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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
31.01.2015 Stato islamico/Califfato: i soldi per finanziare il terrorismo
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata:
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «La spaccatura nel califfato a caccia di soldi»

 Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 31/01/2015, a pag.16, con il titolo "La spaccatura nel califfato a caccia di soldi", il commento di Fiamma Nirenstein 

 


Fiamma Nirenstein

Sarebbe dovuto scadere ieri sera l'ultimatum dell'Isis che propone lo scambio fra il pilota giordano rapito e una terrorista detenuta ad Amman. Ma per ora non si muove nulla, e anche se la Giordania ha dichiarato la sua disponibilità, pure la mancanza di notizie certe sulla sorte del pilota blocca la situazione. Le perplessità sono da tutte le parti: non si sa se Kasaesbeth, il pilota, sia vivo, e in realtà la richiesta dello scambio l'ha bizzarramente gestita il prigioniero giapponese Kenji Goto, anche lui minacciato di morte. E anche l'Isis, nonostante l'inflessibile, criminale leadership di Abu Bakr al Baghdadi può avere momenti di dubbio: sembra che proprio ieri nelle ore in cui la Giordania doveva liberare la terrorista Sajida al Rishawi in cambio dell'ostaggio, si sia spaccata. Una buona parte del Califfato è convinta che il pilota, in quanto kafir, miscredente, debba essere ucciso comunque. C'è chi invece sostiene che lo scambio debba concludersi, e poiché la gente dell'Isis ha un caratterino, nella città di Raqqa si spara fra fazioni. Ma la diminuzione del prezzo del petrolio che dava all'Isis 2 milioni di dollari al giorno, le perdite a fronte della coalizione e dei Curdi, spingono parte della leadership a cercare successi e soldi.
L'Isis è in pieno movimento: a Tikrit, a nord di Baghdad, i terroristi hanno fatto esplodere dieci palazzi che erano di Saddam; sempre ieri hanno attaccato le cittadine di Kaske e Aske. È anche una reazione alla pesante sconfitta subita a Kobane. Ma è la trattativa di questi giorni che ci mette di fronte alla pirotecnica politica dell'Isis. La gestione degli ostaggi (sono arrivati a essere 27 tutti insieme) è ultrasofisticata. Non basta che la loro nazionalità come anche quella dei carcerieri-boia sia multiforme (il primo decapitato americano James Foley fu sgozzato da un disk jockey inglese). Stavolta il povero giapponese, dopo aver mostrato la foto del compagno decapitato, ha imposto l'ultimatum per il giordano, anche se è lui stesso in attesa della propria esecuzione: è un incredibile groviglio che getta responsabilità a destra e a manca, i giordani diventano qui responsabili per i giapponesi, i giapponesi per tutti, inchiodati al loro ruolo nella coalizione e a non aver voluto pagare. Un messaggio è chiaro: per noi siete la medesima carne da decapitazione, infedeli. Un'altra novità è che l'Isis chiede al mondo che tuttavia disprezza qualcosa che gli interessa, dimostrando così che anche dalla casa degli infedeli si può ottenere qualcosa per trattativa, nella fattispecie la terrorista suicida di un attentato che costò 60 vite. Una tipa come loro. Non finisce qui perché di personaggi come la Rishawi ce ne sono tanti. Purtroppo.

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