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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
20.06.2006 Un referendum basterebbe a legittimare Hamas?
un editoriale risponde di sì, senza troppo riflettere

Testata:
Autore: la redazione
Titolo: «L’occasione di Hamas»
Un sì al referendum proposto da Abu Mazen, o alla piattaforma politica da esso prproposta, basterebbe a ridare ad Hamas la qualifica di interlocuture della comunità internazionale ?
Al di là della scarsa probabilità che la condizione venga soddisfatta (contro il riconoscimento di Israele  c'è per Hamas un interdetto religioso) a noi sembra di no.
Perché nel referendum il riconoscimento di Israele viene subordinato a condizioni inaccettabili come il riconoscimento del "diritto al ritorno " dei profughi arabi non nel futuro stato palestinese, ma in Israele, allo scopo di alterarne gli equilibri demografici.
E perché di una preventiva  rinuncia alla violenza in favore di un metodo negoziale in esso non c'é traccia.
Per un editoriale pubblicato dal RIFOMISTA del 20 giugno 2006 invece, sì.
Ecco il testo:

 
Il referendum palestinese sul riconoscimento di Israele probabilmente non ci sarà. La proposta si è rivelata un’arma a doppio taglio per il presidente Abu Mazen, che ha fatto della campagna referendaria il suo cavallo di battaglia contro un esecutivo in mano agli integralisti di Hamas. Ed è un peccato, perché la maggioranza dei palestinesi, come rivela un sondaggio condotto in questi giorni, si dichiara favorevole al documento in cui si riconoscono i confini del 1967. Si tratta di una presa di posizione importante non solo perché implica un riconoscimento dello Stato ebraico, ma anche perché è indice di una consapevolezza realista da parte del popolo palestinese, come a dire: basta con il sogno di una Grande Palestina, pensiamo a costruire uno Stato.
Il problema è che, se si votasse oggi, la maggioranza dei palestinesi preferirebbe non andare alle urne: nonostante l’idea sia nata da un documento “bipartisan”, redatto dai prigionieri politici di ambo le fazioni nelle carceri israeliane, il referendum sta diventando un ulteriore terreno di scontro nella lotta tra Fatah e Hamas. E fino a quando il governo di Ismail Haniyeh - che gode di un sostegno popolare assai maggiore rispetto a Fatah - continuerà ad opporsi al documento, è improbabile che i palestinesi si decidano a votarlo. Duole dirlo, insomma, ma il futuro del referendum dipende dalle scelte che Haniyeh e i suoi compieranno in questi giorni. Non tutto è però perduto: alcuni analisti palestinesi sostengono che un cambiamento di rotta sul referendum da parte del gruppo estremista sia ancora possibile. Nel nostro piccolo, ci piacerebbe unirci al coro di questi palestinesi ottimisti. Per il governo di Hamas potrebbe essere l’ultima occasione di acquistare qualche credibilità politica, o essere definitivamente relegato all’isolamento diplomatico.


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