sabato 20 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Nazione Rassegna Stampa
26.04.2015 Gli ebrei italiani: una storia millenaria
Riccardo Calimani intervistato da Cristiano Bendin

Testata: La Nazione
Data: 26 aprile 2015
Pagina: 30
Autore: Cristiano Bendin
Titolo: «'La storia degli ebrei italiani è una sfida ai pregiudizi'»

Riprendiamo dalla NAZIONE - CARLINO - GIORNO di oggi, 26/04/2015, a pag. 30, con il titolo "La storia degli ebrei italiani è una sfida ai pregiudizi", l'intervista di Cristiano Bendin a Riccardo Calimani.


Riccardo Calimani


La copertina

Quella degli ebrei italiani è una storia lunga 22 secoli, complessa e ancora poco conosciuta. Ed è anche la storia di una minoranza che, nonostante persecuzioni e discriminazioni, ha saputo conservare le proprie tradizioni e radicarsi nella cultura dell'Italia. A questa vera e propria epopea, Riccardo Calimani, ingegnere e filosofo, storico e scrittore, dal 2008 presidente della Fondazione Museo dell'Ebraismo Italiano e della Shoah (Meis) di Ferrara, ha dedicato tre corposi volumi, l'ultimo dei quali - Storia degli ebrei italiani nel XIX e XX secolo (Mondadori, 852 pagine, 35 euro) - è uscito in questi giorni, alla vigilia della sesta edizione della Festa del Libro ebraico che si svolge a nella città estense fino a martedì.

Più di 800 paline per raccontare due secoli soltanto... «Ho dedicato molto spazio a questo periodo perché più vicino a noi. Ho avuto la fortuna di poter fare una sintesi di numerossimi studi precedenti. Io nano sulla testa di un gigante: ho avuto a disposizione molto materiale di più autori, ho potuto confrontare diverse tesi, e alla fine il disegno è venuto più complesso e completo grazie ai contributi di tutti».

Colpisce la quantità e la qualità di italiani ebrei che hanno contribuito alla nascita dello stato unitario, alla cultura e all'economia ma anche all'affermazione del fascismo. Perché? «Purtroppo gli ebrei italiani si sono rivelati in molti casi più italiani degli italiani, nelle virtù ma anche nei vizi. E uno dei vizi italiani ed ebraici, nei decenni passati, è stato l'opportunismo».

Ieri lei ha inaugurato a Ferrara la Festa del Libro ebraico in Italia. Ebraismo, Libro, letteratura: un rapporto inscindibile. «L'ebraismo è frutto della cultura del Libro, cioè delle Bibbia, e quindi per il mondo ebraico narrare, conoscere e studiare sono verbi adoperati sempre con attenzione, efficacia e grande continuità nei secoli. Del resto, la cultura del Libro è nata prima dell'arte della stampa».

Qual è il significato di questa festa nel contesto attuale? «La minoranza ebraica in Italia è esigua ma come tutte le minoranze è sovraesposta. Ecco, i libri sono strumenti essenziali per riflettere, capire, conoscere e creare i fondamenti di un'umanità più matura e capace di aiutare gli altri in difficoltà. Auspico che dalla Festa esca un messaggio a favore di tutti i popoli indistintamente, sperando che si possano superare difficoltà e conflitti creati talvolta artifisiciosamente dai governi».

Si riferisce anche ad Israele? «In Medio Oriente ci sono guerre a prescindere da Israele, spesso usato come comodo capro espiatorio. E' necessario distinguere tra Stato di Israele, governo di Israele e popolo di Israele. Personalmente sono a favore dello Stato di Israele e di uno stato palestinese pacifico e vicino, non certo guidato da Hamas. Un governo può essere giudicato male o bene; quanto ai popoli, tutti sono innocenti e vogliono la pace: ogni padre vuole proteggere i propri figli».

La preoccupa questo ritorno di antisemitismo in Europa? «Certo. Ma l'antisemitismo non è una pianta metafisica, è nato in Europa alla fine del 1800 ma prima c'erano forme diverse e cangianti di anti-giudaismo. L'odio contro gli ebrei va inquadrato nell'ambito dell'odio verso il diverso e di vicende politico-culturali molto complesse».

E in Italia? «Oggi internet fa conoscere di più i sentimenti peggiori delle persone e quindi è molto difficile giudicare da una minoranza rancorosa quello che pensa la maggiorana silente. Credo che il nome Italia, che in ebraico vuol dire 'isola della rugiada divina', sia di buon asupicio. Naturalmente non dimentico i veleni che nel corso dei secoli sia una sconsiderata politica della Chiesa sia una recente, tragica e grottesca discriminazione cosiddetta razziale sono stati versati sul terreno».

Tra i protagonisti della Festa di Ferrara c'e il rabbino Giuseppe Laras, uomo del dialogo... «Certo e non è un caso. Il dialogo è essenziale per capire e superare i pregiudizi. Il Meis nasce, e spero possa svilupparsi, proprio per rendere forte il dialogo con tutte le aree culturali del Paese».

Per inviare la propria opinione alla Nazione - Carlino - Giorno, telefonare 055/2495111, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


segreteria.redazione.firenze@monrif.net

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT