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Il Giornale Rassegna Stampa
10.02.2016 Hamas si prepara alla prossima guerra. Ecco come
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 10 febbraio 2016
Pagina: 14
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Hamas cura a Gaza i terroristi feriti dello Stato Islamico»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 10/02/2016, a pag. 14, con il titolo "Hamas cura a Gaza i terroristi feriti dello Stato Islamico", l'analisi di Fiamma Nirenstein.

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Fiamma Nirenstein

Hamas e Fatah da domenica scorsa, con quale sponsor se non con l'aiuto del Qatar che è da sempre il protettore di tutte le tendenze più estreme del mondo arabo, cercano di nuovo l'unità in colloqui che si tengono a Doha. Un'unità in cui ci si deve accordare sui finanziamenti, sulla leadership, sugli organismi burocratici, ma che pur esprimendosi in tanti modi diversi, alla fine porta il segno del terrorismo e dell'odio antisraeliano. È di queste ore la notizia che Hamas accoglie i terroristi di Isis a casa sua a Gaza per sottoporli, nei suoi ospedali, alle cure mediche di cui necessitano. I guerrieri più feroci del mondo vengono introdotti nella Striscia in cambio di denaro, di armi, di beni vari, provengono naturalmente dal Sinai attraverso i tunnel costruiti da Hamas lungo il suo confine, e vengono condotti poi all'ospedale Nasser nella città di Khan Yunis.

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Terroristi di Hamas in un tunnel

La notizia l'ha data, sulla base di fonti arabe, il generale israeliano Yoav Mordechai. Che l'Isis si annidi a Gaza, territorio di estremismo sunnita, è piuttosto naturale, ed è già stato notato. Ma ancora di più lo è che Hamas si presti volentieri a dare aiuto all'organizzazione dei tagliagole dopo che l'Egitto ha rotto qualsiasi rapporto amichevole. Non si tratta di un'inimicizia che si esprime a parole: l'Egitto ha distrutto a decine i tunnel che da Gaza portano nel suo territorio in Sinai, inondandoli o facendoli esplodere. Il portale arabo Elaph ha scritto persino che l'Egitto utilizza le foto dei droni israeliani per identificare e demolire i tunnel. Le gallerie sotterranee, vere retrovie del terrore, spesso anche casematte e rifugi, sono la perla della strategia di Hamas, il suo modo di rifornirsi di beni, di denaro, di armi, di portare in territorio israeliano attacchi terroristici. La loro costruzione procede ogni giorno. Ultimamente una serie di crolli hanno ucciso i giovani palestinesi che scavano e murano i passaggi sotterranei: l'ultimo morto, lunedì scorso, aveva 24 anni.

Hamas ha celebrato le vittime dei tunnel come eroi e martiri. Oltre le parole, queste vicende segnalano una febbrile attività unita a difficoltà strategiche ed economiche che ormai assediano Hamas da tempo e lo spingono a cercare di nuovo l'alleanza con Fatah. In Israele il capo di stato maggiore generale Eisenkot fa sapere che l'esercito si sta dotando di nuovi mezzi per identificare e colpire i tunnel. È di domenica la chiamata di Hamas a servirsi degli attacchi suicidi per colpire Israele: con un video musicale, Hamas loda i terroristi di fronte a un autobus in fiamme: è l'autobus verde e bianco della Egged, la compagnia israeliana, e dice «L'Intifada non è Intifada se l'autobus non vola in pezzi». La memoria corre immediatamente alla seconda Intifada, con i tanti autobus esplosi fra il 2001 e il 2005. Il clip di sei minuti mostra anche un terrorista di Hamas che sale sull'autobus.La stretta di Hamas si è vista due giorni fa anche nell'esecuzione di uno dei suoi capi militari, Mahmoud Eshtawi, responsabile dei tunnel: «Le brigate Al Qassam (il braccio militare di Hamas, ndr) annunciano la pena di morte contro il suo membro, eseguita alle 16 di oggi» dice un laconico comunicato. Siti collegati a Fatah hanno detto che Eshtawi aveva condotto gli israeliani al nascondiglio del comandante Muhammed Deif, mitica primula rossa del terrore, che tuttavia, come altre volte, l'ha scampata.

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