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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
16.04.2014 Studenti della Al Quds University di Gerusalemme in visita ad Auschwitz
per questo il professor Mohammed Dajani è accusato di tradimento

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 16 aprile 2014
Pagina: 16
Autore: Carlo Antonio Biscotto
Titolo: «Il professore palestinese e la gita scolastica ad Auschwitz»
Riportiamo dal FATTO QUOTIDIANO di oggi, 16/04/2014, a pag. 16,  l'articolo di Carlo Antonio Biscotto dal titolo "Il professore palestinese e la gita scolastica ad Auschwitz".
 Non si può concordare con tutto ciò che Dajani afferma, e in particolare con le sue parole che identificano gli ebrei con "coloro che occupano" la terra dei palestinesi, ma si devono riconoscere il  coraggio e le  buone intenzioni. Buone intenzioni che purtroppo, però, sono destinate a non essere accolte dalla società palestinese, che non appare interessata alla verità storica sulla Shoah e alla comprensione delle ragioni del "nemico" israeliano.

Ecco l'articolo:



Mohammed Dajani     Auschwitz

Il professor Dajani, docente di scienze politiche alla Al-Quds University di Gerusalemme, è l'esempio perfetto dell'Islam moderato e dialogante. Fondatore, nel 2007, del movimento "Al Wasatia", che auspica apertamente una pace negoziata tra Palestina e Israele, Dajati non è nuovo alle critiche da parte dell'ala più intransigente e dura dell'Islam, ma questa volta le polemiche - e le minacce - sono state particolarmente violente. Qualche settimana fa, nel quadro di un progetto volto ad accrescere la comprensione e la tolleranza tra palestinesi ed ebrei, il professor Dajani ha portato 27 studenti palestinesi in visita al campo di concentramento di Auschwitz. Al suo ritorno, il rettore ha condannato il viaggio, i colleghi lo hanno bollato come traditore e gli amici gli hanno consigliato una vacanza all'estero. Dajani si aspettava le critiche: "Non mi hanno sorpreso, ma sono contento di essere stato il primo a organizzare la visita di un gruppo di giovani palestinesi in un campo di sterminio nazista. Sapevo che l'iniziativa avrebbe fatto rumore, ma credevo che le polemiche si sarebbero spente nel giro di pochi giorni". Purtroppo non è andata cosi. Le critiche sono state violentissime, alimentate anche dal sospetto - infondato - che il viaggio fosse stato finanziato da organizzazioni ebraiche. Dajani ha ricordato che secondo molti palestinesi l'Olocausto altro non sarebbe che uno strumento di propaganda per giustificare la politica di Israele in Palestina o, nel migliore dei casi, uno dei tanti massacri della seconda guerra mondiale. Un articolo che raccontava la visita ad Auschwitz pubblicato dal quotidiano Al-Quds è stato rimosso dal sito per le violente reazioni dei lettori. Tra i critici non solo gente comune, ma anche giornalisti, analisti tv e colleghi di Dajani che vivono in Cisgiordania. Da giovanie Dajani è stato un militante di Al Fatah, ma oggi si considera un moderato. Nei suoi scritti ricorrono con grande frequenza le parole tolleranza', dialogo', riconciliazione'. "È un teologo, un uomo pragmatico e coraggioso", ha detto Mathhew Kalman, commentatore di Haaretz, il quotidiano israeliano che ha rivelato il caso. Molti nemici di Dajani lo accusano di tradimento e di fare il lavaggio del cervello ai giovani. Uno degli studenti ha detto, in forma anonima, che quello che ha visto lo ha cambiato nel profondo: "Non puoi restare indifferente nel vedere quante persone sono morte solo per la loro religione. Certo è strano che un palestinese vada a visitare un campo nazista. Ma è una visita che consiglio a tutti". L'università ha sconfessato Dajani e tutti gli studenti andati ad Auschwitz. Dajani ha risposto: "Andrò a Ramallah, all'università, posterb le foto della visita su Facebook. Non mi pento di ciò che ho fatto. Ho intenzione di rifarlo. Non mi si può impedire di provare empatia umana per le sofferenze atroci di coloro che in questo momento occupano la nostra terra.

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