune che non erano ebree, insomma tutto quello che desideravo. Regali dei parenti  di Milano dove avevo i miei bisnonni e zii di mamma e altri parenti che stavano in altre cittá, che non conoscevo bene, ma per tutti era una festa importante.

Poi  cominciammo a sentire discorsi di quello che stava succedendo in Germania, poco e discretamente, sulla differenza di razza e la supremazia della razza ariana, e che gli ebrei erano discriminati, ma in realtá pareva che Mussolini non approvasse per niente, anzi, molti ebrei tedeschi si erono rifugiati in Italia.

Ma, una sera, il 18 Ottobre, quando stavo andando con mamma, a prendere papá in magazzino, abbiamo visto molta gente ferma in un chiosco di giornali, era l´ingrandimento della prima pagina dove c´era scritto:”Leggi Razziali in Italia”.

Pareva impossibile, ma fu cosí che cominció l´incubo.

Nessuno poteva crederlo, é stata una cosa che nessuno immaginava, come sarebbe andata a finire.Papá diceva che lui era fascista del 21 e che a noi non poteva accadere nulla che cambiasse in qualcosa la nostra vita.  Invece, non potemmo più ritornare a scuola,  avere persone di servizio ariane, i professori furono mandati via dalle scuole, i libri di autori ebrei non potevano essere venduti, anche  dalle antologie gli scrittori ebrei furono  sostituiti con  altri….  ariani. Tutto finito !

Nonna mi consolava:“Stai tranquilla, andrá tutto bene”, ma, quando la guardavo notavo i segni delle lacrime sul suo viso, e mi veniva un nodo alla gola, lei, che era una persona forte, era diventata cosí fragile.

 Le donne di servizio non sono andate via perché erano da molti anni in famiglia e, quando le hanno ammonite perchè lasciassero il lavoro, hanno risposto che non avevano un altro posto dove andare e che si consideravano persone della famiglia. Ma non fu cosí per tutti .

Intanto stavano per cominciare le scuole e ricordo che il  Rabino Toaff riunì le persone attive della Comunitá e ciascuno contribuì come poteva .Venne affittata una casa grande, mi pare, in Via Montebello, dove venne istituito  il Ginnasio Ebraico, con i professori che erano stati mandati via dalle scuole pubbliche.

Comparve il giornale “ Difesa della Razza “, ricordo che c`era il profilo di un negro, il profilo di un ebreo con il naso adunco, e il profilo di un ariano, uno vicino all´altro, ogni  settimana, di un colore differente .

Le mie compagne, tanto amiche prima, ora mi evitavano.  Ricordo che mio fratello un giorno, giocando a palla nel cortile dello stabile con un bimbo, sentì che la madre lo chiamava dalla finestra :”Aldo, Aldo, non giocare con quell´ebreo !

Era il cerchio che si chiudeva attorno a noi .

Venimmo a sapere di alcune famiglie che partivano per l’estero,,  papá e mamma cominciarono a pensare quello che sarebbe stato piú opportuno fare per noi.

Zio Carlo e zia Sara e famiglia, pure volevano partire, i miei nonni no, nonno diceva che aveva lottato tutta la sua vita per costruire quello che aveva e non voleva andar via, che sarebbe rimasto in Italia perché scommetteva che ci sarebbe stata una sommossa e avrebbero messo fuori Mussolini.

I miei nonni materni avevano altri due figli e stavano di casa con zio Alberto e non credevano che fosse il caso di allarmarsi tanto .

Papá e zio Carlo cominciarono a cercare dove si poteva andare in America, ma nessun paese accettava ebrei. Al Consolato del Brasile fummo informati che era possibile avere un visto turistico per sei mesi,  tramite un amico di papá ci venne fatto  il nome di un tal signor Mendes, che era ebreo e che avrebbe provveduto qui in Brasile a cambiare il visto provvisorio per definitivo.

Io non riuscivo a farmi una ragione, mi chiedevo il perché .Peró intuivo che non potevo dimostrare il mio stato d´animo a nessuno, erano tutti angustiati, tristi... 

