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La Repubblica Rassegna Stampa
22.06.2010 Gli ultraortodossi continuano la loro guerra allo Stato
Cronaca di Alberto Flores D'Arcais

Testata: La Repubblica
Data: 22 giugno 2010
Pagina: 16
Autore: Alberto Flores D'Arcais
Titolo: «Gli ortodossi fanno causa allo Stato: 'Israele perseguita noi ebrei religiosi'»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 22/06/2010, a pag. 16, l'articolo di Alberto Flores D'Arcais dal titolo " Gli ortodossi fanno causa allo Stato: 'Israele perseguita noi ebrei religiosi' ".

GERUSALEMME - È una vicenda che parte da una piccola colonia in Cisgiordania, con radici nella millenaria storia ebraica, che ha investito bambine, genitori, religiosi, politici, Corte Suprema, che ha visto scendere in piazza centomila ultraortodossi e che adesso potrebbe uscire dai confini di Israele per trovare un tribunale in qualche parte del mondo disposto a stabilire la "persecuzione e la violazione dei diritti umani degli ebrei religiosi" nello Stato ebraico.
Il rabbino Pinhas Saltzman è una figura di prestigio nella comunità Slonim, i hassidim di origine russa (e ashkenaziti) che in una scuola religiosa di Immanuel, in Cisgiordania, si rifiutano di accogliere le ragazze sefardite (orginarie del nordafrica) nelle classi dove studiano le loro figlie. È lui che ha annunciato che già diverse comunità ultraortodosse fuori dai confini israeliani, a New York, Strasburgo e Anversa, hanno deciso di fare causa allo Stato di Israele per portare l´accusa di "persecuzione religiosa" fino alla Corte Internazionale dell´Aja.
Le proteste degli Slonim erano iniziate dopo una sentenza del massimo tribunale israeliano che, con l´accusa di discriminazione razziale, ha condannato i genitori di 43 bambine ashkenazite di Immanuel a due settimane di carcere per essersi rifiutati di accogliere nella loro scuola le bambine di famiglie sefardite, peraltro anche loro ortodosse. Sentenza che i seguaci della comunità non accettano, perché in contrasto con quanto prescritto dai loro rabbini e dalla loro tradizione. Giovedì scorso, a Gerusalemme, centomila religiosi avevano dato vita alla più imponente manifestazione "interna" contro lo Stato di Israele dal 1999, quando in piazza erano scesi quasi mezzo milione di ortodossi per protestare contro «la dittatura della Corte Suprema».
La vicenda della scuola di Immanuel da giorni occupa le prime pagine dei giornali e i titoli di testa dei notiziari radiotelevisivi, e ha offuscato le notizie su Gaza e i mondiali di calcio, che anche in assenza della nazionale locale sono molto seguiti. Perché investe i difficili rapporti tra uno Stato ebraico laico, con la sua democrazia, le sue leggi, i suoi tribunali, e le diverse sette religiose dell´ebraismo che da millenni hanno come prima legge quella della Torah. «Nei giorni scorsi è stata proclamata l´autonomia degli ortodossi rispetto allo Stato di Israele», ha lanciato l´allarme Avraham Burg, ex presidente della Knesset (il parlamento israeliano), politico laburista ed ebreo osservante. Per Burg, «gli ebrei ultraortodossi sono in stato di ebbrezza e Israele rischia di sfaldarsi».
Una polemica che investe direttamente il governo, perché uno dei suoi esponenti - il viceministro dell´Istruzione Meir Porush (esponente di un partito ortodosso ashkenazita, il Fronte della Torah) - ha trasferito il proprio ufficio di fronte ai cancelli del carcere di Maassiahu dove sono detenuti i genitori (inizialmente solo i padri, perché diverse madri si sono nascoste e sono latitanti) delle allieve ashkenazite di Immanuel. Una decisione che è un evidente schieramento del viceministro con le famiglie che si ribellano alla Corte Suprema.
La storia delle bambine di Immanuel ha diviso Israele. La maggioranza appoggia le decisioni della Corte Suprema, anche se con molti distinguo sulla necessità o meno del carcere per i genitori. I principali quotidiani accusano gli ultraortodossi di volere la guerra tra laici e religiosi, e diversi opinionisti chiedono che vengano revocati i vantaggi che lo Stato offre ai religiosi, primo fra tutti l´esonero dal servizio militare. Per un accordo con lo Stato, infatti, i giovani ebrei ultraortodossi non sono infatti obbligati al servizio militare se studiano fino a 25 anni nelle scuole talmudiche.

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