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La Stampa Rassegna Stampa
27.07.2014 E' l'odio per Israele ad alimentare il nuovo antisemitismo: una verità che alcuni preferirebbero ignorare
per esempio Tonia Mastrobuoni e Roberto Toscano

Testata: La Stampa
Data: 27 luglio 2014
Pagina: 3
Autore: Tonia Mastrobuoni
Titolo: «Da Berlino a Parigi in Europa si riaccende la lotta per la Palestina»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, a pag. 3, l'articolo di Tonia Mastrobuoni dal titolo "Da Berlino a Parigi in Europa si riaccende la lotta per la Palestina ".
Mastrobuoni descrive come pacifiche manifestazioni che non lo sono affatto, se non per motivi tattici. Inoltre, più che manifestazioni a sostegno dei palestinesi, che hanno tutto da perdere dalla guerra a oltranza a Israele,  dovrebbero essere definitie manifestazioni pro-Hamas e antisraeliane.
Di seguito, riportiamo il link al video della predica dell'imam di Berlino sul conflitto Israele-Hamas, con l'invocazione della "distruzione degli ebrei sionisti"

https://www.youtube.com/watch?v=q7TPh7dR6_Y

Sul tema dell'antisemitismo la STAMPA pubblica anche, a pagg. 1-25, l'analisi di Roberto Toscano dal titolo "Gli antisemiti e il pretesto del conflitto".
Equiparando come posizioni altrettanto insostenibili il passaggio dalle critiche a Israele all'antisemitismo da un lato e la denuncia dell'antisemitismo fatto passare per "critica" a Israele dall'altro, Toscano mostra di non aver capito nulla di quanto sta accadendo: nessuno ritiene che qualsiasi critica a Israele sia antisemita, ma è indubbio che siano menzogne propagandistiche, demonizzazioni e doppi standard contro Israele ad alimentare l'attuale ondata di odio antiebraico in Europa e nel mondo.




Manifestazione antisraeliana a Berlino



Di seguito, l'articolo di Tonia Mastrobuoni:


Tonia Mastrobuoni

Dopo gli slogan antisemiti dei cortei filopalestinesi dei giorni scorsi e le scritte inneggianti a Hitler, quella di venerdì a Berlino era la più temuta. Nel giorno di Al-Quds, giornata istituita da Khomeini nel 1979 per protesta contro Israele, anche a Berlino si celebra da decenni una manifestazione «antisionista» come la definiscono gli stessi organizzatori: quella di venerdì si annunciava come una delle più problematiche da sempre. E il tabloid «Bild» l’aveva presentata tout court come anniversario d’odio contro gli ebrei.
Nel quadro della sanguinosa guerra a Gaza, il «Alqudsday» tedesco era diventato fonte di grandi preoccupazioni per la polizia anche da quando associazioni filoisraeliane avevano annunciato contromanifestazioni. Inoltre, a causa dei vergognosi striscioni filonazisti sbucati all’inizio della settimana nei cortei a difesa di Gaza, a loro si erano uniti associazioni umanitarie e antifasciste e autonomi. All’ora di pranzo, sull’Adenauerplatz spaccata in due da un imponente dispiegamento di forze dell’ordine, si fronteggiavano d’un lato donne velate, bandiere nere, verdi e foto degli ayatollah, persino una foto di Günter Grass, autore di una poesia civile molto critica con Israele, dall’altro le bandiere di Israele, quelle arcobaleno e antifasciste e migliaia di studenti che ballavano musiche sparate a tutto volume dagli altoparlanti.
Alla vigilia di Al-Quds, la polizia tedesca aveva fatto sapere che non avrebbe tollerato repliche degli episodi antisemiti e aveva reclutato traduttori arabi per non lasciarsi sfuggire uno slogan, un tazebao, una scritta sbagliata. Ma in effetti i problemi maggiori della manifestazione sono emersi durante il percorso, organizzato in maniera approssimativa. Dalla piazza dedicata ad Adenauer la manifestazione si è snodata lungo una delle arterie principali della città ma ad ogni incrocio, mal presidiato, sbucavano bandiere israeliane che creavano tensioni. C’è stato qualche tafferuglio, qualche grido eccessivo contro Israele «assassina di bambini» e qualche bambola insanguinata di troppo da sventolare davanti alle telecamere, è volato anche qualche schiaffone con la polizia, ma tutto sommato la giornata si è svolta pacificamente. E non sono mancati anche momenti ironici come uno striscione «Occupy Wall Street, not Gaza».
Copione molto diverso ieri, quando decine di migliaia di persone hanno sfilato anche a Singapore, New York, Milano, Parigi e Londra per chiedere «la fine del massacro a Gaza», più pacificamente nella capitale inglese, con 40 fermi in quella francese, che era stata teatro di scontri violenti già la settimana scorsa. A Londra diecimila persone circa sono scese in piazza chiedendo «libertà per la Palestina» e sono confluite davanti all’ambasciata israeliana gridando «Israele Stato terrorista» o «Vergogna Cameron».
Più tesa la situazione a Parigi, dove le manifestazioni sono state vietate dalla prefettura sin dalla scorsa settimana, suscitando le ire delle associazioni filopalestinesi. A margine di un raduno di circa cinquemila persone a Place de la République, alcune decine hanno cominciato a tirare pietre contro la polizia che ha immediatamente blindato la piazza. Attorno alle cinque del pomeriggio una quarantina di manifestanti sono stati arrestati. Tra gli slogan «siamo tutti palestinesi» o «da Parigi a Gaza resistenza, resistenza», ma ad un certo punto qualcuno ha bruciato una bandiera israeliana.
La settimana scorsa nel quartiere periferico di Barbès si erano verificati scontri duri tra polizia e manifestanti filopalestinesi, con auto incendiate e lanci di oggetti. Ma finora Barbès, per fortuna, resta un’eccezione. A Lione, a Saint-Etienne e Clermont-Ferrand i cortei a difesa dei palestinesi si sono svolti senza incidenti.

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lettere@lastampa.it

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