Non mi sentivo bene, probabilmente psicologicamente; come potevo lasciare la mia nonna ? Nonno mi prendeva da parte e mi diceva:”tesoro mio, noi non possiamo stare senza di te, pensa a nonna, rimani con noi, andrai a studiare in Svizzera e verrai a passare le vacanze a casa, avrai una stanza da principessa,  oppure verremo noi da te.”

Io sarei rimasta senz’altro, ma nonna Amelia non voleva, diceva che dovevo seguire i miei genitori, perche non si sapeva come sarebbero andate le cose, che sarebbero rimasti ancora un pò e poi ci avrebbero raggiunti in Brasile.

Mi disperavo a vedere le sofferenze di tutti, ma non potevo fare nulla.

Intanto nelle strade vicino a casa nostra si vedevano  appartamenti di conoscenti con cartelli che annunciavano vendite all´asta con mobili e oggetti , c´era gente che entrava e usciva con pacchi ....era doloroso !

Ormai avevo 13 anni,capivo e sentivo ma cosa fare? Intorno a me c´era solo tristezza e preoccupazioni .Non cantavo piú .

Zio Carlo parti per primo perchè aveva la moglie incinta e, con un figlio nato in Brasile avrebbe avuto il visto definitivo subito. Era aprile. Zia Sara e famiglia dovevano partire in Agosto. In Maggio, arrivó il telegramma che era nato Claudio. Fui contenta che fosse un maschietto, perche continuavo ad essere l´unica nipote donna della famiglia, ma purtroppo pochi giorni dopo é arrivato un´altro telegrama dicendo che purtroppo zia Giulia era morta di una grave infezione (aveva 19 anni) a quel tempo non c´erano  ancora gli antibiotici e cosí zio Carlo era rimasto solo con un neonato. Eppure la Pro Mater era la miglior clínica di S. Paolo.

Con questo, per non lasciar solo zio Carlo, zia Sara e famiglia partirono per il Brasile in Giugno.

Papá e mamma  portarono via solo qualche oggetto d´argenteria, quello che era permesso, i libri e gli oggetti personali, i vestiti, poche gioie, quello che potevano. Io continuavo a frequentare il Ginnasio Ebraico e mi sentivo molto male per via dei miei nonni adorati, mi pareva di tradirli, ma le decisioni non erano nelle mie mani .

Nonna mi fece un corredo, di biancheria, vestiti, tutto quello quello che lei pensava che potesse lenire il dispiacere che provavo.  Ricordo che mi compró delle camicie da notte di seta, lunghe e ricamate e io pensavo: “ questi sono vestiti da ballo!”

A volte mi pareva impossibile di dover andare in un´altro paese, con una lingua differente, e nonna, e nonno?

Papá aveva fissato cabine nell´Augustus che partiva per il Brasile il 25 Agosto, siamo partiti per Genova qualche giorno prima; nonno é venuto con noi, nonna no, non poteva vederci andar via.

Ci siamo imbarcati, la nave doveva salpare verso sera, abbiamo visto le cabine e sarebbe stato perfetto se fosse stato un viaggio di piacere......ma oltre al cuore stretto che avevamo, é venuto un ordine di lasciare la nave, perche stava per scoppiare la guerra.

Noi ebrei non eravamo piú cittadini italiani, nel nostro certificato di nascita c´era un timbro grande con scritto “Razza Ebraica”.Allora papà e nonno cercarono come si potesse andar via e trovarono una nave spagnola “Cabo Sto.Antonio”, ci siamo imbarcati, lasciando il mio nonno che piangeva.  Abbiamo lasciato l`Italia che nel mio cuore non piú fascista, era ancora la mia Patria. Era il primo di Settembre 1939, il giorno in cui Hitler ha fatto invadere la Polonia ed é cominciata la seconda guerra mondiale. Sulla nave, per tutta la notte, hanno suonato  la”Polonaise”.

Io pensavo alla mia nonna e al mio nonno.

Il Cabo Sto.Antonio non era da paragonare all´Augustus, era una nave di rifugiati, la quasi totalitá ebrei di tutta l´Europa, polacchi, tedeschi, alcuni italiani; la nave si sarebbe  fermata a Santos per poi proseguire fino a Buenos Aires..

