giovedi` 25 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.04.2015 25 aprile: la Brigata ebraica, che liberò l'Italia, contestata dagli eredi dei volenterosi carnefici di Hitler
Cronache di Marco Cremonesi, Alessandra Coppola, commento di IC

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 aprile 2015
Pagina: 8
Autore: Marco Cremonesi - Alessandra Coppola
Titolo: «Mattarella e i valori del 25 aprile: 'Democrazia è lotta per la legalità' - Fischi e spintoni alla Brigata ebraica»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/04/2015, a pag. 8, con il titolo "Mattarella e i valori del 25 aprile: 'Democrazia è lotta per la legalità' ", la cronaca di Marco Cremonesi; a pag. 9, con il titolo "Fischi e spintoni alla Brigata ebraica", la cronaca di Alessandra Coppola.

Condividiamo le parole pronunciate ieri dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e dal Capo del Governo Matteo Renzi sul significato e il valore, oggi, del 25 aprile. Come ha sottolineato Mattarella, "non c'è equivalenza tra chi sosteneva gli occupanti e chi li combatteva".

Risultati immagini per susanna camussoRisultati immagini per laura boldrini
Susanna Camusso  Laura Boldrini

Vuoti proclami, invece, come prevedibile, quelli del leader della Cgil Susanna Camusso. Ancora peggio fa Laura Boldrini, secondo cui tra i migranti che oggi giungono in Italia ve ne sono molti che, nel loro Paese, fanno le stesse cose fatte dai partigiani in Italia 70 anni fa: un paragone insostenibile.

Da parte del Manifesto, infine, nessuna condanna nei confronti dei gruppi di facinorosi propalestinesi che hanno contestato a Milano la Brigata ebraica. Quella stessa Brigata che ha contribuito alla Liberazione, mentre nello stesso periodo le milizie organizzate dalla massima autorità araba palestinese, il Gran Muftì Amin al Husseini, combattevano sotto i gonfaloni di Hitler e partecipavano attivamente allo sterminio degli ebrei in Europa.

Ecco gli articoli:

Risultati immagini per brigata ebraica 25 aprile
La Brigata ebraica al corteo del 25 aprile

Marco Cremonesi: "Mattarella e i valori del 25 aprile: 'Democrazia è lotta per la legalità' "

Risultati immagini per sergio mattarellaRisultati immagini per matteo renzi
Sergio Mattarella       Matteo Renzi

«Per noi democrazia oggi vuol dire anche battaglia per la legalità. Vuol dire lotta severa contro la corruzione». Sergio Mattarella, fino a quel punto assolutamente misurato, aggiunge colore e enfasi alla voce. Per il capo dello Stato democrazia significa anche «contrasto aperto contro le mafie e tutte le organizzazioni criminali, che sono una piaga aperta nel corpo del Paese». E richiama al dovere le istituzioni, che «devono tenere alta la guardia e chiamare a sostegno i tanti cittadini e le associazioni che costituiscono un antidoto di civismo e di solidarietà».

La prima mattina è a Roma, con la deposizione della corona d’alloro all’Altare della Patria, presenti tra gli altri il premier Matteo Renzi, il presidente del Senato Pietro Grasso e la ministra Roberta Pinotti. Poi, il presidente si sposta a Milano, accolto da una giornata bigia. Ma al suo arrivo al Piccolo teatro Paolo Grassi, dove si svolge la cerimonia per i settant’anni dalla Liberazione, verrà salutato da un lungo applauso, che insiste fino a quando lui non entra nella sala che fu il laboratorio delle magie di Giorgio Strehler. Il ricordo parte con la proiezione delle scene di uno spettacolo teatrale messo in scena da quattro scuole di Milano e Sesto San Giovanni, l’inno nazionale è cantato dagli allievi di un altro istituto: la presenza dei giovanissimi è la nota che spicca sull’intera giornata. Prima di Mattarella, prendono la parola il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e poi lo storico Lucio Villari.

Quando tocca a Carlo Smuraglia, il presidente dell’associazione nazionale partigiani (Anpi), alcune voci, isolate all’inizio, cominciano a cantare: «Una mattina, mi son svegliato...». In un istante, tutta la sala del Piccolo si unisce al coro e Smuraglia si rivolge a Mattarella: «Sia chiaro che è stato un moto spontaneo, non preparato ma proveniente dal cuore. Un omaggio personale a lei e un saluto caloroso». L’intervento del capo dello Stato è ricco di citazioni, Mattarella ricorda Sandro Pertini che annuncia lo sciopero e l’insurrezione da Radio Milano libera e i due sindaci partigiani della città, Antonio Greppi e Aldo Aniasi. Arriva l’omaggio per il Piccolo teatro, perché la cultura sostiene «quello spirito critico che è condizione dello sviluppo, della tolleranza, e dunque della tenuta dello stesso ordinamento democratico».

