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L'Opinione Rassegna Stampa
04.09.2007 Antisemitismo, fenomeno ben lungi dall'essere debellato
il rapporto annuale dell' Anti Defamation League

Testata: L'Opinione
Data: 04 settembre 2007
Pagina: 0
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «L’antisemitismo viene dall’Est»
Da L' OPINIONE del 4 settembre 2007

I nuovi nazisti anti semiti sono tutti ragazzotti dell'Europa dell'Est. Lo dice il rapporto 2007 della Anti Defamation League, organismo del Jewish Congress che da anni si occupa di monitorare il triste e inquietante fenomeno. Russia, Ucraina, Polonia, Romania e Germania si contendono infatti il poco invidiabile primato degli atti di violenza contro appartenenti alle comunità ebraiche locali e dei vandalismi in cimiteri e sinagoghe. Il nuovo rapporto sugli atti di ostilità contro la religione ebraica nel mondo più o meno civilizzato non lascia spazio a interpretazioni: il problema è ancora ben lungi dall'essere debellato. A questi stati si aggiunge nell'occidente europeo la Francia che a causa della forte componente musulmana presente sul proprio territorio ha il suo bel daffare a tamponare analoghi comportamenti criminali.

A tutto ciò si aggiunga che da un "survey" promosso sempre dalla Anti Defamation League si viene a sapere che nella stessa Europa che negli anni '40 fu la culla ove vennero incubati tanto il nazismo quanto la Shoà ancora oggi la metà degli intervistati crede che gli ebrei non siano cittadini leali ai rispettivi paesi di appartenenza, scambiando di fatto la religione con la razza e con la presunta appartenenza degli ebrei allo stato di Israele. Inoltre secondo un terzo degli intervistati in Austria, Belgio, Olanda, Ungheria, Svizzera e Gran Bretagna la colpa degli ebrei è di "esser troppo ricchi" e di costituire una lobby poltica e finanziaria. Pregiudizi degni del falso della polizia zarista ormai arcinoto come "I protocolli dei savi di Sion". L'indagine è stata condotta su un campione di 3000 persone adulte, 500 per ognuno dei sei paesi menzionati, tra la fine di maggio e la metà di giugno appena passati.

Rispetto ad analoga indagine promossa nel 2005 la cattiva notizia è che i pregiudizi sono nettamente in crescita. L’unica notizia buona di questo "survey" è la contraddittorietà delle risposte. Infatti gli stessi intervistati riconoscono che l'Iran è ormai un problema non solo per Israele e che Hamas è da considerare un movimento di terroristi con cui non trattare. Dalla Gran Bretagna infine il segnale più negativo: il 37 per cento si è detto a favore del boicottaggio accademico contro Israele e il 43% contro. Questo indica che l'iniziativa dei cattedratici britannici, da tutto il mondo civilizzato considerati alla stregua dei cattivi maestri italiani del terroirsmo degli anni '70, riscuote invece molta popolarità nel proprio paese.

Abraham X. Foxman, il leggendario presidente della Adl (Anti Defamation League) commenta amaramente i risultati: "Purtroppo ancora oggi milioni di europei continuano a credere nei più triti pregiudizi anti semiti, come quello che gli ebrei siano fedeli più a Israele che agli stati di cui sono cittadini a tutti gli effetti o come quello di essere i burattinai della finanza mondiale.. queste infamie sono dure a morire come dimostra anche il numero impressionante di atti di vandalismo contro i cimiteri ebraici e di aggressioni a ebrei in tutto il mondo". Per la precisione nei paesi monitorati dalla Adl nel periodo tra la fine di febbraio e la metà di agosto del 2007 (Argentina, Australia, Bielorussia, Brasile, Canada, Repubblica Ceca, Slovacchia, Francia, Germania, Lituania, Polonia, Romania, Russia, Ucraina) sono avvenuti qualcosa come 44 episodi di violenza contro cose o persone per ragioni di odio anti semita.

Il record poco invidiabile lo detiene la Russia con nove episodi tra i primi di marzo e lo scorso 20 agosto quando venne devastato un cimitero ebraico nel Daghestan, a Derbent. Segue la Germania con sette episodi tra fine febbraio del 2007 e il 12 di agosto scorso (anche in quel caso venne distrutto un cimitero ebraico con 70 tombe profanate a Ihringen), la Repubblica Ceca con cinque episodi tra luglio e aprile 2007, e poi a pari demerito la Francia e l'Ucraina con quattro episodi a testa in un periodo compreso tra aprile e il 9 agosto la prima e tra gennaio e maggio la seconda. Preoccupante anche la situazione in Canada, 3 episodi, in Australia, due, in Bielorussia, due, e in Brasile, Slovacchia e Romania, uno a testa. In tutti questi paesi infatti l'anti semitismo in forme violente rappresenta quasi una novità. L'Argentina risente della penetrazione degli Hezbollah in Sud America grazie alla politica filo iraniana del Venezuela di Chavez che ha creato per loro una vera e propria testa di ponte latino americana.

L'unica notizia buona, una volta tanto, riguarda l'Italia: in un'altra ricerca della Adl riguardante domande del tipo, "gli ebrei sono più leali a Israele che al paese di appartenenza", "gli ebrei sono responsabili della morte di Cristo", "gli ebrei parlano troppo dell'Olocausto", "gli ebrei hanno troppo potere nel mondo degli affari e nei mercati internazionali", tutte le percentuali di quelli che rispondono affermativamente a questi pregiudizi aumentano nei paesi monitorati (Francia, Germania, Spagna, Italia e Polonia) eccezione fatta per il nostro. Che segue al rialzo il pessimo trend degli altri quattro paesi solo su due domande peraltro cruciali per rivelare il pregiudizio anti semita: quella sul potere di influenzare il mondo degli affari e quella sulla capacità di dirigere il mondo economico e dei mercati. Al "deicidio" da parte degli ebrei, grazie all'opera meritoria passata di Woytyla e a quella attuale dello stesso Ratzinger, gli italiani non sembrano credere più visto che il tasso di risposte affermative a domanda in tal senso si è ridotto dal 42% al 32% rispetto al 2005.

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