I posti erano limitati, perció hanno diviso le cabine per donne e per uomini Tutto molto scomodo, ma le persone che giá avevano sofferto discriminazioni, avevano speranza di giorni migliori e piú giusti .La nave si fermó in vari porti spagnoli, e abbiamo visto cosa era successo durante la guerra civile: devastazione e macerie.

Abbiamo passato Rosh Hashanà a bordo, c´erano alcuni ebrei religiosi che hanno letto le preghiere, ricordo è fu tutto molto  triste, il mio cuore era in Italia con i miei cari.

Siamo arrivati a Santos il 20 Settembre, c´erano ad aspettarci zia Sara e zio Carlo devastato dal dolore, siamo venuti a S.Paulo, dove ci aspettava una casa grande affittata per ospitarci tutti insieme.

I primi tempi nonno aveva trovato un mezzo di mandare soldi, ma poco dopo non fu piú possibile; quando siamo venuti via dall´Italia, non si poteva portare in soldi piú di mille lire per persona e papá era molto preoccupato.

Sono stati momenti molto difficili, papá lavorava anche con articoli che non conosceva, ma poco tempo dopo si mise a fare il rappresentate di stoffe e altre cose e cominció ad andare bene, anche se il suo portoghese non era molto buono, e tutti gli volevano bene perche é sempre stato un modello d´onestà e molto lavoratore.

Anche zio Carlo e il marito di zia Sara lavoravano bene e.cominció una vita piú tranquilla. Appena fu possibile ogni famiglia prese in affitto case separate, stavamo vicino e ci vedevamo spesso. A volte zio Carlo, quando zia Sara non poteva, mi chiedeva di andare a stare un pó con il bimbo, e mi piaceva, era un bel bimbo simpatico

Dall´Italia avevamo poche notizie, le navi non avevano un ritmo normale; a volte non si riceveva nulla e poi venivano 2 lettere assieme, senza dettagli, nonna ha avuto problemi agli occhi.ed é stata ricoverata a Pisa, una volta é arrivata una lettera solo per me e mi senti orgogliosissima.

Quando cominció l´anno scolastico si cominció ad andandare a scuola, al Dante Alighieri, perche non sapevamo la lingua, ma quando mamma presentó al Preside la Pagella del Ginnasio Ebraico lui la strappó dicendo che quello non era un documento valido, e con questo ho perso un anno. Immediatamente mi accorsi come era questa scuola, tutta la direzione era formata da italiani fascisti, quando ci si incontrava nei corridoi dovevamo fare il “saluto fascista e festeggiare il 28 Ottobre, la data della “marcia su Roma”,

Gli alunni sono stati riuniti nella Palestra e il Preside fece un discorso dicendo che questa guerra terribile scatenata dal Capitalismo Giudaico etc etc.Ci furono altri discorsi tutti nello stesso tono,  la guerra sarebbe finita  con la Vittoria della Germania.

Quando l´Italia entró in guerra ci fu l´intervento federale e mandarono via tutti i dirigenti della scuola che cambió anche di nome, si chiamò Visconde di San Leopoldo e venne un preside americano che non esigeva neppure la presenza, potevamo entrare e uscire dalla scuola, andare al cinema, una anarchia completa, allora i genitori si lamentarono e il preside venne sostituito da una direttrice molto buona “in medium virtus” e tutti si sentirono piú tranquilli.

Ho finito il Magistero e ho cominciato a studiare francese, lingua e letteratura, e inglese.

Notizie dall´Italia, nessuna, tutti eravamo in pensiero, angustiati, ma non si sapeva come fare, anche tutti i nostri conoscenti erano nella medesima situazione.

Il Brasile anche era in guerra e soldati brasiliani partirono per lottare con gli Alleati.

Si cominció a sentire che la Germania mandava ebrei in campi di concentramento, ma nessuno sapeva quello che stava succedendo.

