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La Stampa Rassegna Stampa
23.10.2014 Attentato a Gerusalemme: uccisa bambina di tre mesi, Hamas gioisce
Cronaca e commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 23 ottobre 2014
Pagina: 16
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Attentato a Gerusalemme: muore bimba di tre mesi»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/10/2014, a pag. 16, con il titolo "Attentato a Gerusalemme: muore bimba di tre mesi", la cronaca e commento di Maurizio Molinari.

A differenza di Molinari, il corrispondente di Repubblica Fabio Scuto, nel suo articolo di oggi, 23/10/2014, a pag. 4, collega l'attentato al fatto che il terrorista viveva "nel rione arabo di Silwan, dove nei giorni scorsi si sono insediati in decine di case alcune famiglie ebraiche", trovando quasi una giustificazione dell'attentato in una regolare e normalissima compravendita di alloggi tra privati.


La fermata della metropolitana leggera di Gerusalemme dove si è consumato l'attentato

Ecco l'articolo di Maurizio Molinari:


Maurizio Molinari

L'uccisione di una bambina israeliana di 3 mesi da parte di un palestinese di Hamas spinge Benjamin Netanyahu ad accusare Abu Mazen di «responsabilità nell'incitamento all'odio contro gli ebrei di Gerusalemme».
Tutto inizia quando a Gerusalemme sono passate da poco le 18 di ieri e sulla strada che costeggia la Collina delle Munizioni - lungo il percorso della linea verde che separava la città fmo al giugno 1967 - un'auto esce dalla corsia di marcia per gettarsi a tutta velocità sui passeggeri che sostano alla fermata del treno leggero. Alla guida della vettura c'è Abed al Rahman al Shloody, palestinese di 21 anni, residente a Silwan, e investe una folla di persone. Nove i feriti, che vengono ricoverati negli ospedali cittadini e nelle più gravi condizioni versa una bambina di 3 mesi, travolta mentre era con la madre.
I medici dell'«Hadassah Hospital» lottano per due ore nel tentativo di salvarle la vita ma la piccola è troppo fragile per reagire alle ferite subite alla testa. Appena la notizia della morte si diffonde, arriva la reazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu che punta l'indice verso il presidente palestinese Abu Mazen: «Queste sono le conseguenze del discorso che ha pronunciato solo pochi giorni fa, incitando all'odio contro gli ebrei di Gerusalemme» avendo adoperato l'espressione «mandrie di bestiame» contro gli ebrei che salgono sulla Spianata delle Moschee «commettendo un sacrilegio».
Ma non è tutto perché l'identità del killer - con alle spalle due arresti per terrorismo - spinge Netanyahu ad andare oltre: «Appartiene ad Hamas e questi attentati dimostrano come operano i partner di Abu Mazen» protagonisti dell'accordo di unità nazionale fra Hamas ed Al Fatah. L'attentatore (ferito gravemente) è stato catturato dalla polizia pochi attimi dopo l'attacco e Micky Rosenfeld, portavoce degli agenti, parla di «indagini in corso per appurare la genesi dell'attacco», ovvero se ha eseguito degli ordini e se ha avuto dei complici.
Hamas da Gaza non nega la paternità dell'azione: «E' una reazione naturale ai crimini dell'occupazione». L'episodio è avvenuto a breve distanza da dove, a fine agosto, un altro palestinese di Gerusalemme Est alla guida di un trattore attaccò un autobus di linea e dei passanti uccidendo un uomo di 29 anni.
II ripetersi di scontri e violenze a Gerusalemme Est porta il sindaco della città, Nir Barkat, a chiedere al governo di «schierare la polizia nei quartieri arabi», ma il ministro della Sicurezza Interna Yitzhak Aharonovich obietta: «Non siamo davanti a una terza Intifada ma a singoli atti di terrorismo».
La provenienza del killer da Silwan porta l'attenzione su un quartiere arabo a ridosso della Città Vecchia teatro di tensioni a seguito dell'insediamento di nove famiglie ebraiche in due edifici acquistati da privati. Gruppi di arabi hanno attaccato questi edifici con molotov e petardi, ingaggiando scontri con le forze di sicurezza e ciò ha portato i portavoce palestinesi da Ramallah a parlare di «battaglia in corso per Gerusalemme».

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