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Il Giornale Rassegna Stampa
25.11.2016 Trump: per i suoi avversari l'America ha sempre la Kappa
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 25 novembre 2016
Pagina: 13
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «I collaboratori di Trump? Tutti mostri»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 25/11/2016, a pag.13, con il titolo "I collaboratori di Trump? Tutti mostri", il commento di Fiamma Nirenstein.

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Fiamma Nirenstein

Che magnifica sensazione immergersi nelle familiari acque dell'anti-americanismo, potere immaginare che alla Casa Bianca siede il capo di una cospirazione mondiale anti Terzo Mondo, antidonne, antigay, antisemita, antipersone perbene. E' accaduto con Reagan, è accaduto con i due Bush, ma anche i democratici americani, co mpreso Kennedy antisovietico, compreso Clinton emissario del sionismo internazionale, Lyndon Johnson da "presidente dei diritti civili" divenuto il guerrafondaio del Vietnam… Quasi non c'è stato fino ad Obama presidente cui non si sia appiccicata l'etichetta di imperialista, di sostenitore di un'egemonia economica spietata. Obama è piaciuto agli europei alle minoranze etniche, all'UE, a molti musulmani, ma meno agli americani che non gli hanno concesso il regale privilegio di una successione programmata. E questo sgarro disturba le regole del progressismo. Turba un modo di essere, di parlare, di formulare i propri pensieri che, violato, criminalizza il rivale fino all'isteria e alla violenza. Nelle manifestazioni post-elezioni la legittimità democratica è stata rinnegata dai democratici. Che Trump sia "SIX HIRB" ovvero Sessista, Intollerante, Xenofobico, Homofobico, Islamofobico, Razzista, Bigotto come ha sintetizza to l'opinionista Dennis Prager... Ormai lo sappiamo da tutti i giornali, da tutte le reti televisive. Semmai poi gli articoli del Corriere, di Repubblica, del Fatto Quotidiano, di Le Monde, del New York Times, Guardian eccetera, dicono alla fine che Trump non farà poi tutte quelle cose terribili: forse non odierà istituzionalmente le donne, dato che ne ha già messe due nel suo gabinetto (Nikki Haley, di discendenza indiana, e Betsy DeVos)… E forse, come ha annunciato, non costruirà il muro (già in parte esistente) con la frontiera messicana; e pazzoide e autoritario com'è, sta discutendo la possibilità di dare a uno dei suoi più duri critici, Mitt Romney, il ruolo di segretario di Stato. Ma che importa. Il governo Trump sarà il coacervo di male assoluto che ha sempre caratterizzato l'America. Persino politici come Mogherini e il presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz proditoriamente si sono lasciati andare a dire che chiunque sia eletto, vabbé, comunque l'Americ a è importante e bisogna averci a che fare. Il panico è comprensibile dato che la stampa disegna Trump come emanazioni del male assoluto. La scelta di Michael Flynn per la Sicurezza Nazionale, di Jeff Sessions per la Giustizia e di Mike Pompeo per la Cia, ha disegnato sui giornali una crisi isterica di destra: Flynn per quanto certo non uno zuccherino (mica tutti lo devono essere!) è un generale che si è distinto nella lotta contro il terrorismo, ne ha smantellato le reti in Afghanistan, che anche Obama aveva prescelto, ma per il Corriere diventa uno che è piaciuto a Trump proprio "per la sua mancanza di equilibrio". Il crimine è una twittata in cui definiva "razionale" aver paura del mondo musulmano. Un vero mostro. E Pompeo, che viene descritto per la verità anche come "acuto, brillante, silenzioso, membro da anni del Comitato di intelligence del Congress, vede, ma come si può!, l'accordo con l'Iran come un vero errore , e giustifica "tecniche non convenzionali" negli interrogatori pensando che sia giusto mantenere Guantanamo, che per altro anche Obama ha stentato lungamente a smantellare. E Sessions, che negli anni '80 si vide bocciare quando Reagan lo nominò giudice federale, e dopo trent'anni, poveretto, è ancora "accusato di razzismo e ostile ai clandestini", dice il titolo del Corriere anche se lui smentisce. Altro caso è quello di Steve Bannon, ora capo-stratega della Casa Bianca, che a capo del sito Breitbart, di destra, è ormai un antisemita patentato perché la moglie divorziata l'ha denunciata "non mando le bambine a scuola con gli ebrei" avrebbe detto. Ma lui, se si cerca, non ha mai scritto ne detto una parola antisemita. E vero, sì, che i suoi lettori ne hanno scritte sul suo sito. Ma non si è responsabili per tutto quello che dicono i nostri: altrimenti che dire di Obama, che seguiva i sermoni antisemiti del pastore Jeremiah Wright, da cui si fece anche celebrare il matri monio, lo mise nell'American Religious Leadership Commitee? Nessuno ha mai accusato Obama di essere amico antisemita per questo. Perché Obama era l'America che piace alla gente per bene, e invece Bannon e Trump sono là per dimostrare che l'America è ha sempre la K.

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