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Rassegna Stampa
14.09.2014 Arrivano i kamikaze
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata:
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Arrivano i kamikaze»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 14/09/2014, a pag.1-13, con il titolo "Arrivano i kamikaze", il commento di Fiamma Nirenstein.

Fiamma Nirenstein  i kamikaze in arrivo

E' un ordine di attacco immediato al mondo in cui viviamo. Da ieri i militanti dell'ISIS hanno ricevuto un ordine eccitante, uccidete e suicidatevi, e lo hanno avuto con due video e un tweet: lo Stato Islamico, dice il video rispondendo due giorni fa alla preparazione dell'azione internazionale di Obama, "resiste nonostante i vostri complotti, le armi... le munizioni immagazzinate". Ora risponderemo dice l'organizzazione di Al Baghdadi e lancia il suo appello ai combattenti: "Individuate i vostri obiettivi, preparate le autobombe, le cariche e le cinture esplosive per colpire duramente e fracassare le teste".
Il primo video mostra come sfondo una vasta gamma di nemici, da Obama, ad Abdullah, a Cameron. Il tweet invita il Cairo a prepararsi a una sorpresa, mentre chiede alla Fratellanza Musulmana di forgiare un'alleanza con ISIS.
Il secondo, mostra una bandiera nera che avvolge e inghiotte quelle americana, israeliana, tedesca, inglese. Lo sfondo teorico è chiaro: L'ISIS già da tempo ha deciso di non contentarsi del perimetro mediorentale, anzi, ha scoperto che la sua espansione numerica, il suo successo, sono legati all'allargamento del suo orizzonte, i giovani corrono alla ricerca della truce avventura quanto più essa addenta le realtà occidentali, che essi considerano peccaminose, scomode, e anche grige.
Lo scopo dell'ISIS, come ha detto chiaro Abu Bakr Al Baghdadi, il califfo delle decapitazioni e delle stragi di bambini, non è solo quello di stabilire uno Stato dell'Iraq e del Levante, come affermava fino a qualche mese fa: dal giugno scorso Al Baghdadi ha in mente e sulla punta del fucile lo Stato Islamico quanto più largo possibile, e vuole venire a trovarci.
Il suo discorso allora è stato tradotto in inglese, francese, tedesco, turco, russo, albanese. Lo slogan di fondo era: "Corri o musulmano al tuo Stato", ovvero, abbandona le appartenenze locali e espandi il tuo potere sul mondo che ci compete. In mente, come aveva anche Bin Laden, ha l'impero Omayyade dal 661 al 750 e poi quello Abasside, e ricorda molto bene i 623 anni dell'Impero Ottomano fino al 1922 che da Vienna, alla Polonia, fino all'Azerbaijan e i Balcani e naturalmente tutto il Medio Oriente.
Madrid per prima, anche Roma, Parigi e Londra sono oggi nella prospettiva di ogni aderente all'Islam riconquistatore, ma anche l'India e il lontano Oriente sono nel mirino.
Roma, come sede della cristianità, è terreno primario di conquista: non è certo solo Abu Bakr Al Baghdadi che l'ha annunciata, per esempio anche Al Qaradawi, leader storico di Al Qaeda, Yunis Al Astal, un famoso clerico di Hamas, hanno promesso tutti la sicura occupazione della "capitale del cattolicesimo e dei crociati". Quanto è realistico l'ordine di attacco? A giudicare dal passato, siamo vulnerabili, e le forze del terrorismo islamico sono molto largamente distribuite. Gli attentati di Madrid (191 morti nel 2005) e di Londra (52 morti, stesso anno) sono i maggiori, ed è impossibile dimenticare che ad Amburgo viveva uno dei maggiori terroristi dell'11 di settembre, Mohamed Atta, né sfugge alla memoria l'assassino di Theo van Gogh. Sono di matrice prettamente ISIS quelli più recenti: quello di Marsiglia di maggio, quando il 29enne jihadista Mehdi Nemmouche ha ucciso 4 persone al Museo Ebraico e poi si è rivelato come il carceriere e torturatore di James Foley e Steven Satloff in Siria. E' uno dei casi di ritorno dei 700 giovani ora in guerra dalla Francia, l'Inghilterra ne ha 400, 270 la Germania, 250 il Belgio. In Francia prima di Nemmouche, Mohammed Merah uccise 7 persone fra cui 3 bambini della scuola ebraica. A Londra e sempre a Parigi, in una sequenza di tre giorni nel maggio del 2013 due assalitori armati di mannaia hanno cercato di tagliare la gola a due soldati dei rispettivi Paesi. Si dice che Nemmouche preparasse un attacco in grande stile sugli Champs-Élysées il 14 luglio.
La polizia è in estremo allarme, i servizi segreti di tutto il mondo si scambiano informazioni, Obama ha suonato l'attacco... la dottrina jihadista spinge a portare l'attacco a casa del nemico per terrorizzarlo, dissuaderlo dal reagire, spingerlo a chiudersi in casa come i Tanzim e Hamas tentarono di fare con Israele negli anni dell'Intifada, quando tutto saltava per aria.
Ma con una giusta analisi dei fatti, dell'origine del terrore, della sua dislocazione, gli attentatori suicidi furono battuti; se non si cede alla paura, è possibile vincere. Sempre che sia un verbo ancora in uso.

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