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La Stampa Rassegna Stampa
05.05.2016 Hamas bombarda Israele, che risponde: ma Giordano Stabile rovescia la storia
Inversione causa-effetto: un tipico modus operandi della disinformazione contro Israele

Testata: La Stampa
Data: 05 maggio 2016
Pagina: 15
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Raid israeliano a Gaza dopo i colpi di mortaio di Hamas sui militari»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 05/05/2016, a pag. 15, con il titolo "Raid israeliano a Gaza dopo i colpi di mortaio di Hamas sui militari", la cronaca di Giordano Stabile.

La cronaca di Stabile inverte la consequenzialità causa-effetto già dal titolo, in cui, come vuole il copione della disinformazione contro Isarele, viene citata prima la risposta israeliana e soltanto in un secondo momento i colpi di mortaio di Hamas, vero e unico motivo della reazione dello Stato ebraico. Tutto l'articolo, peraltro, è percorso dalla medesima tendenziosa inversione, tanto che, scrivendo della costruzione di nuovi tunnel da parte di Hamas, Stabile sostiene che "Sono la sua arma strategica e un deterrente contro una nuova incursione": come se Hamas si difendesse dagli attacchi di Israele. Un paradosso che rovescia completamente la realtà: è Israele a difendersi dagli attacchi dei terroristi e se questi ultimi posassero le armi ci sarebbe immediatamente la pace. Se invece fosse Israele a posarle, verrebbe senza indugio colpita dai terroristi, che ne vogliono la distruzione.
Tutto l'articolo ha dell'incredibile.

Ecco l'articolo:

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Giordano Stabile

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Hamas attacca Israele...
Hamas attacca Israele...
Hamas attacca Israele...
Israele si difende...
I media: "Oggi Israele ha attaccato Gaza"

Israele torna a colpire la Striscia di Gaza con l’aviazione, dopo che le sue pattuglie al confine sono state bersagliate da tiri di mortaio per sei volte nel giro di 24 ore. La tensione con Hamas è ai massimi livelli e nasconde una accanita battaglia sotterranea. Quella dei tunnel. Durante l’ultima offensiva di terra, Protective Edge dell’inizio del 2014, le gallerie che si spingevano dalla Striscia fin dentro al territorio israeliano avevano messo in seria difficoltà l’esercito dello Stato ebraico. Hamas ha continuato a scavarne a ritmi serrati, con squadre che lavorano a turno 16 ore al giorno, sei giorni alla settimana. Sono la sua arma strategica e un deterrente contro una nuova incursione.

Ora Israele sembra aver sviluppato un sistema che permette di individuare i tunnel, anche a 30 metri di profondità, e di distruggerli. Dall’inizio dell’anno una serie di crolli sospetti hanno ucciso 12 fra combattenti e operai dentro le gallerie. Il 18 aprile l’esercito israeliano aveva annunciato di averne scoperto un altro, grazie alla «nuova tecnologia».
Hamas sospetta che le pattuglie lungo il confine giochino un ruolo in questa offensiva. Fra martedì pomeriggio e ieri per sei volte colpi di mortaio hanno preso di mira i soldati. Non ci sono stati feriti ma due mezzi sono stati danneggiati. Prima hanno reagito i tank israeliani, che hanno colpito le postazioni palestinesi a Shujiaya, nel Nord della Striscia, e vicino a Rafah, nell’estremo Sud. Poi la tensione è salita ancora. Tutta la zona fra la Saad Junction e il kibbutz Nahal Oz è stata chiusa e dichiarata «zona militare».

Dal lato palestinese, il ministero dell’Educazione ha ordinato l’evacuazione delle scuole nella zona di Shujaiya. Le lezioni del pomeriggio sono state cancellate. Poi, in serata, sono arrivati i raid dell’aviazione israeliana su una serie di postazione di Hamas, nel sud della Striscia, nella zona di Rafah. Senza fare vittime. Hamas ha avvertito Israele che «la pazienza ha un limite», ma non sembra cercare al momento l’escalation. Ha fatto capire di non essere direttamente responsabile dei colpi di mortaio, ma di aver «lasciato fare» alcuni «gruppi della resistenza» in risposta ai cannoneggiamenti di Tsahal.

Fonti dalla Striscia citate dai media israeliani parlano di «una sorta di dialogo misurato attraverso mortai e artiglieria» senza che nessuna delle due parti abbia per ora l’intenzione salire di livello: «A Gaza non c’è un’atmosfera che anticipi un’escalation o cambiamenti nei comportamenti dei civili che la faccia presagire».

Anche secondo l’esercito israeliano questi scambi di colpi «sono inusuali». Lo stesso esercito ha rivelato che Hamas ha creato «una polizia di frontiera» per evitare che gruppi minori lancino attacchi terroristi o razzi nel territorio di Israele. Ma la stessa Hamas sta sviluppando nuovi tipi missili e droni. E il tunnel scoperto il 18 aprile era stato appena rinnovato e doveva servire come «base per un attacco».

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direttore@lastampa.it

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