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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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Smascherati i delegittimatori di Israele 01/03/2011

Smascherati i delegittimatori di Israele
di Manfred Gerstenfeld
(traduzione di Angelo Pezzana) 


Manfred Gerstenfeld

Il comportamento criminale di Gheddafi nei confronti dei propri cittadini è l’esempio più illuminante di ciò che i paesi arabi, con i loro alleati palestinesi, avrebbero fatto qui agli ebrei se avessero vinto la guerra d’Indipendenza di Israele nel 1948. E’ politicamente molto scorretto dirlo, ma questo non lo rende meno vero. Per averne la prova, è sufficiente raccogliere le dichiarazioni dei vari leader arabi durante la guerra di Indipendenza e quelle dei testimoni tuttora viventi. 

Gli attuali eventi caotici in molti paesi arabi forniscono a Israele una seria opportunità per smascherare la gran massa di coloro che finora hanno recato solo danni. Incluso quelli che per anni ne hanno negato le legittimità, così come quelli che hanno ignorato  gli innumerevoli crimini commessi nel mondo arabo. 

Un gra numero di categorie compongono questo elenco. Si può iniziare con la lunga lista delle organizzazioni non governative per i diritti umani. Quali, fra queste, sempre che ce ne siano state, ha mai protestato contro la presenza della Libia nella Commissione per i diritti umani all’Onu ? Potrebbero oggi appellarsi al fatto che non sapevano che la Libia di Gheddafi era una nazione che avrebbe dovuto essere fra quelle sotto esame delle Ong invece di farne parte ? Questa è solo una delle tante domande di una lunga lista che permette a Israele di classificare correttamente come impostori una gran parte delle associazioni internazionali per i diritti umani. Incluse quelle che a Durban nel 2001, durante la conferenza dell’Onu contro il razzismo, hanno votato per condannare Israele. 

Una seconda categoria è quella dei politici occidentali. Su alcuni, non è nemmeno il caso di porre domande, sono sufficienti le loro dichiarazioni. Il Primo Ministro inglese David Cameron ha detto alcuni giorni fa, durante una visita in Kuwait, che le rivolte popolari nel Medio Oriente hanno dimostrato che l’Occidente aveva sbagliato ad appoggiare dittatori e regimi antidemocratici. Ha poi aggiunto che la politica estera inglese aveva anteposto propri interessi economici invece di promuovere valori occidentali democratici. Disse anche agli studenti in Qatar che alcuni governanti mediorientali stavano usando il conflitto israelo-palestinese per distrarre il popolo dai loro regimi oppressivi. Sarebbe in ogni caso utile investigare ciò che Catherine Ashton, Alto Commissario dell’Unione europea per gli affari esteri e le politiche sulla sicurezza, ha dichiarato sugli stati arabi  da quando è stata eletta nel dicembre 2009 sino alla rivoluzione in Tunisia. E paragonarlo con le sue dichiarazioni su Israele. 

La prossima categoria è quella delle istituzioni cristiane, in gran parte protestanti di sinistra. Che hanno sempre ignorato quanto i cristiani sono oppressi in numerosi stati arabi musulmani. Il non aver mosso un dito sugli attacchi criminali contro i copti in Egitto negli scorsi decenni è un esempio lampante.  Crimini ai quali ne sono seguiti altri durante la rivoluzione delle scorse settimane. 

Non richiederebbe un gran lavoro per un ricercatore israeliano verificare nei siti web di alcune di queste organizzazioni cristiane anti-Israele per esaminare qual’è stato il loro comportamento. Ne suggeriamo alcune di queste istituzioni: negli Usa la United Church of Christ, in Gran Bretagna la Methodist Church, la United Church in Canada, Diakonia in Svezia, Icco in Olanda, e, in particolare, i Friends of Sabeel, presenti in molti paesi. Forse l’ambasciata israeliana in Norvegia può aiutarci a verificare quanto, o quanto poco, alcuni vescovi luterani anti-Israele hanno dichiarato sulle violenze commesse su altri cristiani nei paesi arabi. 

C’è un’altra categoria che merita di essere citata, quella dei giornalisti che vengono considerati esperti di affari mediorientali. Molti fra loro sono onesti, altri hanno, secondo la linea politica dei loro giornali, nascosto le informazioni negative riguardanti il mondo arabo. Ci sarà qualcuno disposto a credere a questi media che non hanno mai riportato critiche sui paesi arabi, mentre abbondavano quelle su Israele ? 

In passato, si passava il tempo a dimostratre come un ragguardevole numero di corrispondenti in Israele non facesse altro che manipolare le notizie. Un caso esemplare è stato quello di Riccardo Cristiano, corrispondente della Rai in Israele e nei territori palestinesi. Nell’ottobre 2000, due soldati riservisti israeliani furono linciati dalla folla nella città di Ramallah. La rete privata Mediaset riuscì a filmare il massacro, e a mandarlo fuori dai territori. Cristiano scrisse una lettera,  pubblicata il 16 ottobre sul quotidiano palestinese Al Hayat al Jedida, specificando che le riprese erano state effettuate da Mediaset, dichiarando altresì che se fosse dipeso da lui quelle immagini non sarebbero mai state diffuse. In quella lettera aperta  si “congratulava” e inviava “affettuose benedizioni” ai suoi cari amici in Palestina. 

Questa lista di ipocriti e impostori, che ha nascosto i crimini arabi, è solo un inizio. Il comportamento indegno e sfacciato tenuto dalle categorie su nominate, insieme ad altre, meriterebbe una documentazione ancora più dettagliata.. E questo è il momento per il governo israeliano di agire in piena unità. A causa degli sviluppi nel mondo arabo, ci saranno presto le prove di come una gran numero di organizzazioni, ma anche di individui, abbiano ingannato nel momento in cui focalizzavano la loro attenzione su Israele. Quel che prima poteva essere fatto evidenziando singoli casi, ora può essere fatto all’ingrosso senza nemmeno perderci troppo tempo. 

Manfred Gerstenfeld, è il presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Centre for Public Affairs.


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