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Elezioni in Olanda: Geert Wilders ottiene 23 seggi in parlamento, dai 9 che aveva. La notizia non piace ai quotidiani italiani che, come al solito, descrivono il partito di Wilders xenofobo, islamofo, di estrema destra. CORRIERE della SERA - " Olanda, avanza la destra xenofoba ". Un titolo scorretto, dal momento che il partito di Geert Wilders non è xenofobo. Se per xenofobia si intende l'opposizione all'islamizzazione europea, allora sì, WIlders è xenofobo. LIBERO - " L’Olanda spinge Wilders. L’estrema destra decisiva per il governo". Wilders non è bollato come xenofobo o islamofobo, ma viene descritto di 'estrema destra', il che non suggerisce al lettore un'immagine positiva. Dato che tutti gli estremi sono negativi. Il GIORNALE - Il titolo recita : " Il Clegg d’Olanda come quello inglese: vince nei sondaggi, pareggia alle urne ". Dato che Clegg è un antisemita xenofobo, non è ben chiaro che cosa abbia spinto la redazione del Giornale ad associarlo a Wilders e a Rutte. Anche se è da notare come il nome di Wilders non sia stato associato ad aggettivi negativi nel titolo. La REPUBBLICA - " Olanda, avanza la destra xenofoba ". Qui Wilders non è menzionato nel titolo, evidentemente per dare rilievo all'aggettivo 'xenofoba' e togliere importanza al deputato olandese. Il SOLE 24 ORE - Titolo : " In Olanda festeggia solo Wilders ". Ad essere scorretto è il sottotitolo : " Il movimento xenofobo conquista 23 seggi (ne aveva 9) e diventa la terza forza ". Wilders viene definito xenofobo Il MANIFESTO - Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 10/06/2010, a pag. l'articolo di Marco Zatterin dal titolo " Olanda, duello tra liberali e laburisti. Gli xenofobi di Wilders raddoppiano".
Un titolo scorretto, come quasi tutti quelli riportati nella pagina. Ancora Geert Wilders, almeno se gli exit poll non si sono sbagliati. I primi dati del voto olandese attribuiscono al leader populista e xenofobo del Partito della Libertà il balzo più netto della giornata elettorale di ieri, 14 seggi in più rispetto ai 9 del 2006, almeno cinque oltre le attese. E’ il segnale che i Paesi Bassi possono svoltare a destra, punendo duramente i cristiano democratici (Cda) del premier uscente Jan Balkenende, in crollo da 41 a 21 deputati sui 150 della Camera, e immediatamente dimessosi dalla guida del partito. Il quadro è reso parecchio incerto dall’assenza d’un vincitore immediato. I liberali conservatori di Mark Rutte (Vvd), in netta crescita, corrono testa a testa con i Laburisti di Job Cohen (Pvda) in lieve calo, entrambi accreditati di 31 seggi. Formare un governo sarà difficilissimo. Per inviare la propria opinione alla Stampa, cliccare sull'e-mail sottostante lettere@lastampa.it |
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