In quest´epoca lavoravo in una istituzione ebraica che si chiamava Scudo Rosso di David che dopo la guerra si chiamó Wizo e chi lo dirigeva era Gemma Camerini, amica di famiglia. Lei ci dava la lana che riceveva in donazioni, e noi facevamo completi per bambini, scarpine e sciarpe che erano mandati in Europa tramite la Croce Rossa Internazionale per i bimbi ebrei. Poveri bimbi!

 Fino a 18 anni papá mi faceva vestire molto semplice e usare scarpe senza tacchi, per lui non ero diventata grande, ero ancora una bambina. Alcuni amici mi presentarono giovani israeliti e cominciai a frequentare il Circolo Israelita e la A.M.I che significava Associazione della Gioventú (Mocidade) Israelita, avevo diverse amiche,anche se in principio ero un pó discriminata perche non parlavo “yiddish”, da non credere! Io ero stata abituata a osservare lo Shabat e le nostre feste, digiunare a Yom Kipur, ma era difficile trovare qualcuno, che lo facesse . Ma per lo meno con i ragazzi mi trovavo bene e mi divertivo, sempre accompagnata da mio fratello che doveva sempre riferire a papá,

Nel 1943 e 1944 la guerra cominció ad andare bene per gli Alleati, e finalmente ricevemmo la lettera di un soldato americano che aveva mangiato la pastasciutta a casa di nonna dicendo che stavano bene, erano vivi! Fummo tutti felici !.

Si erano rifugiati in una cittadina dove prima nonna andava a fare la cura delle acque, Casciana, loro erono andati a Casciana Alta e erano molto benvoluti da tutti, nonno aveva fatto fare rifugi per tutti, e, quando abbiamo cominciato a ricevere loro lettere é stata una felicitá molto grande.

Intanto si cominció a sapere la tragedia immensa che era successa con gli ebrei europei, non posso descrivere cose che ora tutti sanno, ma pareva un incubo, che ancora oggi proviamo quando si pensa alla bestialitá dei nazifascisti.

Anche parenti nostri sono morti, un cugino di mamma fu ucciso perche era ammalato, un altro é morto in un vagone bestiame  che l´avrebbe portato in campo di concentramento. Un cugino di Firenze era per la strada con due amici, sono stati mitragliati alle spalle, uno zio di Ancona ha visto quando hanno portato la moglie nella camera di gas ed é impazzito .

Queste cose terribili sono successe e le future generazioni devono sapere, ricordare e  fare un giuramento,”Mai Piú”.

A volte é difficile far capire a questo ai giovani, ma anche se mi trovano terribilmente noiosa, questa é una storia che deve essere trasmessa di generazione in generazione.

Abbiamo avuto notizie della famiglia di mamma, i genitori erano stati nascosti da contadini,vestendosi e facendo i contadini anche loro, ma hanno avute molte paure, il fratello di mamma era stato nascosto in un villaggio di pescatori e poi é riuscito, con molti ebrei anconetani, a scappare in barca sino a Bari, dove c´erano giá gli Alleati, mentre la sorella di mamma é stata nascosta con la famiglia a Napoli La guerra ha fatto pagare a ognuno il suo prezzo.

Finalmente abbiamo avuto la grande notizia che nonna e nonno sarebbero arrivati, nonno ha venduto tutto, i magazzini e altri immobili, il palazzotto era servito ai gerarchi fascisti che, prima di andarsene, l´hanno  raso al suolo. Così é finito l´impero del mio adorato nonno, tanto orgoglioso di quello che era riuscito a costruire !

Papá stava lavorando bene e compró una bella villetta, messa bene con un bel giardino,dopo tanti tempi difficili é stata la ricompensa che si meritava. Era molto contento perche i suoi genitori avrebbero visto che era riuscito a farcela da solo.

Finalmente sono arrivati! Nonna Amelia era un pó invecchiata,Nonno Amedeo stava bene. Il sole era piú brillante, tante cose da dire, tanto da ricordare, un abbraccio della  nonna mi confortava, mi rendeva felice.......Zio Carlo aveva una governante tedesca per Claudio e preparó una stanza per i nonni, ma la veritá é che dopo la morte della moglie non fu mai piú come prima e, un pó per questo, un pó per la governante, i nonni, non si sentivano liberi e a loro agio perció, stavano la maggior parte del tempo da zio Carlo, ma poi andavano da zia Sara e venivano anche da noi .

