mercoledi` 24 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
24.02.2015 Non bastano gli 'anelli della pace' quando si semina odio contro Israele
Gad Lerner, smemorato, intervista Roberto Hamza Piccardo, presidente delle comunità islamiche italiane

Testata: La Repubblica
Data: 24 febbraio 2015
Pagina: 19
Autore: Gad Lerner
Titolo: «L'appello di Piccardo:, 'I musulmani si offrano come scudi umani per chiese e sinagoghe'»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 24/02/2015, a pag. 19, con il titolo "L'appello di Piccardo:, 'I musulmani si offrano come scudi umani per chiese e sinagoghe' ", l'intervista di Gad Lerner a Roberto Hamza Piccardo, presidente dell'Ucoii (Unione delle comunità islamiche in Italia).

Roberto Hamza Piccardo elogia l'iniziativa che si è svolta a Oslo pochi giorni or sono, riportata ed in parte apprezzata da Informazione Corretta alla pagina http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=57294
Come sostiene Yemini Ben-Dror su Y-Net, però, gli organizzatori dell' "anello della pace" di Oslo sono gli stessi che più si scagliano contro Israele. Per cui non è certamente sufficiente una bella iniziativa - coperta con dovizia di dettagli dai nostri media - per incrinare il pregiudizio contro Israele e gli ebrei che alberga stabilmente nelle comunità islamiche europee, con i risultati in termini di antisemitismo che tutti conosciamo.
Nell'intervista che riportiamo, inoltre, Piccardo pone sullo stesso livello lo Stato Islamico e i regimi sunniti che in questo momento cercano di opporsi ai terroristi. Ha ragione nell'indicare le enormi responsabilità di monarchie come l'Arabia Saudita nello sviluppo recente del terrorismo - Stato Islamico incluso -, ma ha torto quando pone sullo stesso piano il terrorismo più estremo e chi - come l'Egitto di Al Sisi - cerca oggi di porvi freno.
Aggiungiamo che la "protezione" di chiese e sinagoghe richiama alla mente la dhimmitudine dei paesi musulmani nei confronti degli 'infedeli', grazie, già dato, non ci pare il caso di riproporla in altra veste, soprattutto quando a offrirla sono gli stessi che incitano contro Israele. Che Gad Lerner sorvoli, prego, faccia pure, noi no, la memoria non ci fa difetto e non ci caschiamo, anche perché è da ingenui - o in mala fede- credere che una manifestazione simile sia stata 'spontanea'. Ma via !
Da notare come Lerner si sia ben guardato dal porre una domanda sui Fratelli Musulmani, il movimento giudicato terrorista oggi in Egitto, e del quale l'UCOI è diretta emanazione. Dimenticanza ?

Ecco l'articolo:


Gad Lerner         Roberto Hamza Piccardo

Roberto Hamza Piccardo è stato fra i primi italiani convertiti all’Islam, quarant’anni fa, nel 1975, voltando le spalle alla militanza giovanile nell’estrema sinistra di Imperia. Vent’anni dopo ha pubblicato la traduzione del Corano tuttora in uso nelle comunità musulmane della penisola, giunta a 250mila copie di diffusione. Ora che sta per compiere 63 anni, molti dei quali trascorsi al vertice dell’Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche d’Italia), lascia spazio al figlio Davide Piccardo che ieri al Viminale ha partecipato a un incontro col ministro Alfano, preferendo ritagliarsi un ruolo di battitore libero nella galassia disomogenea dei Fratelli Musulmani.

«Precisiamo che con i Fratelli Musulmani ho una vicinanza amichevole, ma non sono un membro organico della congregazione. Oggi, nelle nostre comunità islamiche, che si oppongono sia alle petromonarchie sia all’Is, sta manifestandosi una dialettica importante: da una parte i musulmani dialoganti; dall’altra la tendenza dei puri e duri che — a mio parere sbagliando — interpretano la guerra in corso come ineluttabile spallata all’Occidente e al sionismo».

È per questo che non è stata ancora pronunciata una scomunica definitiva, col termine takfir (apostata), dei seguaci del sedicente Califfato? «Si sbaglia. Varie autorità islamiche hanno già condannato senza mezzi termini i crimini dell’Is, definendoli incompatibili con la nostra fede. Solo che l’espressione takfir, secondo la giurisprudenza islamica, attiene alla relazione intima fra il singolo credente e Allah. Non se ne può abusare».

