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Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 13/07/2010, a pag. 19, l'articolo di Davide Frattini dal titolo " Assalto alla flottiglia, Israele ammette 'errori' ma assolve i soldati ", preceduto dal nostro commento. Pubblichiamo il lancio ANSA dal titolo " Germania: vietata attività ONG, troppo vicina ad Hamas ". Ecco i due pezzi: CORRIERE della SERA - Davide Frattini : " Assalto alla flottiglia, Israele ammette 'errori' ma assolve i soldati " Un articolo sostanzialmente corretto, peccato per la frase : "La prima inchiesta sull’abbordaggio all’alba del 31 maggio, su quella sparatoria e i nove morti turchi rimasti sul ponte della Mavi Marmara esprime nelle pagine del dossier quello che in Israele pensano in molti.". Leggendola sembra che Israele abbia attaccato senza alcun motivo una nave con a bordo persone di nazionalità turca in viaggio di piacere. La Mavi Marmara aveva a bordo terroristi che volevano forzare il blocco navale imposto a Gaza per raggiungere Hamas e fornire armi contro Israele. GERUSALEMME— Comandanti (senza nomi e cognomi) da rimproverare, i soldati da elogiare. La prima inchiesta sull’abbordaggio all’alba del 31 maggio, su quella sparatoria e i nove morti turchi rimasti sul ponte della Mavi Marmara esprime nelle pagine del dossier quello che in Israele pensano in molti. Gli incursori della Shayetet 13 si sono trovati a fronteggiare una situazione inaspettata («per i buchi dell’intelligence») e «hanno agito come dovevano, con efficienza e velocità nell’evacuare i feriti», commenta Giora Eiland, il generale della riserva che ha guidato il comitato di saggi nell’indagine interna voluta da Gabi Ashkenazi, il capo di Stato Maggiore. «Se a bordo ci sono decine di persone che impugnano armi bianche, pronte a uccidere e a essere uccise, non possiamo garantire che non vengano ammazzate». Non sono le scuse che si aspetta il governo turco ed è un avvertimento alla nave libica che dovrebbe raggiungere la Striscia di Gaza oggi. Sull’imbarcazione — scrive al-Sharq al-Awsat, quotidiano arabo pubblicato a Londra — vorrebbe salire Seif al-Islam Gheddafi, che con la sua fondazione ha sponsorizzato il viaggio e il carico per i palestinesi. Per ora, sarebbe stato fermato dai libici che hanno vietato i voli privati per impedire al figlio del leader di partire ed evitargli i rischi di un raid israeliano. Il generale— è stato anche consigliere per la scurezza nazionale di Ariel Sharon — dice di «aver tirato un sospiro di sollievo» (e con lui gli ufficiali che rischiavano il posto), perché «non ho rilevato colpe o negligenze. Errori sì». I comandi della Marina hanno sbagliato nel sottostimare la reazione degli attivisti turchi che cercavano di raggiungere Gaza con un carico di aiuti e non hanno collaborato abbastanza con il Mossad per ottenere informazioni sulla Freedom Flotilla. Eiland e il comitato appoggiano invece la decisione di abbordare la nave con i commando: non ci sarebbe stato altro modo per fermarla, senza rischiare di affondarla. Un’altra commissione, nominata da Benjamin Netanyahu, ha cominciato in questi giorni le sue indagini e il presidente Jacob Turkel sta cercando di estendere il mandato (limitato) concesso dal governo. Con una petizione alla Corte Suprema, i cinque saggi vogliono ottenere il via libera alla convocazione di testimoni e così dotare di artigli un gruppo di lavoro che era stato pianificato solo per dare indicazioni e non giudicare (o minacciare). «Turkel ha affondato i piani di Netanyahu ed Ehud Barak, il ministro della Difesa, — scrive su Haaretz l’analista Amos Harel— per ridurre i danni collaterali del fiasco di fine maggio. La commissione avrebbe dovuto valutare se il raid si era svolto secondo le leggi internazionali e se i soldati avevano fatto un uso proporzionato della forza. Un dibattito tra accademici. Adesso potrebbe anche arrivare a valutare l’operato del governo». ANSA - " Germania: vietata attività ONG, troppo vicina ad Hamas "
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