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Corriere della Sera Rassegna Stampa
14.10.2014 Intellettuali e criminali: Pound, Evola, Céline..
Ma Sergio Romano non gli dà peso

Testata: Corriere della Sera
Data: 14 ottobre 2014
Pagina: 49
Autore: Sergio Romano
Titolo: «L'amicizia degli opposti: Julius Evola e Scheiwiller»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 14/10/2014, a pag. 49, con il titolo "L'amicizia degli opposti: Julius Evola e Scheiwiller", la risposta di Sergio Romano alla lettera di Arianna Pagani.

Apparentemente equilibrata, la risposta di Sergio Romano si presta invece ad essere criticata. E' infatti inaccettabile l'equiparazione che fa tra intelligenza e criminalità, come se a uno scrittore, anche se universalmente riconosciuto per per la qualità alta di alcune sue opere, venisse come conseguenza rilasciata totale assoluzione per altri scritti e attività politiche senza alcun dubbio criminali. Céline, con le sue 'Bagatelle per un massacro' ha scritto uno dei libri che più di altri hanno contribuito a diffondere l'odio per gli ebrei. Ezra Pound, grande poeta, è stato però un collaborazionista del nazi-fascismo durante la 2a guerra mondiale, contrubuendo a 'nobilitare', grazie alla considerazione che godeva in Europa e in America, l'ideologia criminale di Hitler e Mussolini. Fu per questo che in Usa venne condannato con una pena senza dubbio lieve in un manicomio criminale. Céline non rinnegò la propaganda pro-nazi, e si salvò dal probabile processo solo perchè riuscì a fuggire dalla Francia.
Che poi Vanni Scheiwiller, editore e persona di cultura democratica, abbia avuto curiosità e interesse a conoscere Julius Evola, nulla toglie alla figura di fascista e antisemita di quel losco figuro che fu Evola. Giustamente dimenticato.
Romano tratta tutti questi criminali in punta di penna, riservando loro dei privilegi che non meritano.  


Sergio Romano         Julius Evola                Ezra Pound


Vanni Scheiwiller   Arthur de Gobineau

Incuriosita da alcune recensioni, ho comprato Il cammino del cinabro di Julius Evola. Ho visto tante volte citato il suo nome, anche se spesso negativamente e con sdegno. Invece, leggendo il libro (facendo la tara sul fatto che è autobiografico) non mi sembrato un personaggio così luciferino e disprezzabile. Anzi, ho scoperto che era amico dell'editore antifascista Vanni Scheiwiller, con il quale aveva intrattenuto una corrispondenza che forse sarebbe da pubblicare. Dai tanti documenti inseriti nel testo emergono posizioni e frequentazioni inaspettate. Insomma, questa lettura ha abbattuto molti dei pregiudizi che avevo su questa figura. Ma chi era il vero Evola?

Arianna Pagani
paganiarianna3@gmail.com

Cara Signora, Julius Evola ebbe due vite. Nel sua prima vita fu pittore, futurista, dadaista (dal nome di un movimento artistico e letterario nato a Zurigo nel 1916) e amico del suo fondatore, Tristan Tzara. I quadri dipinti in quegli anni furono notati e ammirati in alcune delle grandi esposizioni europee del tempo. Ma nel 1921 attraversò una difficile crisi personale, fu attratto dagli studi filosofici e dedicò il resto della sua vita alla elaborazione di un idealismo magico in cui è visibile l'influenza di Nietzsche, del pensiero razziale di Gobineau, della filosofia indiana e di altri culti esoterici dell'Asia. Aderì intellettualmente al fascismo e al nazismo perché sostenne di vedere in quei movimenti la nascita di un neo-paganesimo e l'avvento dl un'era eroica dominata da razze che avrebbero difeso i loro popoli dai flagelli della modernità. Uno dei suoi libri più importanti è, per l'appunto, Rivolta contro il mondo moderno. Era a Vienna nell'aprile del 1945 quando fu ferito durante un bombardamento alleato e perdette l'uso delle gambe. Quando rientrò in patria, nel 1948, fu accusato di avere collaborato alla creazione di una organizzazione fascista rivoluzionaria e venne processato; ma fu assolto ed ebbe da allora nella società culturale italiana una posizione simile per certi aspetti a quella di Céline, lo scrittore anti-semita di cui venivano riconosciute, tuttavia, le grandi qualità letterarie. Vanni Scheiwiller scopri i suoi libri durante gli studi universitari, gli fece visita, instaurò con lui un rapporto cordiale e divenne più tardi editore di alcune delle sue opere. Era liberale e proprio per questo allergico alle ortodossie che scomunicano gli eretici, ai conformismi che non rendono onore all'intelligenza e alla fantasia anche quando si esprimono in termini «scorretti». Fu amico di Evola per gli stessi motivi per cul mobilitò la cultura italiana in difesa di Ezra Pound, confinato in una clinica psichiatrica americana dopo la fine della Seconda guerra mondiale per le sue trasmissioni filo-fasciste dai microfoni dell'Eiar durante il conflitto.

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lettere@corriere.it

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