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Rassegna Stampa
21.09.2014 Che cosa frulla nella testa di Obama
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata:
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «In Medio Oriente un nemico che unisce»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 21/09/2014, a pag.13, con il titolo " In Medio Oriente un nemico che unisce ", il commento di Fiamma Nirenstein.

Fiamma Nirenstein    Obama:  Allora, chi sono i moderati ?   

Anche se le notizie sull'Isis abbondano, non possiamo credere che l'organizzazione dei tagliateste muova il mondo e costringa il vecchio gigante a cambiare posizione, da un fianco all'altro, da supino a prono. Anche ieri tutti i fronti sono stati mobilitati: in Vaticano e in Belgio (è stato sventato un attentato) tutte le polizie internazionali sono in movimento, il Papa è a rischio. Negli Stati Uniti Obama ha tenuto un discorso a lato del Consiglio di Sicurezza ora presieduto dagli Usa, in cui trasmette ancora un doppio messaggio: è determinato a battere l'Isis, ma invece di individuare bene la strategia parla di diplomazia: «siamo già più di 40» ha detto, «questa non è una guerra americana» e così via, anche se, dice, gli Usa hanno il ruolo principe. Gli Usa e la Francia sono certo al momento gli alleati più attivi con i droni (Hollande si è vantato di aver ucciso con i cacciabombardieri Rafale decine di terroristi), ma al momento è lo scenario mediorientale e dintorni che si modica come plastilina, che disegna scenari geopolitici incontrollabili senza una mente che controlli o che almeno capisca. Lo sfondo è lo spiazzamento di 14 milioni di persone mosse dalla guerra e dalla fame, la metà dei siriani e un decimo degli iracheni vagano per deserti e montagne. Tre eventi disegnano il caos di ieri: la Turchia, che aveva rifiutato la coalizione e che ha persino negato le sue basi benchè sia un Paese della Nato, ieri è riuscita, non si sa ancora come, a recuperare i 49 ostaggi nelle mani dell'Isis. II primo ministro Davotoglu dice che non è stato pagato nessun riscatto: la logica induce a pensare che la posizione politica del Paese c'entri per qualcosa. I sunniti estremisti, di cui peraltro la Fratellanza Musulmana con diversa declinazione fa parte e di cui Erdogan è un leader mondiale, sembrano ricambiare la cortesia.
Nel frattempo il Libano, che una decina di soldati prigionieri dell'Isis e che proprio venerdì ha visto il secondo ucciso, ha chiesto alla Turchia di mediarne la liberazione. Un intrigo affascinante fa della Turchia un nido di intrighi: l'astuto Erdogan ha appena aperto i cancelli a 45mila profughi curdi (gruppo etnico in eterno contenzioso con la Turchia). Intanto i Peshmerga curdi chiedono a Obama che aiuti i villaggi che ISIS ha occupato nei giorni scorsi in Siria nell'isteria legata all'intervento americano, e passano dall'Iraq in Siria. L'impensabile conquista la scena: l'ultraislamica Arabia Saudita ha mosso il Consiglio degli Studiosi con in testa Abdulaziz al-Sheikh per condannare il terrorismo. La sua attività di finanzamento delle madrasse e delle moschee occidentali che promuovono e ospitano terrorismo è in questione più del solito. Il Qatar ha defenestrato i suoi tradizionali ospiti della Fratellanza, quelli che fino a ieri li ha finanziati, e sta nella coalizione.
Ci si può fidare? No, ma vedremo se sarà confermata la prossima espulsione di Khaled Mashaal, capo di Hamas. Insomma, gli Usa avrebbero ora l'occasione di disegnare un vero fronte di «moderati», chiedere all'Islam di pronunciarsi, portare allo scoperto la collaborazione con Israele in un autentico «processo di pace».
Gli interessi sono identici, quelli di battere il terrore, che lo si dica. Inoltre, la coalizione non sarà moderata se comprende l'Iran, bandiera islamista del terrore e di Assad. È vero che combatte sul terreno iracheno e su quello siriano, ma è impensabile che lo faccia in veste di alleato. Invece, ieri Kerry lo ha sdoganato. Errore che irrigidisce sauditi, egiziani, Golfo, Giordania. Che razza di fronte moderato ha in testa Obama? O non ha in testa nulla, come ai tempi della Primavera Araba?

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