In quegli anni  avevo giá avuto vari pretendenti ma nessuno mi era piaciuto veramente. Quando ebbi 18 anni conobbi un ragazzo che studiava al Politecnico e mi piaceva, andavamo al Circolo o alla A.M.I. A volte mi veniva a prendere al corso di francese e mi sentivo bene con lui, aveva punti di vista che combinavano con i miei e poi era alto con gli occhi azzurri.....credo  sia stato il mio primo amore. Ma  non era visto di buon occhio da mia madre, perchè  ci volevano quattro anni per la laurea , poi doveva trovar lavoro perché potessimo sposarci, queste erano pure le nostre previsioni,ma mamma diceva cha dopo i vent’ anni una ragazza perde la freschezza della gioventú e rimane zitella,  allora lo chiamó e gli disse che non aveva nulla contro di lui,ma che non mi cercasse piú .Allora cominciammo a vederci di nascosto (molto piú romantico),e, lui mi disse mi amava veramente e, non avrebbe rinunciato a me..

Il 15 febbraio del 1947 era il mio compleanno, il Carnevale non si poteva perdere, e,sempre con mio fratello, sono andata a ballare al Circolo.

Il mio compleanno, l´abbiamo festeggiato il 22 Febbraio questa data é molto importante nella mia vita, perche un ragazzo amico di mio fratello, portó con se un amico, che era arrivato dall´Italia nel dicembre 1946, e fu con lui che mi sposai .

Loris era venuto solo in Brasile e giá lavorava in una industria importante come segretario e traduttore del Conte Matarazzo, conosceva amici dei miei genitori, era ebreo italiano nato in Egitto  perchè il padre vi era stato mandato dalla Banca Credit Lionais, e in Egitto finirono per stabilirsi.

Era un bel ragazzo alto, bruno,molto simpatico, dopo due giorni venne di persona dopo il lavoro,  a quel tempo era molto difficile avere il telefono, e noi non l´avevamo, é stato molto gentile e prima di andar via, mi disse che se io ero d´accordo lui poteva fare conversazione di francese e inglese ,e io gli avrei insegnato nozioni di .portoghese..

“Sempre Signorina e Signori Mieli”!

Veniva quasi tutte le sere, a poco per volta ci si conosceva meglio,  ho potuto constatare che Loris era un ragazzo serio, con un ottimo carattere e ci siamo innamorati.

Ho lasciato indietro anche il futuro ingegnere,che credevo di amare tanto, ma per fortuna mi sono accorta che Loris era il vero amore e l´unico uomo della mia vita,

Ci siamo sposati il 30 Ottobre del 1947, siamo stati molto felici sempre per 45 anni.

Abbiamo avuto 2 figli: Magda e Maurizio.

Magda ha 4 figli,Moshe Amelia (il nome della mia nonna), Vanessa e Perla che vive a

Gerusalemme.

Maurizio ha solo una figlia, Gisele Rachel,

Amelia é sposata, il marito é olandese, abita in Olanda e ha due bimbi, Tali di 9 anni e Ariéh di 6 .

Moshe ha una deliziosa coppia di gemelli, Gabriella e Daniel di 3 anni.

E cosí ho presentato la famiglia!

Con Loris abbiamo viaggiato molto, é riuscito a farsi una buona posizione, perchè era intelligente eun gran lavoratore .  Purtroppo é morto e mi ha lassciato sola nel 1992.

Il sogno di Loris era andare a stabilirsi a Nathania in Israele, ma c´erano i figli i nipoti e non siamo andati.

Io ho lavorato sempre alla Wizo, e poi ho studiato e sono laureata in Psicopedagogia e Fonoaudiologia. Per 28 anni ho lavorato all´Ospedale Israelita Albert Einstein come volontaria, nella Pediatria Assistenziale.Per motivi di salute attuamente non sono molto attiva, ma se qualcuno ha bisogno di me sono sempre disponibile.

Questa è la storia della mia Vita.


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