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La Nazione Rassegna Stampa
22.01.2017 Le Pen, Salvini e gli altri: no all'Europa
Analisi di Roberto Giardina

Testata: La Nazione
Data: 22 gennaio 2017
Pagina: 15
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Populisti uniti, offensiva anti Ue. Le Pen e Salvini: Addio Bruxelles»

Riprendiamo da CARLINO/NAZIONE/GIORNO di oggi, 22/01/2017, a pag. 15, con il titolo "Populisti uniti, offensiva anti Ue. Le Pen e Salvini: Addio Bruxelles", l'analisi di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

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Björn Höcke

POPULISTI d'Europa riuniti a Coblenza, ma la polizia deve proteggerli dai dimostranti contrari al vertice, molto più numerosi degli estremisti di destra. Frauke Petry, la capa dell'AfD, l'Alternative far Deutschland, ha invitato Marine Le Pen, candidata alle presidenziali in Francia, Gert Wilders, il leader del movimento xenofobo Pvv, che potrebbe diventare il primo partito in Olanda, il nostro Matteo Salvini, della Lega Nord, e Harald Vilimsky, segretario generale del Fpoe, il partito liberale (ma solo di nome) che per poco non ha portato alla vittoria il suo candidato alle recenti elezioni presidenziali in Austria.

«È UN ANNO elettorale, decisivo per l'Europa», ha dichiarato in apertura la Petry. L'amica Marine con il Front National potrebbe diventare la prima donna presidente a Parigi, il prossimo sette maggio, quasi certamente arriverà almeno al ballottaggio finale. Il 15 marzo, Geert Wilders con il suo Partito della Libertà, potrebbe ottenere la maggioranza relativa in Parlamento, e insieme con gli altri partiti della destra, formare il nuovo governo. E Madame Le Pen e Wilders hanno già annunciato che in caso di vittoria indiranno un referendum per uscire dalla U; seguendo l'esempio della Gran Bretagna. «Un anno che potrà segnare la fine dell'Unione di Bruxelles, un'eurocrazia che lede le sovranità nazionali», spera Frau Petry. Donald Trump, aggiunge, ha attaccato la Merkel, e la UE, che anche grazie al nuovo presidente americano, rischia di andare a pezzi. Forse si avranno elezioni anche in Itali, e Salvini potrebbe entrare in un nuovo governo insieme con i grillini, che vogliono uscire dall'euro: all successo che sta riscuotendo l'AfD dimostra che questo modello a trazione tedesca si sta rivelando controproducente anche per gran parte del vostro popolo... L'euro è stato un esperimento criminale ed è fallito. Dobbiamo prepararci per il dopo euro», ha detto il leader della Lega Nord, aggiungendo che l'«Europa non è islamica, è casa nostra».

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Frauke Petry, AfD

«NOI PENSIAMO a un'Europa dove nessuno Stato debba pagare al posto di un altro. Ogni Stato e ogni popolo deve essere libero e con la sua forza e la sua velocità. Liberi di poter commerciare tra noi ma anche di mettere dazi verso Cina e India», ha proseguito. «Viviamo la fine di un mondo... noi non siamo di estrema destra», si è preoccupata di mettere le mani avanti Marine Le Pen. A Coblenza sono arrivati i dimostranti anti populisti e anti razzisti. «La nostra è una manifestazione per la libertà e la democrazia», ha dichiarato Malu Dreyer, primo ministro della Nord-Renania Westfalia, il Land dove si trova Coblenza. Non ci sono stati scontri, e i dimostranti si sono limitati a gridare slogan ironici, contro i «nipotini di Adolf Hitler». L'AfD potrebbe diventare il terzo partito alle prossime elezioni il 24 settembre, con oltre il 13%, scavalcando verdi e Linke (estrema sinistra). Ma di solito il voto di protesta avanza nelle regioni, e si sgonfia a livello nazionale. E il movimento sta compiendo gravi errori. Il portavoce, l'ex professore di ginnasio Björn Hoecke, nei giorni scorsi a Dresda, ha affermato che il monumento all'Olocausto nel cuore di Berlino, è un «monumento della vergogna». Un chiaro tentativo di attirare i voti dei nostalgici. Ma quanti votano per protesta, contro l'euro, contro i profughi, saranno xenofobi ma non vogliono confondersi con i neonazi. Frau Petry ha preso le distanze, Hoecke è un peso per l'AfD. Ma il passo falso è stato compiuto.

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