venerdi 29 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
25.08.2016 Sharia; toh, le femministe esistono ancora, ma stanno dalla parte di chi schiavizza le donne
Cronaca di Stefano Montefiori

Testata: Corriere della Sera
Data: 25 agosto 2016
Pagina: 24
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «Nizza, polizia in azione in spiaggia. Donna musulmana fatta svestire»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/08/2016, a pag.24, con il titolo " Nizza, polizia in azione in spiaggia. Donna musulmana fatta svestire ", la cronaca di Stefano Montefiore.

Risultati immagini per feminist mouvement deaf sharia

Nulla di nuovo sulle decisoni del governo francese sull'uso del burkini in spiaggia, non l'avremmo ripresa se non ci avesse colpito la protesta delle femministe " il collettivo Osez le femminisme ha protestato con un comunicato nel quale sostiene che con queste misure le donne di confessione musulmana sono le grandi perdenti, vittime di atti di umiliazione, su un fondo di razzismo e di sessismo".
Ma guarda, ci siamo detti, ma allora le femministe esistono ! Non hanno mai detto nulla contro la schiavizzazione della donna sotto l'islam, non solo nei paesi musulmani, ma anche in Francia, e adesso parlano di 'razzismo e sessismo' contro chi? l'islam? No, contro la Francia!
Al di là della vicenda Burkini, quasi una divagazione inutile per non affrontare il vero dramma rappresentato dall'invasione islamica, ancora una volta registriamo la definitiva uscita di scena del movimento delle donne. Finalmente hanno raggiunto la parità con l'altro sesso. Almeno in quanto a vigliaccheria.

Immagine correlata
Stefano Montefiori

All'ingresso della spiaggia libera di Nizza, a pochi metri dalla Promenade des Anglais del'attentato del 14 luglio, c'e affissa l'ordinanza che vieta i vestiti non rispettosi del buon costume e della laicita». SuIla base di quel testo, martedì mattina intorno alle 11, quattro agenti municipali armati sono scesi tra i bagnanti e si sono rivolti a una donna che, dopo essere uscita dall'acqua, stava distesa sui ciottoli (a Nizza non c'e sabbia) con un velo sui capelli e una tunica turchesi, e dei legging neri fino alle caviglie. Nelle fotografie la donna si toglie la tunica davanti agli agenti. Il municipio di Nizza ha precisato ieri che la signora si è voluta togliere da sola la tunica per mostrare che aveva un costume da bagno. II poliziotto le ha detto che doveva mettersi in tenuta da spiaggia, o andarsene. La donna ha preferito andarsene», dopo essere stata comunque multata di 38 euro. Questi scatti hanno rilanciato una polemica che domina II dibattito politico in Francia da settimane, in seguito alla prima ordinanza oanti burkini» del sindaco di Cannes, David Lisnard, emessa il 28 luglio. L'idea e che si debba censurare la censura: se alcune donne musulmane sono costrette a coprirsi e a negareil proprio corpo anche al mare, occorre negare quella negazione. Nei primi giorni il divieto del burkini e sembrato racco-gliere molte critiche nel mondo anglosassone e molti consensi in Francia. Dopo l'episodio di Nizza, la destra continua a essere favorevole mentre la sinistra si divide, nonostante II premier socialista Valls qualche giorno fa abbia detto di comprendere la decisione del sindaci. In astratto, proibire i vestiti islamici in spiaggia sembra un'azione di contrasto contro l'oscurantismo e l'invadenza dell'islamismo radicale. In concreto, mandare poliziotti armati a rimproverare una donna sola, inoffensiva, che sta riposando sulla spiaggia, appare un'azione sproporzionata e di certo poco collegata alla lotta contro II terrorismo . Il collettivo Osez le femminisme ha protestato con un comunicato nel quale sostiene che con queste misure le donne di confessione musulmana sono le grandi perdenti, vittime di atti di umiliazione, su un fondo di razzismo e di sessismo. Alcuni sospettano che le foto di Nizza siano una messinscena, una provocazione, ma l'agenzia che le ha diffuse assicura cheil suo fotografo si è imbattuto per caso nell'episodio vedendo il gruppo di agenti municipali, e ha ripreso fatto da un centinaio di metri usando II teleobiettivo. Il punto non e piü II burkini, il costume integrale che copre II corpo della donna dalla testa ai piedi, ma qualsiasi tenuta che richiami la tradizione islamica e non i costumi da bagno occidentali. In Francia il velo sembra ormai proibito non piiù solo nelle scuole, ma di fatto anche in spiaggia. Solo che II principio della laicità si applica nei luoghi dove si esercita l'autorità pubblica, non per strada o al mare. A Cannes, gli agenti sono intervenuti in spiaggia per intimare a Siam, 34 anni, di togliere il velo che aveva sui
capelli. Mi hanno umiliata, i miei bambini piangevanoo. Tra i bagnanti, qualcuno ha preso le sue difese, altri hanno applaudito i poliziotti dicendo la Francia è un Paese cattolico, se ne torni a casa sua!. La signora è di Tolosa, e citerà in giudizio II Comune di Cannes. Oggi alle 15 il Consiglio di Stato, massima giurisdizione amministrativa, esaminerà la questione. In ogni caso, secondo David Thomson, esperto di terrorismo, le foto di Nizza alimenterarmo la propaganda jihadista per anni.

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/ 62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT