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Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/11/2014, a pag. 28, con il titolo "Il leader turco Erdogan e il disprezzo per le donne. Ma nessuno chiederà sanzioni: l'Europa tace e non reagisce", il commento di Pierluigi Battista.
Si dice sempre così, per tenere le donne zitte e subalterne: che sono diverse dall’uomo. Ma perché il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dovuto sottolineare enfaticamente una simile ovvietà? Per dire che nella gerarchia della diversità le donne stanno a un gradino sotto: «non si possono mettere sullo stesso piano una donna che allatta un bambino e un uomo». A un piano di sopra, l’uomo. La donna a quello inferiore. In Europa, felicemente sradicata da se stessa, c’è di tutto ormai. Potrebbe esserci anche una Turchia il cui onnipotente presidente sta sempre più scivolando verso l’integralismo religioso, la resa di ogni parvenza di laicità, l’accomodamento con i guardiani della fede, l’odio per l’«entità sionista», il disprezzo per le donne sancito dai testi sacri. C’è posto per tutti. Per Erdogan no? Sarebbe meglio di no, sempre che l’Europa sia in grado di dire una qualsiasi cosa, ciò che appare sempre più problematico. Sono passati i tempi in cui la Turchia, avamposto dell’Occidente nel punto geopoliticamente più delicato, di confine tra due mondi sempre più dissimili, chiedeva il biglietto d’ingresso dell’Europa. Quei legami si stanno sciogliendo, solo la minaccia dell’Isis impedisce a Erdogan di proseguire nella deriva islamista in cui voleva trascinare la Turchia con un ruolo di leadership. Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@corriere.it |
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