Ammetterà, Piccardo, che l’avanzata dell’Is contrassegna una tragica involuzione storica dell’islam. «Ne abbiamo vissute altre, passerà anche questa. Il fascino della divisa nera, la ferocia ostentata, può esercitare un richiamo su qualche ragazzotto innamorato dei film di Zorro, ma le assicuro che stiamo registrando un flusso di conversioni al vero Islam che non ha nulla a che vedere con l’Is: un’operazione montata ad arte, con la collusione di molti attori esterni interessati a destabilizzare il mondo sunnita. Chi può credere veramente che arrivino i cammelli ad abbeverarsi nelle fontane di San Pietro? L’Is sparirà così come è apparso, quando non servirà più. Il che non significa che io sottovaluti la tragedia in corso, soprattutto per milioni di profughi».

Non teme l’influenza che la propaganda dei tagliagole esercita sulle nuove generazioni di musulmani, anche in Italia? «Riscontro, in effetti, una sorta di pulsione millenarista. L’illusione di risolvere attraverso una prestazione muscolare le controversie internazionali. Ma l’Islam europeo ha una vocazione dialogante. Apprezza le differenze. Riconosce le diverse sensibilità interne all’Italia, all’Europa, agli Stati Uniti, con le quali ci si può confrontare in maniera proficua. Penso al ruolo positivo della Chiesa, alle critiche del sistema dominante formulate dai movimenti sociali e ambientalisti, alla rivendicazione di una cittadinanza plurale».

Che impressione le ha fatto vedere una catena umana di musulmani norvegesi che hanno circondato per solidarietà la sinagoga di Oslo? «Ben venga, la protezione dei popoli del Libro è un precetto della nostra fede. Le dirò di più. L’attentato al Krudttønden Café di Copenaghen in cui stava svolgendosi un libero dibattito, mi ha fatto venire un’idea».

Cioè? «Sarebbe bello se un certo numero di esponenti islamici, mi ci metto anch’io, decidessero di offrirsi come scudi umani in occasione di futuri appuntamenti simili. Anche se ciò non sostituisce, naturalmente, la necessità di un’opera di vigilanza delle forze dell’ordine».

Farebbe da scudo umano anche a una riunione cui partecipasse Lars Vilks, l’autore delle vignette satiriche su Maometto? «Considero quelle vignette blasfeme e inutilmente offensive. Ma dal punto di vista umano ho il dovere di proteggere l’incolumità di ogni creatura, compreso Lars Vilks. L’espansione dell’Islam nel mondo contemporaneo, tranne che in situazioni particolari, non può contemplare l’uso delle armi per raggiungere il suo scopo di conversione».

Non verrà a sua volta accusato di apostasia, in seguito a affermazioni come questa? «Vede, il convertito spesso esordisce con lo zelo del neofita. Quanti di noi, al momento della conversione, hanno buttato via libri e dischi; poi siamo andati a riprenderceli. Recita un versetto del Corano: “Ci sono segni per coloro che hanno intelletto”. Non basta imparare a memoria il Corano, bisogna comprenderlo e quindi anche interpretarlo. Il letteralismo tradisce lo spirito pretendendo di rispettare la lettera».

Piccardo, lei ha fatto diversi pellegrinaggi alla Mecca e l’ha vista cambiare. Che reazione può suscitare in un credente la “nuova” Mecca? «È uno shock culturale imbattersi nel lusso e nel consumismo con cui il regime saudita ha circondato il nostro luogo più sacro. Siamo giunti al limite della profanazione. Ne può derivare, tra i pellegrini, una ripulsa pericolosa. A tutto vantaggio della mala pianta del letteralismo. Noi non vogliamo avere niente a che fare né con un regime avido come quello saudita, né con l’Is che ne è una derivazione, peraltro non del tutto imprevista».

Suo figlio Davide ha partecipato all’incontro delle comunità islamiche col ministro Alfano. Quali sono le vostre aspettative? «Alfano poteva risparmiarsi la battuta sull’Islam che spara e l’Islam che prega. Ma l’incontro del Viminale è positivo, soprattutto se favorirà la completa emersione delle comunità islamiche. Siamo cittadini impegnati anche sul piano della sicurezza, oltre che in una lotta di tipo spirituale e culturale. Nello stesso tempo chiediamo tutela e rispetto: ha visto il filmato di Repubblica.it in cui un giovane vestito da imam raccoglie sguardi e parole ostili passeggiando nel centro di Milano?».

Per inviare la propria opinione a Repubblica, telefonare 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT