|
| ||
|
||
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 16/05/2016, a pag. 33, con il titolo "Negazionismo, le leggi e la Storia", la lettera di Gian Luigi Molteni e la risposta di Sergio Romano. Sergio Romano prende posizione contro la legge sul negazionismo. Non considera che non tutte le opinioni sono legittime, ma soprattutto ignora la portata positiva della legge nei Paesi dove esiste già. In Francia, per esempio, grazie a una legge analoga il comico antisemita Dieudonné è stato più volte condannato a pene pecuniarie e detentive (anche se ha finora eluso queste ultime): per saperne di più, rimandiamo alla pagina di Informazione Corretta http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=62393 Ecco lettera e risposta:
Dunque anche in Italia sarà sanzionato severamente chi osa mettere in dubbio talune verità «ufficiali e dogmatiche» sull'Olocausto. La verità imposta non è mai verità e denota una certa «coda di paglia». Il sottoscritto, da sempre appassionato di Storia, che la legge in tutte le versioni, vincitori e vinti, per poi trarne conclusioni in base a prove e riscontri, potrà quindi senza timore discutere di Giulio Cesare e di Mao, di Putin e di Attila, di Vietnam e di Man-chu-kuo, ma non potrà più, pena la galera, avere un serio confronto civile sull'argomento Olocausto. Comprendo le motivazioni politiche ed economiche ma... viva la libertà di pensiero e la ricerca storica. Povero Voltaire, tanta fatica per nulla. Gian Luigi Motteni - Lecco Uno storico francese di origine ebraica, Pierre Nora, ha fondato qualche anno fa l'associazione Liberté pour l'histoire e ha lanciato un appello che dice, tra l'altro, «Preoccupati dei rischi di una moralizzazione retrospettiva della storia e di una censura intellettuale, noi ci appelliamo alla mobilitazione degli storici europei e alla saggezza dei politici. La Storia non deve essere schiava dell'attualità né essere scritta sotto dettatura da memorie concorrenti. In uno Stato libero nessuna autorità politica ha titolo per definire la realtà storica e per restringere la libertà dello storico sotto la minaccia di sanzioni penali». Con altri storici ho firmato quell'appello e non ho cambiato idea. È stato detto che la legge sul negazionismo combatte il razzismo. A me sembra invece che permetta ai negazionisti di proclamarsi vittime di un divieto. È il miglior regalo che si possa fare a quel genere di persone. Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@corriere.it |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |