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La Stampa Rassegna Stampa
01.10.2014 Libeskind a Venaria: il progetto dell'opera in stile barocco futuribile
Articolo di Emanuela Minucci

Testata: La Stampa
Data: 01 ottobre 2014
Pagina: 54
Autore: Emanuela Minucci
Titolo: «Nel verde della Reggia spunterà un gioiello firmato Libeskind»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 01/10/2014, a pag. 54, con il titolo "Nel verde della Reggia spunterà un gioiello firmato Libeskind", l'articolo di Emanuela Minucci.


Daniel Libeskind


Il progetto del palazzo/monumento, creato da Libeskind

Libeskind a tu per tu con Juvarra: per dialogare e rendere ancora più indimenticabile la Reggia di Venaria. Così come è accaduto per la «Pyramide» del Louvre progettata dall’architetto Ieoh Ming Pei. L’autore del nuovo «World Trade Center» e quello della Reggia di Venaria o della Palazzina di Caccia di Stupinigi: due geni di epoche lontane oltre tre secoli che oggi non temono il confronto, perché alla fine come diceva Le Corbusier in architettura tutto si tiene, e le epoche hanno un filo rosso che le lega: la funzionalità del Bello. In omaggio a quest’armonia Libeskind darà un tocco di contemporaneità alla Reggia di Venaria, costruendo nei suoi giardini, più o meno in zona «Potager Royal», una portentosa scultura delle sue. Un semi-cilindro in calcestruzzo armato bianco dell’altezza di 16 metri e largo 28 che spunterà nel verde rigoroso e romantico del parterre del giardino, in posizione un po’ defilata, insomma fuori dallo sky line della Reggia. Questa citazione destrutturata dei gazebo barocchi - che disterà dal gioiello juvarriano 800 metri - dovrebbe contenere un Antiquarium in cui verranno ricoverati i reperti trovati nello scavo del giardino. E funzionare da quinta teatrale, torre belvedere ed edificio simbolo da cui far partire le passeggiate e osservare da una nuova prospettiva.

La passione per il Barocco
A pensare di inserire con forza un elemento di architettura contemporanea - declinata ai massimi livelli - nel contesto settecentesco della Reggia, è stato proprio il suo direttore Alberto Vanelli: «Incontrai l’architetto qualche mese fa e glielo proposi: ci piaceva l’idea che Venaria contenesse anche un’opera dei giorni nostri. Un segno tangibile, un omaggio della nostra epoca a Juvarra capace di dialogare con un contesto fiabesco e irripetibile come la Reggia». E Libeskind, dopo aver fatto un sopralluogo ha accettato con entusiasmo, anche perché il Barocco è sempre stato una sua passione. Negli Anni ’70, quando visse per quattro anni a Milano ne fu sedotto, e studiò a lungo il genio di Juvarra. Nessuno meglio di lui poteva creare un omaggio al grande architetto che disegnò la Reggia. «Il Barocco lo ritrovi nel mio Museo Ebraico di Berlino sino al nuovo World Trade Center. Perchè il Barocco con il suo spazio sfuggente, e le sue prospettive distorte fatte di intersezioni e spirali dà movimento alla forma e distorce la prospettiva».

Il sì della Soprintendenza
Di certo si tratta di un’installazione, non foss’altro che per le dimensioni, destinata a non passare inosservata; eppure ieri a dimostrazione che la Soprintendenza non parte prevenuta, dopo aver esaminato le foto-simulazioni ha dato un primo parere positivo. Va da sè che l’autorizzazione definitiva verrà rilasciata solo a seguito della presa visione del progetto esecutivo. Il soprintendente Luca Rinaldi motiva così il suo primo sì all’opera: «La nuova costruzione, che sarebbe da considerare elemento del tutto estraneo a qualsiasi Parco storico, per forma, dimensioni e materiali, può trovare accoglienza all’interno di uno spazio contemporaneo come quello del Giardino realizzato come allusione di un parco settecentesco». La preoccupazione maggiore della Soprintendenza era la possibile interferenza visiva nell’apprezzamento della Reggia barocca «ma questo non si verifica - spiega Rinaldi - grazie alla collocazione defilata rispetto alle principali direttrici del Parco». Non ci vorrà molto tempo per realizzare l’opera, nonostante le dimensioni: «Sei mesi dall’apertura del cantiere», spiegano negli studi milanesi di Libeskind. E chiariscono pure che la nuova scultura riflette a suon di forme - naturalmente in modo futuribile - sull’intrigante complessità del Barocco. Se tutto filerà liscio, l’opera sarà pronta a metà 2015, in tempo per l’Expo.

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