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La Repubblica Rassegna Stampa
28.01.2011 Quanti punti di vista possono esserci sulla Shoà ?
Secondo la guida del Touring Club più di uno...

Testata: La Repubblica
Data: 28 gennaio 2011
Pagina: 21
Autore: Marco Pasqua
Titolo: «Bufera sul Touring club: Frase filo-negazionista nella guida d´Israele»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 28/01/2011, a pag. 21, l'articolo di Marco Pasqua dal titolo " Bufera sul Touring club: Frase filo-negazionista nella guida d´Israele".

Per scrivere al Touring Club  e protestare per l'inaudita offesa alla Shoah, cliccare sul link sottostante, e inviare la e-mail con il proprio parere.

http://www.touringclub.it/contatti/


Yad Vashem

Una frase ambigua sul dramma della Shoah, all´interno dell´ultima edizione della Guida del Touring su Israele e i territori palestinesi. A segnalarla, in una lettera scritta al presidente dell´Unione delle comunità ebraiche e allo stesso presidente del Touring, è il vice segretario generale del Consiglio nazionale dell´economia e del lavoro (Cnel), Michele Dau. Il passaggio, che potrebbe anche essere il risultato di un lavoro di editing grossolano o frutto di ignoranza sul tema dell´Olocausto, compare a pagina 102, laddove si parla dell´Holocaust History Museum, nello Yad Vashem di Gerusalemme, il complesso progettato a memoria dei sei milioni di ebrei sterminati dai nazisti. In questa struttura, spiega la guida, «è narrata la storia della Shoah dal punto di vista degli ebrei». Una descrizione che ha colpito negativamente Dau, durante un recente viaggio in Israele con la moglie, professoressa di storia: «Visitando la straordinaria, e unica al mondo, ricostruzione storica, mi sono domandato il significato di quell´affermazione – denuncia nella missiva inviata a Renzo Gattegna, presidente dell´Ucei – e la mia indignazione è cresciuta, senza poter trovare una giustificazione accettabile di quella sottolineatura. Cosa si intenderebbe evidenziare? Forse che vi sarebbero altri punti di vista sulla Shoah? E quali sarebbero gli altri punti di vista in qualche modo accettabili? Forse quelli dei movimenti dei neonazisti che si sono affacciati in Europa? O forse si intende lasciare aperta la strada alle interpretazioni negazioniste che vorrebbero se non cancellare del tutto i fatti, quanto meno limitarli a quantità minima senza una vera decisione dei nazisti». Dau, su questo, non ha dubbi: «Comunque si voglia leggere quella frase è davvero lesiva della dignità della sofferenza atroce di milioni di persone». La stessa «indignazione» viene espressa anche nella lettera inviata al presidente del Touring, Franco Iseppi, nella quale vengono evidenziati anche altri errori (inesattezze su orari e modalità di vista di alcuni importanti luoghi).
Duro il commento di Marcello Pezzetti, direttore del museo della Shoah di Roma: «Voglio sperare che l´autore della guida volesse dire che quella dell´Holocaust History Museum è un´esposizione in cui è predominante il punto di vista di chi ha subito la Shoa, vale a dire gli ebrei. Certamente, però, non sa esprimersi. C´è un misto di superficialità e mancanza di sensibilità».

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