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Libero Rassegna Stampa
22.11.2015 L'Onu 'pacifista': organismo dannoso, non solo inutile
Commento di Carlo Panella

Testata: Libero
Data: 22 novembre 2015
Pagina: 8
Autore: Carlo Panella
Titolo: «L'Onu 'pacifista' si conferma inutile»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 22/11/2015, a pag.8, con il titolo "L'Onu 'pacifista' si conferma inutile", il commento di Carlo Panella.

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 Mentre Bruxelles piomba nel terrore dell’attentato imminente e diventa una città immobile e deserta, presidiata damigliaia di soldati e poliziotti, l’Onu dà ulteriore prova della sua ipocrita nullità. Un vuoto vergognoso e pericoloso: l’iniziativa continua a essere tutta e solo nelle mani dell’Isis e degli jihadisti. Noi, l’Occidente, sappiamo solo chiuderci in casa e subire. Il testo della risoluzione votata venerdì dal Consiglio di Sicurezza altrinon è infatti cheuna inutile, roboante dichiarazione d’intenti che invita «tutte le nazioni ad adottare qualsiasimisura in linea con il diritto internazionale per sconfiggere l’Isis». Il tragico è che tra questemisure, l’Onu esclude l’uso della forza. La risoluzione infatti, non invoca il capitolo 7 della Carta Onu, unico dispositivo che formalmente autorizza l’uso della forza e concede il crisma della legalità internazionale agli interventi armati. Manon basta.Nel corso deldibattito all’Onu è emersa con chiaranettezza, per l’ennesima volta, la decisione della Russia non solo di sostenere a spada tratta Beshar al Assad, ma soprattuttodi subordinare aquesta difesa il contrasto al terrorismo, considerando terroristi coloro che -non legati all’Isis o ad al Qaida- lo combattono e che continuano ad essere il bersaglio dell’80% dei bombardamenti e dei missili russi sulla Siria. Questo episodio diplomatico è fondamentale perché dimostra che è falso quel che affermano tutti i media imbeccati dall’ineffabile inviato dell’Onu per la Siria Staffan de Mistura:nel vertice di Vienna non si è fatto nessun passo avanti per trovare una road map condivisa verso un nuovo governo della Siria, che escluda non solo e non tanto Beshar al Assad, ma soprattutto il suo regime di macellai, da chiunque rappresentato e guidato. Questo perché, se si eliminasse l’Isis dalla Siria, mantenendo il Baathista al potere, si creerebbe una situazione insostenibile perlaTurchia, l’Arabia Saudita e tutti i paesi arabi sunniti.
Dato che Assad resta al potere solo e unicamente grazie alla presenza di più di 10.000 Pasdaran iraniani e miliziani di Hezbollah, nel momento in cui l’Isis scomparisse sconfitto dalla Siria, verrebbe infatti a crearsi una enorme fascia di Stati dal Mediterraneo all’Afghanistan, sotto l’egemonia militare e politica diretta dell’Iran sciita degli ayatollah. Il problema quindi, non è se sia etico o meno (non lo è) allearsi con Assad, come fa la Russia, per sconfiggere l’Isis. Il problema é che questa alleanza col boia di Damasco se pur distruggesse l’Isis, obbligherebbe Turchia e paesi arabi sunniti a una reazione violenta. Di guerra. Probabilmente in Libano. Ora, il pur simpatico ed elegante Staffan de Mistura sulla guerra all’Isis è riuscito solo a fare sedere attorno a un tavolo le nazioni coinvolte, Iran incluso. Poi,ognuno è rimasto sulle sue posizioni e lo "scoglio" costituito dalla permanenza o meno di Assad e del suo regime al potere,al solito, inpiena tradizione Onu, è stato da lui aggirato e rimandato. Per questo, la Francia è rimasta sola nei suoi - inutili-bombardamenti sull’Isis in Siria.Nessun governo occidentale intende fare una guerra che non è continuazione militare di nessuna politica. Il governo italiano - giustamente - per primo. Per non parlare della Germania che persiste nel suo incredibile e inaudito silenzio.La realtà quindi è che la guerra all’Isis non verrà fatta, resterà congelata sino a dopo le presidenziali americane (e francesi), quando finalmente Obama non potrà più fare danni col suo confuso "non fare". Intanto, l’Isis, grazie anche al fallimento della missione Onu, continua a rafforzarsi in Libia e a raccordarsi con gli jihadisti del Mali, del Maghreb e del Sahel.

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