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Riprendiamo dal SECOLO XIX di oggi, 01/02/2015, a pag.43, con il titolo "A Firenze il monumento rifiutato da Auschwitz" la cronaca di Lorenza Castagneri.
Ecco l'articolo: «Dispiace rendersi conto che al di là della retorica di queste giornate dedicate alla Shoah, nel nostro Paese resti ben poco». La voce di Dario Venegoni si incrina mentre confida questo pensiero. È la conclusione di una vicenda che per anni, come vicepresidente dell'associazione nazionale ex deportati, lo ha impegnato in prima persona: il futuro del memoriale italiano della Shoah ad Auschwitz, nel padiglione blocco 21. Il monumento, giudicato di grande pregio artistico ma privo di valore pedagogico, non aderente alle linee guida del Museo del campo di concentramento, fu chiuso nel 2011. Qualche mese fa dalla Polonia è arrivata una lettera. La direzione dell'ex lager chiedeva all'Aned di smontare la struttura eretta alla fine degli anni Settanta, su progetto dell'architetto deportato a Mauthausen, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, entro la fine di novembre. «Non ce l'abbiamo fatta, ma ad Auschwitz sono stati comprensivi perché per lo meno abbiamo trovato una soluzione» dice Venegoni. Il memoriale - due tunnel di quaranta metri, con una copertura semicircolare, con incise le parole di Levi e in sottofondo la musica di Luigi Nono, sarà trasferito a Firenze. «Una bella notizia, ma per noi è una sconfitta per la cultura italiana. È la sconfitta della memoria nonostante questa sia sempre presentata come un valore». «L'ultimo decreto milleproroghe firmato da Romano Prodi prevedeva 900mila euro per il restauro del memoriale, ma ci siamo resi conto che quei soldi sarebbero rimasti soltanto sulla carta» ricorda «a quel punto abbiamo cercato di trovare una nuova casa per l'opera. Ci siamo rivolti al Comune di Carpi, nel Modenese, dove si trova il campo di concentramento di Fossoli. Ma l'amministrazio-ne non aveva i fondi». Dopo l'ultimo fallimmento ecco l'incontro con i vertici della Regione Toscana e con il Comune di Firenze e il lieto fine. Pder inviare al Secolo XIX la propria opinione, telefonare: 010/ 53881, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@ilsecoloxix.it |
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