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Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/12/2014, a pag. 47, con il titolo "Stalin e l'intellighenzia da Bulgakov a Eisenstein", la risposta di Sergio Romano alla lettera di Carlo Marini. Anche oggi, come nell'articolo del 13 dicembre scorso su George Orwell (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=56391) riconosciamo il Sergio Romano precedente alla sua trasformazione in senso anti-israeliano, segnata dal libro "Lettera a un amico ebreo". Molti auguri perchè continui. Ecco la lettera di Carlo Marini e la risposta di Sergio Romano:
Nelle sue risposte lei ha spesso parlato dei rapporti di alcuni intellettuali occidentali con il comunismo e l’Unione Sovietica. Sappiamo quali fossero i rapporti di Stalin con gli intellettuali dell’Unione Sovietica? Carlo Marini - Padova Caro Marini, Più altalenante fu il suo rapporto con un grande regista cinematografico, Sergej Eisenstein, autore di opere che appartengono alla storia della cinematografia sovietica, da «La corazzata Potemkin» a «Ottobre», da «Aleksandr Nevskij» a «Ivan il terribile». In un bel libro dello scrittore olandese Jan Brokken ( Anime baltiche , edito da Iperborea), il lettore apprende che Eisenstein, nato nella Lettonia zarista, fu da Stalin, al tempo stesso, ammirato e detestato. Il «meraviglioso georgiano» non poteva ignorare la forza della sua cinematografia, ma lo trovava troppo astratto, formale e quindi, nel gergo sovietico, «borghese». Sapeva che «Ottobre» era divenuto, agli occhi del mondo, il poema eroico della rivoluzione bolscevica, ma non poteva dimenticare che il regista aveva cercato di lasciare un po’ di spazio, nella sceneggiatura, al personaggio dell’odiato Trotsky. Gli permise di fare i grandi film storici con cui l’Unione Sovietica si appropriò del grande passato nazionale russo, ma non smetteva d’imporre correzioni e modifiche. «Alla fine, scrive Brokken, lo inserì nella categoria degli ebrei — Eisenstein, Mandel'stam, Chagall — che avevano sulla coscienza secondo Stalin le ”brutte deformazioni dell’avanguardia”». L’ex allievo di un seminario georgiano detestava gli ebrei più di quanto non detestasse l’arte «borghese». Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@corriere.it |
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