Ma c’è spazio anche per ricordare le sorelle Lidia, Liliana e Teresa Martini,«che guidarono la fuga dai campi di concentramento di decine e decine di prigionieri alleati». E poi padre Placido Cortese, Ezio Franceschini e Concetto Marchesi. Un pensiero anche per Enzo Sereni, della Brigata ebraica, scomparso a Dachau. Infine, i predecessori Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato passa poi a ricordare che «l’unità nazionale, e la stessa democrazia, sono beni tanto preziosi quanto deperibili. L’unità del Paese esige che le fratture sociali provocate dalla crisi economica siano ricomposte, o quantomeno medicate, con azioni positive». In questo contesto, il diritto al lavoro è «la priorità delle priorità».

Quindi, il presidente si sofferma su un tema che non cessa di accendere discussioni, e cioè l’assimilazione dei caduti della Resistenza a quelli che ad essa si opposero. Mattarella è chiarissimo: «Non c’è equivalenza possibile tra la parte che allora sosteneva gli occupanti nazisti e la parte invece che ha lottato per la pace, l’indipendenza e la libertà».

Certo, c’è la «pietà per i morti» e anche il rispetto «dovuto a quanti hanno combattuto in coerenza con i propri convincimenti: sentimenti che, proprio perché nobili, non devono portare a confondere le cause, né a cristallizzare le divisioni di allora». Certo, senza nascondersi che nella Resistenza, accanto a «tanti straordinari atti di generosità, ci furono anche alcuni gravi episodi di violenza e colpevoli reticenze». Ma questo «non muta affatto il giudizio storico sulle forze che consentirono al Paese di riconquistare la sua indipendenza e la sua dignità».

Mattarella non si sottrae a una riflessione sull’Europa, che «deve essere all’altezza del passaggio epocale». Perché «il destino delle nostre democrazie è affidato a un continente che non deve mai dimenticare i valori morali e sociali su cui poggia la propria civiltà». Al termine della cerimonia, per il capo dello Stato il ritorno a Roma è con il viaggio inaugurale del Frecciarossa 1000, il nuovo super treno di Trenitalia. A cucinare per gli ospiti, lo chef Carlo Cracco.

Alessandra Coppola: "Fischi e spintoni alla Brigata ebraica"

Risultati immagini per alessandra coppola corriere
Alessandra Coppola

«Una meravigliosa giornata di festa», dice Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi, dal palco che s’affaccia su una piazza del Duomo gremita. «A parte il tempo», che è rimasto cupo e piovoso fin dal mattino. E a eccezione di pochi minuti di contestazione, non più di una decina, nei quali lo spezzone «a rischio» del corteo (50 mila partecipanti) ha svoltato alla fine di corso Venezia, verso corso Matteotti. Al centro, in uno spazio largo non più di 4-5 metri, le bandiere della Brigata ebraica e il furgoncino del Pd; su entrambe le sponde, centri sociali e gruppi con le bandiere palestinesi. A dividerli, il servizio d’ordine del partito e un massiccio schieramento della polizia.

Sono da poco passate le 16 di ieri. Allerta dal principio del pomeriggio, contenuti da un cordone di agenti e scudi, nella curva di piazza San Babila sono pronti i vessilli palestinesi, le foto dei bambini morti a Gaza, i megafoni dei centri sociali. Gli insulti si riversano sulla nutrita pancia della manifestazione. Anzi, alla fine sono più per il Pd che per lo striscione della Brigata ebraica: «Renzi boia»; «mafiosi»; «i partigiani avrebbero appeso voi in piazzale Loreto». E poi anche «assassini», «Palestina libera».

Cinquanta, cento persone che gridano, qualche faccia che la polizia conosce fin dagli anni Settanta, un paio di volantini accartocciati che volano, la ressa per l’imbuto che s’è creato nell’angolo di piazza San Babila, spintoni, pugno chiuso e dito medio. Un momento di tensione, ma molto contenuto. Solidarietà dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi: «Il 25 Aprile è festa di tutti, di unità e non di divisione e polemica». Il capo dello Stato, Sergio Mattarella definisce la Brigata ebraica: «Gruppo di eroi della Resistenza». Il deputato del Pd Emanuele Fiano minimizza la contestazione: «Erano poche decine a confronto di migliaia di persone bene organizzate e forti nei loro principi. Chi pensa di farci dimenticare chi ha combattuto per la libertà ha sbagliato partito».

Il Pd è diventato un «obiettivo» anche perché quest’anno, per evitare i momenti critici del passato, ha deciso di accogliere («scortare») tra i propri militanti la Brigata ebraica per l’intero percorso della manifestazione. La testa del corteo, lentissima, ha raggiunto il Duomo almeno un’ora prima della contestazione, con la banda, i gonfaloni dei Comuni, le sigle locali dell’Associazione nazionale partigiani, i sindacati; balli, canti, bandiere e colori, nonostante una Milano grigia. Dal palco sì è vista solo la festa. «Milano medaglia d’oro della Resistenza continuerà ad essere esempio di solidarietà, tolleranza e libertà» — dice il sindaco Giuliano Pisapia -.


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT