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La Stampa-Il Foglio Rassegna Stampa
08.08.2017 Arafat e Toaff in un delibera a Roma che grida vergogna
Cronaca di Ariela Piattelli, editoriale del Foglio

Testata:La Stampa-Il Foglio
Autore: Ariela Piattelli-Editoriale del Foglio
Titolo: «Parco Arafat, Comunità ebraica contro la Raggi-No al Parco Arafat a Roma»

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Ruth Dureghello, Presidente Comunità ebraica Roma

Riprendiamo oggi, 08/08/2017 dalla STAMPA a pg.7 a dal FOGLIO a pag.3, due articoli sulla decisione della giunta romana guidata da Virginia Raggi di dedicare un parco a Yasser Arafat  e -nella stessa delibera - una targa sul Colle Oppio a Elio Toaff. La sola idea dei due nomi abbinati insieme nella delibera è intollerabile, come ha dichiarato con forza Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, parole che dovrebbero far tremare i polsi a qualsiasi sindaco. Hanno funzionato, la delibera è stata ritirata, non si capisce bene però se in via definitiva o temporanea. Una riconferma dello spessore culturale e umano dei 5Stelle.
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Dopo i due articoli, abbiamo fatto l'elenco dei quotidiani che oggi hanno ignorato la notizia (con un richiamo al quotidiano più diffuso)

La Stampa-Ariela Piattelli: "Parco Arafat, Comunità ebraica contro la Raggi"

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Yasser Arafat                 Virginia Raggi

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Ariela Piattelli                        Elio Toaff

Un oltraggio. «Una scelta offensiva e antistorica». Questo è il sentimento degli ebrei romani, trasmesso dalla presidente della comunità ebraica capitolina Ruth Dureghello in una durissima lettera inviata ieri alla sindaca Virginia Raggi, per la recente approvazione di una delibera, poi sospesa, della giunta grillina sull’intitolazione di un parco a Centocelle al leader dell’Olp Yasser Arafat «Proprio nel momento - si legge nella missiva - in cui l’Europa è vittima di una serie di attentati terroristici di matrice islamista. Arafat del terrorismo odierno è stato il precursore, se non l’ideatore, e il premio Nobel per la Pace da lui ricevuto non è altro che il primo dei tanti premi Nobel assegnati con “dubbio merito”». Ad aggravare «la riabilitazione postuma e non meritata» del «mandante morale» dell’attentato antisemita alla Sinagoga del 9 ottobre 1982 in cui morì il bambino romano Stefano Gaj Tachè, c’è il fatto che nella stessa delibera si approvava la titolazione di un largo sul Colle Oppio al Rabbino Capo Emerito Elio Toaff, guida dell’ebraismo italiano per oltre 50 anni. L’accostamento dei due nomi è per gli ebrei romani «un’offesa alla memoria». «Non avremmo mai accettato in silenzio la titolazione di una via o di un parco della nostra città a Yasser Arafat – spiega il vicepresidente della comunità ebraica di Roma Ruben Della Rocca -. E l’accostamento nella delibera del suo nome a quello del Rabbino Toaff, guida dell’ebraismo italiano, ci è sembrato davvero oltraggioso». Ieri, in serata, è poi arrivato, con una telefonata e poi una lettera della Sindaca a Dureghello, la marcia indietro del Campidoglio. La delibera è sospesa. «Dedicare una piazza a Elio Toaff – scrive Raggi- è un nutrimento della memoria collettiva, nonché espressione dell’immenso rispetto e senso di gratitudine che la città prova nei confronti della sua persona» perciò «abbiamo deciso di rinviare». «La Sindaca mi ha assicurato che provvederanno alla titolazione di una via dedicata ad Elio Toaff – commenta Dureghello -, il nostro rabbino di cui la memoria e il suo valore è insindacabile per la nostra città. Spero che le prossime volte saremo consultati. Apprezzo il gesto della Sindaca, ma non si può calpestare la storia soprattutto quando se ne vuole ricostruire la memoria».

Il Foglio-Editoriale: "  No al Parco Arafat a Roma "

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Arafat con la sua ammiratrice, una giovane Federica Mogherini, ma che sapeva già da che parte stare

Un parco per Yasser Arafat e una piazza per Elio Toaff. Lo ha stabilito l'Amministrazione di Virginia Raggi, che intende celebrare il leader palestinese e il rabbino capo, il primo con un parco a Centocelle e il secondo con uno slargo di Colle Oppio. Benemerita la decisione di omaggiare l'ex leader spirituale dell'ebraismo italiano. Pessima quella di intitolare un parco di Roma al leader di Fatah, il capo dell'Autonomia palestinese, l'uomo che auspicava "un milione di shahid" per conquistare Gerusalemme, che orchestrava Intifade assassine e che poi sedeva all'Onu a trattare con tutti i leader mondiali, dopo aver vinto in maniera ipocrita un Nobel per la Pace. Nei primi anni Ottanta, Toaff attaccò il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, per aver ricevuto Arafat nella sua prima visita in Italia, mentre il presidente del Consiglio Giovanni Spadolini si rifiutava di incontrare il leader dell'Olp, e i segretari di Dc, Pci e Psi accoglievano il leader palestinese con gli onori di un capo di governo. All'epoca Arafat e i suoi seguaci avevano versato il sangue di molti ebrei, in Europa come in medio oriente, compreso l'attacco al ghetto di Roma. Le sue azioni avevano inorridito il mondo e Arafat arrivò in Italia in cerca della pubblicità in un momento in cui l'Olp perseguiva la distruzione di Israele. Nel 1982 Arafat non era né un premio Nobel per la Pace né un "presidente". Era semplicemente un terrorista e Toaff lo sapeva. Devono ricordarselo anche i grillini che governano a Roma. Che Arafat ha lasciato una eredità tragica, per i palestinesi come per Israele.

NON ne hanno scritto nemmeno una riga:

AVVENIRE
IL GIORNALE
NAZIONE,CARLINO, GIORNO
IL FATTO quotidiano
IL MANIFESTO
IL MATTINO
L'OSSERVATORE ROMANO
IL SECOLO XIX

5 righe sul CORRIERE della SERA, come dire nulla, se consideriamo che è il quotidiano nazionale a maggiore diffusione.

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