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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.09.2011 Zygmunt Bauman, il teppista, di passaggio a Sarzana
Lo intervista Dario Fertilio

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 settembre 2011
Pagina: 33
Autore: Dario Fertilio
Titolo: «I giovani israeliani senza memoria accettano il Muro in Cisgiordania»

Avremmo preferito non occuparci più di Zygmunt Bauman, lasciarlo nel suo brodo maleodorante di odiatore di Israele. Ma il CORRIERE della SERA di oggi, 04/09/2011, a pag.33, gli dedica una intervista di un quarto di pagina, dal titolo " I giovani israeliani senza memoria accettano il Muro in Cisgiordania " di Dario Fertilio, le cui domande sono apprezzabili, ovviamente non le risposte.
Su Bauman ci basta la definizione che di lui ha dato il FOGLIO di ieri, e che invitiamo a leggere, ecco il link:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=41261
Ecco l'articolo:


Zygmunt Bauman

SARZANA (La Spezia) — Non fa un passo indietro Zygmunt Bauman, stella di prima grandezza della sociologia mondiale, quando affronta con piglio ottantacinquenne la bufera da lui stesso suscitata. Perché paragonare il muro israeliano in Cisgiordania a quello fatto costruire dai nazisti a Varsavia nel 1940, per delimitare il Ghetto ebraico, è una di quelle provocazioni che normalmente attirerebbero l'accusa di antisemitismo. Solo che lui, Bauman, oltre che celebre teorico della «società liquida» postmoderna, è anche un ebreo polacco, passato sotto il torchio della svastica e poi della falce e martello sovietica: dunque sa di che parla.
E infatti al Festival della Mente di Sarzana, dove ha tenuto una conferenza sulla Rete e i social network, tutto il circo dei media lo preme, aspettandosi una ritrattazione. Lui sfugge dapprima, poi accetta di farsi rubare un'intervista mentre tira qualche boccata di pipa.
Non rimpiange di averla fatta, quella conversazione con la rivista polacca «Politika», dove afferma addirittura che i politici israeliani, senza guerra e mobilitazione generale, non saprebbero vivere? Non lo feriscono le parole dell'ambasciatore di Tel Aviv a Varsavia, che le attribuisce un «odio cieco» per la sua stessa gente?
«No di certo, dovevo dire quello che ho detto. Dixi et servavi animam meam, almeno ho salvato la mia anima».
Dunque lei mette sullo stesso piano i soldati di Hitler con quelli che inalberano la stella di David?
«Non mi ha mai sfiorato l'idea di un simile paragone: il solo concepirlo è una follia».
E dunque?
«Io semplicemente ritrovo in molti israeliani di oggi, non soltanto appartenenti alla classe politica, uno schema mentale, una memoria consolidata ai tempi del Ghetto. Si limitano ad applicarla oggi ai palestinesi, come se fosse una cosa naturale».
Ma i giovani di Tel Aviv o di Gerusalemme non hanno affatto vissuto simili esperienze: come possono esserne condizionati a tal punto?
«Proprio qui sta il pericolo: nel fatto che non ricordano, sono convinti che quello che esiste — per esempio il Muro di Cisgiordania — abbia una ragione in sé, sia lì perché dev'esserci. Non si pongono altri problemi».
Figli esemplari di quella che lei definisce «società liquida», dove si vive in precarietà, si cerca di consumare quello che esiste, ci si adegua al gruppo.
«Nella società liquida non si è affatto leggeri: cambiare qualsiasi cosa è impossibile, si è sopraffatti da un senso d'impotenza, come se si dovesse prendere a pugni ogni volta un muro d'ovatta».
Anche fra lei e la società israeliana c'è un muro così impenetrabile?
«No, decisamente! La nazione è divisa in due, come l'opinione pubblica ebraica internazionale. Io continuo a ricevere moltissimi consensi. È gente che mi applaude: trovano che finalmente qualcuno abbia avuto il coraggio di dire ad alta voce la verità».
È pronto a rilasciare altre interviste dello stesso tipo?
«A quella rivista polacca ho detto tante altre cose non meno importanti del Muro, eppure nessuno ne parla. Perché il giornalismo utilizza soltanto, di volta in volta, quanto fa comodo».
Una sua conferenza in Israele diventerebbe l'evento dell'anno.
«Ma il mio calendario non la prevede».

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lettere@corriere.it

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