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Il Fatto Quotidiano Rassegna Stampa
05.08.2012 Aggiornamenti su processo Arrigoni e profughi palestinesi in Siria
due articoli di Roberta Zunini

Testata: Il Fatto Quotidiano
Data: 05 agosto 2012
Pagina: 11
Autore: Roberta Zunini
Titolo: «Le vittime senza patria - Gaza, libero ' l'ispiratore ' del sequestro Arrigoni»

Riportiamo dal FATTO QUOTIDIANO di oggi, 05/08/2012, a pag. 11, l'articolo di Roberta Zunini dal titolo " Gaza, libero ' l'ispiratore ' del sequestro Arrigoni  ". Dal FATTO QUOTIDIANO del 04/08/2012, a pag. 14, l'articolo di Roberta Zunini dal titolo " Le vittime senza patria ".
Ecco i pezzi, preceduti dai nostri commenti :

" Gaza, libero ' l'ispiratore ' del sequestro Arrigoni "


Roberta Zunini

Il commento di IC a questo articolo è contenuto nella Cartolina da Eurabia di Ugo Volli di questa mattina, pubblicata in altra pagina della rassegna
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=45547

Non c'è mai nulla di chiaro sotto il sole dì Gaza. Ogni situazione rimane avvolta da una coltre di ambiguità e quando sembra che le cose stiano prendendo una piega logica, accade sempre un fatto che rimette tutto in discussione. La sensazione che si prova, vhvendo da stranieri nella Striscia, è quella di una generale incertezza, confusione, per non dire sbandamento. Come quello generato dalla notizia della liberazione dell'estremista salafita Hisham Al-Saedni, noto anche come Abu Al-Waleed Al-Magdissi, considerato il leader della cellula terrorista islamica Tawhid e jihad che il 14 aprile del 2010 aveva rapito e, senza nemmeno attendere la scadenza del proprio ultimatum, aveva ucciso a sangue freddo l'attivista italiano Vittorio Arrigoni. Un giovane uomo che da anni si spendeva per raccontare le sofferenze dalla popolazione della Striscia, schiacciata tra l'assedio israeliano e la dittatura di Hamas.
LA SCARCERAZIONE di Saednl è avvenuta senza alcuna spiegazione da parte dell'autorità giudiziaria di Hamas, che non ha sentito minimamente il bisogno di comunicarne le motivazioni al legale della famiglia Arrigoni, Gilberto Pagani. "Abbiamo saputo del rilascio dalla stampa, non capiamo perché lo abbiano scarcerato ma è un fatto che riguarda parzialmente la morte di Vik. Saednl infatti non ha mal rivendicato il rapimento, né ha mai riconosciuto l'appartenenza alla propria cellula di coloro che si trovano in carcere per aver confessato di essere stati gli autori del rapimento e dell'omicidio". A parte il fatto che solo un pazzo rivendicherebbe un co si brutale omicidio, anzi una tale efferata esecuzione, di un cittadino straniero che viveva su quel territorio solo per scopi umanitari, è anche vero che se Saednl non ha mai avvalorato le motivazioni deipresunti assassini : scambiare la libertà dell'attivista dell'Internationai solidarity movement, con la propria, resta però l'impressione che questa scarcerazione sia il frutto di compromessi e negoziazioni. O, forse, di ricatti inconfessabili dietro a cui si nascondono verità altrettanto lncofessabill.
IL PROCESSO, del resto, presso il tribunale militare di Gaza, a carico dei 4 giovani "terroristi islamici" - 3 sono in carcere dal giorno successivo l'omicidio, mentre ilproprietario della casa dove fu tenuto Arrigoni è latitante dopo essere stato scarcerato l'anno scorso, pur con obbligo di residenza - non si è mai svolto in modo limpido, a partire dai continui slittamenti delle udienze. --Speriamo che quella indetta per il 5 settembre sia quella definitiva - dice ancora Pagani - perché tutte le parti ormai sono state sentite e quindi non ci sono motivi per posticipare il verdetto". Nella sua voce però ci sono forti note di incertezza, dovute alla rigidità delle autorità militari che in questo lungo anno e mezzo non gli hanno mai concesso i colloqui richiesti. In ogni caso, chi finirà sul patibolo difficilmente coinciderà con il mandante dell'esecuzione di Vittorio. Anche per-ché i rei confessi avevano a un certo punto ritrattato mentre I due principali sospettati erano già stati uccisi nel blitz delle forze speciali di Hamas. Allora chi ha davvero ucciso Vik?

