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Corriere della Sera Sette Rassegna Stampa
18.07.2014 Ada Sereni e l'immigrazione ebraica clandestina in Israele
Antonio D'Orrico recensisce 'I clandestini del mare'

Testata: Corriere della Sera Sette
Data: 18 luglio 2014
Pagina: 20
Autore: Antonio D'Orrico
Titolo: «La vera storia di un kolossal di Ada Sereni»
 Riprendiamo da  CORRIERE della SERA SETTE, supplemento al CORRIERE della SERA di oggi, 17/07/2014, a pag. 20, l'articolo di Antonio D'Orrico dal titolo "La vera storia (un kolossal) di Ada Sereni"

Consigliamo il libro di Ada Sereni recensito da D'Orrico, I Clandestini del mare a chi non l'avesse ancora letto.


   
Antonio D'Orrico

Vorreste vedere questa estate un bel film d'avventura, inedito e appassionante, con protagonista una donna, ambientato in Italia ma su uno sfondo di avvenimenti (e che avvenimenti) internazionali? Eccolo qui, ce lo racconta Dante Matelli, uno dei miei giornalisti preferiti, qui nel ruolo di regista di kolossal, che mi scrive dopo aver letto l'articolo su Mare verticale, il libro di Marco Ferrari pubblicato da Laterza e dedicato alle estati degli scrittori novecenteschi in Liguria. «Può aggiungere, mi creda, alla lista nobile dei bagnanti di Bocca di Magra (Einaudi, Montale, Vittorini, Sartre eccetera eccetera) ultima, ma non per importanza, Ada Ascarelli Sereni. A 200 metri dal "Pilota", la sala da ballo del Marinaio di Gibilterra della Duras, lato sinistro della foce, proprio sul mare, c'è un boschetto di pini e lecci. Ora è poca cosa, c'è un club nautico e le ninfe se ne sono andate. Tra il'45 ed il '48, era il doppio, laggiù in fondo a bordo acqua, rami spettinati e defilati; non dava nell'occhio, e d'altra parte Bocca era un'Arcadia che esisteva solo nelle pagine dei poeti. Puro genio: il bosco fu scelto da Ada per nascondere (dallo spionaggio inglese) migliaia di reduci dai campi di sterminio e imbarcarli, proprio da Bocca, verso la Palestina, non ancora Israele. In varie ondate ne accolse e nascose e spedì circa 25mila. Ada, pioniera e sionista culturale, negli anni Trenta aveva fondato col marito Enzo Sereni il kibbutz Givat Brenner, che ancora esiste. In Italia era a capo della "LeAliàh Bet" (l'Istituto per l'immigrazione clandestina, un braccio del Mossad)
Seclese Bocca di Magra perchè defilatissima ma vicino ai cantieri navali di Spezia. Comprava in Francia navi cargo dismesse, le attrezzava per tarsportare più gente possibile eppi via in mare cercando di forzare il blocco della marina inglese. Una di queste, non una carretta, ma una nave di lusso, la "President Warfield" fu adattata per trasportare 4.500 ex deportati. Era l'Exodus, quella del film ( ma nessuno menziona Ada, accidenti a loro ! ) Era una brava scrittrice, I clandestini del mare, libro di memorie e avventure, è secco e ben fatto. Donna innamorata e testarda passò mesi e mesi a cercare il marito paracadutato dietro le linee dell'Asse, catturato torturato e fucilato dai nazisti nel '44. Sperò a lungo che non fosse vero. Girò e rigirò per l'Alta Italia. Determinata: individuò una nave (il "Lino") che portava armi e munizioni verso la Siria e fece in modo che affondasse nel porto di Bari. Una nave gemella, l'"Argiro", stesso carico e stessa destinazione, non arrivò mai a Beirut e probabilmente c'era il suo zampino. Ada aveva un bel caschetto di capelli neri in testa e belle gambe. Le mostrava perché portava sempre i calzoni corti, come usa(va)no le ebree nei kibbutz. Me lo disse il proprietario dell'albergo Sans Façon, ingaggiato a 18 anni da Ada per trasportare con la sua barca a remi gli scampati dalla Shoa fino alle navi. Mi disse che aveva un bel sorriso e questo è sempre un bel segno. Anni fa un bravissimo giornalista Rai, Guido Torlai, fece un servizio accennando a tutto questo. Gli diedero 5 minuti in coda a una trasmissione. Persero un'occasione». Grazie, Matelli, per il bel racconto.

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