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Il Foglio Rassegna Stampa
12.05.2011 Le lettere di Noam Chomsky ai negazionisti
commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 12 maggio 2011
Pagina: 2
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «'Caro signor Rollins…'. Ecco le lettere di Noam Chomsky ai negazionisti»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 12/05/2011, a pag. 2, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " 'Caro signor Rollins…'. Ecco le lettere di Noam Chomsky ai negazionisti".


Noam Chomsky, Giulio Meotti

Roma. Ieri sul Wall Street Journal Bret Stephens paragonava addirittura le idee di Noam Chomsky su Osama bin Laden e l’America a quelle di Martin Heidegger sul nazionalsocialismo. Il linguista Chomsky, l’unico vivente a comparire nella lista dei dieci principali riferimenti umanistici di tutti i tempi dell’“Arts and Humanities Citation”, aveva appena definito l’operazione che ha portato alla morte di Bin Laden come “un assassinio premeditato che viola le norme internazionali. Dobbiamo chiederci come avremmo reagito se un commando iracheno fosse atterrato nel compound di George W. Bush, l’avesse assassinato e avesse gettato il suo cadavere nell’Atlantico”. Adesso la storia del più celebre guru radical d’America si arricchisce di un altro scandalo. Si tratta del rapporto con i negazionisti dell’Olocausto. Si era sempre detto che la macchia più grave di Chomsky fosse stato il suo appello in difesa di Robert Faurisson, teorico della “menzogna” delle camere a gas. Non perché Chomsky giustificasse il negazionismo, ma perché secondo lui la libertà di parola andava garantita a tutti. Una macchia, per così dire, libertaria. Il nome di Noam Chomsky è anche finito in copertina come prefazione a un libro di Faurisson. Adesso però sono uscite delle lettere, e ce ne sarebbero altre, che Chomsky ha spedito negli anni Ottanta a Lou Rollins, il maggiore negazionista americano. Missive sarebbero state spedite anche a Robert Faurisson, che Chomsky in una lettera definisce “sorta di liberal apolitico”. Si scopre che dal 1984 al 1992 il linguista ha incoraggiato il lavoro di Rollins, direttore di quell’Institute for Historical Review che è una sorta di quartier generale del negazionismo in Nord America, che ha pubblicato testi come “I Protocolli dei Savi Anziani di Sion”, il “Mein Kampf” di Hitler e manifesti del Ku Klux Klan. “Spero di avere presto sue notizie”, recita la prima lettera di Chomsky a Rollins. Le missive sono scritte su carta intestata del Massachusetts Institute of Technology, la prestigiosa università americana di cui Chomsky è divenuto geniale docente ad appena ventinove anni. “Grazie per la sua lettera signor Rollins, sono lieto che abbia trovato utile il mio libro ‘The faithful triangle’. Sono lieto che lo abbia persino trovato, visto che negli Stati Uniti c’è stato un completo e molto efficace boicottaggio”. Scrive ancora Chomsky: “Sono molto lieto che si occupi di Elie Wiesel, una delle più grandi frodi del nostro tempo”, dice Chomsky del Nobel per la pace sopravvissuto alla Shoah. “Caro signor Rollins”, recita l’incipit di un’altra lettera del 1992. Queste carte affettuose spedite ai negazionisti delle camere a gas stanno mettendo il più celebre mandarino pacifista in un imbarazzo superiore a quello procuratogli dalla difesa garantista di Bin Laden.

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