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Il Giornale Rassegna Stampa
27.11.2016 L'intifada del fuoco che sta bruciando la terra di Israele
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 27 novembre 2016
Pagina: 13
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «L'intifada del fuoco che sta bruciando la terra di Israele»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 27/11/2016, a pag.13, con il titolo "L'intifada del fuoco che sta bruciando la terra di Israele", il commento di Fiamma Nirenstein.

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Fiamma Nirenstein

Israele brucia da cinque giorni, dal nord al sud le piante meravigliose coltivate nella terra sassosa che da secoli non aveva conosciuto foreste e prati sono ridotte in cenere, fuggono gli animali dei boschi, decine di migliaia di persone sono profughi, grandi città come Haifa vengono evacuate, cittadine storiche come Zicron Iaacov conoscono distruzioni di massa, alcuni villaggi della Giudea e della Samaria sono scheletri… La gente piange mentre l'enorme solidarietà li cura e li ospita, non crede all'apocalisse che vive mentre i corpi dell'Esercito, dei Vigili del Fuoco, della Polizia insieme circoscrivono, salvano, spengono. Gli aerei carichi d'acqua sorvolano il Paese mentre in cielo si alzano colonne di fumo nero, decine di feriti affollano gli ospedali. Ad Haifa 700 case sono bruciate, vicino a Gerusalemme il "super tank" americano appena arrivato rovescia quantitativi superbi di acqua, si alzano gli aerei francesi e italiani, gli elicotteri egiziani, gli uomini inviati da Creta, dalla Giordania, e persino dall'Autorità Palestinese. E' con particolare enfasi che i 44 pompieri palestinesi sono stati mostrati sui media israeliani mentre prestano generosamente la loro opera. Purtroppo , anche se questa presenza ha certo un valore, non ci si può davvero sottrarre all'impressione che si sia di fronte a una spaventevole nuova "eshtifada", da "esh" che in ebraico vuol dire fuoco. Gli arrestati mentre appiccavano il fuoco con bottiglie molotov, benzina e altri mezzi sono già 23 e 30 gli indagati; li hanno scoperti dal Monte Carmelo alla zona di Benjamin a nord est di Gerusalemme al Gush Etzion, a sud est. Il vento forte di questi giorni ha alimentato il fuoco e le fantasie sui social network a dar fuoco a Israele, meglio dei terroristi suicidi e dei coltelli: "Allah aggiungi benzina finché non arrivi la loro fine" dice uno da Gaza. "Israele brucia" è il più popolare account del mondo arabo: "Voglio respirare l'odore di barbecue dei sionisti" dice un'altro. Il governo, i media sono cautissimi, dicono che molti incendi sono casuali, ma questo non toglie nulla al pericolo di una nuova forma di terrorismo di mass a, il fuoco è casuale. Esso si diffonde come vuole e brucia. Anche un camion lanciato all'impazzata sulla passeggiata di Nizza non calcola quante, quali vittime farà. Un fiammifero, un falò, un bosco, un villaggio, una città... Israele brucia casualmente. Forse tutta Israele. Questa può essere l'idea che adesso si aggira nelle menti terroriste del Medio Oriente, quelle anti Israele, e quelle che semplicemente odiano gli occidentali: terrorismo di massa col fuoco. In parte volontaria, in parte casuale, sempre selvaggio e terrificante.

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