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La Stampa Rassegna Stampa
25.01.2015 Stato Islamico: sfida al Giappone, decapitato un ostaggio. Tocca ora alla Giordania ?
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 25 gennaio 2015
Pagina: 12
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Isis, sfida al Giappone, decapitato un ostaggio»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 25/01/2015, a pag.12, con il titolo " Isis, sfida al Giappone, decapitato un ostaggio ", la cronaca di Maurizio Molinari.

Bene ha fatto Maurizio Molinari a scrivere nella prima riga del suo servizio, per esteso "Stato Islamico", la dizione ISIS - una sigla- non aiuta i lettori a capire il significato della politica messa in atto da quello Stato terrorista. Ci auguriamo che lo imitino nelle redazioni di tutti i giornali.


Maurizio Molinari

I jihadisti dello Stato Islamico (Isis) recapitano a Tokyo il video con le immagini di un ostaggio che ne mostra un altro decapitato, aggiungendo una sorpresa avvelenata per re Abdallah di Giordania. I due nipponici sono Kanji Goto e Haruna Yukawa, per i quali Isis aveva chiesto 200 milioni di dollari di riscatto entro 72 ore al governo di Shinzo Abe, minacciando di ucciderli. Scaduto l’ultimatum, su alcuni siti Internet jihadisti è stato postato il video in cui si vede Goto indossare il camice arancione dei condannati a morte, tenendo in mano uno schermo digitale con le immagini del corpo decapitato del connazionale. Dubbi sul filmato Per Tokyo è un video «vergognoso e imperdonabile» ma l’autenticità è circondata da interrogativi perché non ha il logo di «Al Furqan» - il centro di produzione di Isis -, è stato rapidamente tolto da Internet e alcuni siti jihadisti affermano che non sarebbe opera dello Stato Islamico ma di imprecisati «altri autori». L’intelligence del Sol Levante, assieme a quella degli StatiUniti, sta tentando di appurare veridicità e paternità del video, diverso dai precedenti perché non compare il boia jihadista mascherato con l’accento britannico e include anche, per la prima volta, l’esplicita richiesta di liberazione di un terrorista. Si tratta di una donna: Sajida al-Rishawi, unica sopravvissuta dei quattro kamikaze che nel 2005 attaccarono l’Hotel Radisson SAS e contemporaneamente altri due alberghi di Amman frequentati da stranieri causando un totale di 61 vittime.Quegli attentati simultanei vennero ordinati e pianificati da Abu Musaq al- Zarqawi, il fondatore di Al Qaeda in Iraq da cui Isis si origina, e Sajida al-Rishawi venne arrestata pochi giorni dopo a Salt, una delle roccaforti jihadiste giordane, allora fedele ad al- Zarqawi e oggi del Califfo di Isis, Abu Bakr al-Baghdadi. La donna, condannata alla pena capitale in Giordania, è la sorella di un ex stretto collaboratore di al-Zarqawi e dunque l’ipotesi è che Isis stia tentando di ottenere la liberazione di una sua «pasionaria».  D’altra parte già nel giugno del 2007 l'’Esercito dell’Islam di Gaza, simpatizzante di Al Qaeda, chiese la liberazione della kamikaze mancata in cambio dell’ostaggio britannico Alan Johnston. All’epoca Hamas riuscì a trovare l’ostaggio, evitando alla Giordania di dover rispondere al ricatto,ma ora re Abdallah si trova in una condizione assai differente: Isis è presente dentro il regno con cellule in più città, tenta infiltrazioni dall’Iraq e dalla Siria, punta a rovesciarlo e ora sembra trovare nella liberazione della kamikaze di Amman il cavallo di battaglia per una sfida diretta alla monarchia. Si spiega così la lunga telefonata fra Abe e re Abdallah avvenuta ieri mentre un inviato personale del premier nipponico continua a rimanere ad Amman per «gestire la crisi». Iniziata con un ricatto a Tokyo e divenuta ora una temibile insidia per il sovrano hashemita che due settimane fa ha sfilato a Parigi contro le stragi causate dai killer jihadisti.

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