" Le vittime senza patria "

Roberta Zunini cita Ugo Volli e una sua Cartolina (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=45368). Quando si cita un nome si cita anche la fonte. Va bene che, probabilmente, vista la linea del Fatto su Israele, il nostro nome deve piacerle poco, ma non è una scusante.
Notiamo, comunque, che, finalmente, qualcuno specifica quali sono le condizioni di vita dei palestinesi nei Paesi arabi che tanto si riempiono la bocca con la questione palestinese. I Paesi islamici non sono amichevoli nè disponibili coi loro 'fratelli palestinesi', li tengono segregati nei campi profughi e non concedono loro nessun diritto.
Ecco il pezzo:


Abu Mazen

Forse una ventina di morti non sembrano molti, considerate le migliaia di vittime cadute finora nella guerra civile siriana. Ma se questi 20 fanno parte del mezzo milione di palestinesi rifugiati in Siria, la cifra assume un valore diverso, come ha sottolineato il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, commentando il bombardamento avvenuto due giorni fa sul campo profughi al-Yarmuk: "Si tratta di un crimine vergognoso, avvenuto alcuni minuti prima della sospensione serale del digiuno del Ramadan, mentre le strade erano particolarmente affollate". In un comunicato la direzione dell'Anp ha lanciato un appello a tutte le forze impegnate nei combattimenti in Siria affinché si astengano dal colpire i campi profughi palestinesi. In particolare - scrive l'agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafo - la direzione dell'Anp ha lanciato pesanti accuse nei confronti di Ahmed Jibril, leader del Fronte Popolare perla liberazione della Palestina, di orientamento filo-iraniano. "Il comportamento di Jibril è degno di ogni condanna. Sta coinvolgendo i profughi palestinesi in un conflitto che non li riguarda e trascina i campi profughi nella guerra", hanno detto alcuni funzionari dell'Anp. Che i palestinesi rifugiati in Siria fossero stati finora dalla parte degli Assad è gioco forza: pur essendo i palestinesi di fede sunnita, non hanno potuto far altro che parteggiare perla dinastia sciita che da decenni governa con il pugno di ferro la Siria e che ha dato loro rifugio. Vi immaginate essere profughi e dissentire dal dittatore che obtorto collo vi ospita? Impossibile. Il bombardamento dell'altro giorno diventa ancora più odioso se pensiamo alle vessazioni, per usare un eufemismo, inflitte, da più di mezzo secolo, ai palestinesi dai Paesi arabi dove centinaia di migliaia fuggirono a partire dal '48 (la cosiddetta Nabkah, catastrofe in arabo, ndr). Quando nacque Israele. I PRIMI e tuttora più grandi nemici dei palestinesi sono stati gli arabi stessi. Come ha spiegato, ancora una volta con abbondanzadi fonti, l'intellettuale Ugo Volli: "C'è un paese del Medio Oriente dove i palestinesi sono sistematicamente torturati e uccisi in questo momento, e stanno perdendo i loro diritti e la stesse fonti ufficiali palestinesi, in singolare armonia fra Fatah e Hamas dicono che si teme una nuova Nabkah. Questo Paese è la Siria". I campi profughi che "accolgono" i palestinesi nei vari Paesi arabi confinanti con Israele e l'Autorità nazionale palestinese, esistono dal '48. Ma i palestinesi non hanno mai maturato alcun diritto né civile né politico in quei Paesi: in Libano i giovani palestinesi dei campi profughi non possono svolgere le professioni più remunerative e importanti, come il medico e l'avvocato. Non è un problema grave né sentito: la maggior parte non arriva a frequentare l'università.

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