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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.08.2014 Prolungata la tregua tra Israele e Hamas. Sventato un golpe del gruppo islamista contro Abu Mazen
Cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 agosto 2014
Pagina: 13
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Gaza, la tregua sarà prolungata- Israele: sventato golpe di Hamas»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/08/2014, a pag. 13, l'articolo di Davide Frattini dal titolo "Gaza, la tregua sarà prolungata Israele: sventato golpe di Hamas "


Davide Frattini


Abitanti di Ashkelon corrono in un rifugio

hamas-fatah-reconciliation
La 'riconciliazione' tra Hamas e Fatah

GERUSALEMME — I treni fermi e i carrarmati in movimento. Il governo israeliano aveva ordinato all’esercito di prepararsi alla fine del cessate il fuoco. I mediatori egiziani hanno sfruttato fino alle ultime ore prima della mezzanotte i cinque giorni di calma e sono riusciti a ottenere che la tregua fosse prolungata. «Altre 24 ore», sostiene un portavoce di Hamas. Non ancora un accordo definitivo, per quello i negoziati vanno avanti. I generali al Cairo offrono ai palestinesi di organizzare una conferenza per la raccolta fondi e la ricostruzione. I gruppi principali, Hamas e la Jihad Islamica, non sembrano voler ricominciare a combattere dopo quasi un mese di guerra e gli oltre duemila morti palestinesi, per la maggior parte civili. Tuttavia i collegamenti ferroviari tra Ashkelon e Sderot sono stati sospesi, le spiagge chiuse, i rifugi riaperti. «Se attaccati, la risposta sarà durissima» avverte il premier Benjamin Netanyahu. Che ha promesso agli abitanti del sud il ritorno alla quiete e alla sicurezza, deve dimostrare che i 64 soldati sono caduti per un obiettivo raggiunto. Abu Mazen, il presidente palestinese, è in Qatar per incontrare Khaled Meshal, il leader di Hamas che dall’estero ha guidato — «dirottato», sostiene qualche fonte araba — le trattative. Domenica vede Abdel Fattah Al Sisi, il presidente egiziano, che insiste perché Abu Mazen riprenda il controllo di Gaza e le sue forze di sicurezza vengano schierate al valico di Rafah. Il presidente palestinese spera che un’intesa possa rendere effettiva la riconciliazione con Hamas, stabilita in aprile e osteggiata dal governo di Benjamin Netanyahu: il movimento fondamentalista — tra difficoltà economiche e perdite di sostegno politico — era disposto a cedere a un governo tecnico il potere conquistato nella Striscia con le armi sette anni fa. I servizi israeliani accusano l’organizzazione di aver pianificato un golpe simile in Cisgiordania: lo Shin Bet ha rivelato di aver arrestato in tre mesi 93 estremisti che con fondi inviati da un palestinese in Turchia hanno comprato armi e munizioni. Gli attacchi sarebbero dovuti servire a destabilizzare l’Autorità di Ramallah e permettere l’ascesa di Hamas. Gli analisti sono scettici. Roni Daniel, al telegiornale del Canale 2 , ammette «non so se il gruppo sarebbe stato in grado di scatenare il caos in Cisgiordania». Barak Ravid, del quotidiano Haaretz , ironizza in un tweet sulla quantità (ridotta) di armamenti sequestrati, una trentina tra pistole, kalashnikov, lanciagranate. La riconciliazione tra Hamas e Fatah sembra restare sulla carta firmata in aprile anche perché i fondamentalisti non stanno cedendo il dominio della Striscia. Durante il conflitto — raccontano testimoni all’agenzia Associated Press — i capi del movimento laico fondato da Yasser Arafat sono stati messi agli arresti domiciliari. Chi ha tentato di lasciare casa (anche solo per sedersi davanti alla porta d’ingresso, come Sami Abu Lashin) è stato gambizzato da miliziani mascherati.

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