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Informazione Corretta Rassegna Stampa
23.06.2016 Come definire l’anti-semitismo e l'odio contro Israele
Analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 23 giugno 2016
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Come definire l’anti-semitismo e l'odio contro Israele»

Come definire l’anti-semitismo e l'odio contro Israele
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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 Nella lotta contro l’anti-semitismo è in dispensabile potersi riferire a una corretta definizione che ne metta in evidenza i contenuti, visto che  molte istituzioni nelle società occidentali si sono adoperate per minimizzare e banalizzare gli atti anti-semiti.
Contro questa tendenza, vi è stata di recente l’adozione di una definizione a cura dell’ Alleanza Internazionale per la Memoria della Shoah (IHRA), la cui importante finalità è promuovere ricerche, educazione e memoria, e per raggiungere questo scopo è stata chiesta l’adesione all’IHRA di 31 paesi.

Ecco la definizione:
“ Anti-semitismo è una certa percezione degli ebrei, che si esprime attraverso l’odio. Manifestazioni verbali e attacchi personali contro ebrei e non ebrei, contro le loro proprietà e contro le istituzioni civili e religiose delle comunità ebraiche”.
Un testo cui segue una documentata spiegazione, incluso un importante capitolo che include le manifestazioni discriminatorie contro lo Stato di Israele “ definito in quanto paese degli ebrei”.

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I paesi intorno a Israele si massacrano a vicenda, di chi è la colpa ?
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Testo e definizioni non sono una novità. Il forte aumento degli incidenti anti-semiti in questi anni e l’intensificarsi degli attacchi anche verbali contro Israele hanno reso urgente una definizione aggiornata di anti-semitismo, che possa includere anche Israele. La definizione - ora adottata dall’IHRA – era già stata presentata più di 10 anni fa dalla istituzione European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia (EUMC), accettata in molti casi.
Per esempio, i delegati alla Conference of the Organization for Security and Cooperation in Europe (OSCE) di Cordoba del maggio 2005, l’hanno usata frequentemente. Altro esempio, nel 2006, il Report of the British All-Party Parliamentary Inquiry into Anti-Semitism raccomandava al governo britannico e ai suoi componenti “ l’uso e la promozione della definizione EUMC”.

Ve ricordato, visto l’attuale livello di anti-semitismo nel Partito laburista inglese, che la raccomandazione venne su iniziativa di un deputato laburista, anche l’indagine stessa era guidata da un altro deputato laburista e 6 su 14 membri del gruppo erano laburisti.
La European Union Agency for Fundamental Rights (FRA) succedette al EUMC, mentre il testo prese il nome dalla definizione di anti-semitismo datagli da FRA.
Nel 2013, però, la FRA decise improvvisamente di cancellare dal suo sito web questa definizione. Forse perché il richiamo alla definizione di una Agenzia dell’Unione Europea, poteva far supporre che la stessa UE potesse essere co-responsabile di atti anti-semiti.

Malgrado non contenesse nessuna pratica definizione di anti-semitismo, il Dipartimento di Stato Usa ha pubblicato un fascicolo su atti anti-semiti che riportano altri esempi oltre a quelli citati nel rapporto FRA.
Usando la definizione IHRA, risulta chiaro che il movimento BDS è anti-semita, in quanto esamina solo Israele. Lo stesso vale per le etichettature dell’Unione europea che riguarda i territori contesi del West Bank e del Golan, anche qui applicate solo contro Israele.
È interessante notare che fra i membri dell’IHRA ci sono 24 paesi europei. Il Centro Simon Wiesenthal ha classificato le etichettature della UE al terzo posto dell’elenco dei più gravi atti anti-semiti e anti-Israele del 2015, specificando che la UE ha scelto soltanto prodotti del Golan e dei territori contesi del West Bank, ignorando tutti gli altri casi in discussione, come il Sahara occidentale, il Kashmir, il Tibet e tutti i territori controllati dai movimenti terroristi Hamas e Hezbollah.

Questo uso del doppio standard contro lo Stato ebraico evidenzia come l’odio contro Israele sia al centro di quello che è stato per secoli l’anti-semitismo tradizionale.
Se si legge la definizione dell’IHRA con occhio critico, l’ostacolo appare chiaro.
La spiegazione contenuta nel testo afferma che un atto è anti-semita se applica il doppio standard, innquesto caso richieda a Israele un comportamento non atteso né richiesto a nessun altro paese democratico.

Parlando con coloro che parteciparono alla definizione originale EUMC, nessuno riesce a spiegare perché la parola “democratico” era stata inclusa, perché si dovrebbe considerare soltanto il comportamento dei paesi democratici ?
Allora, visto che non sono uno Stato, è un modo per non giudicare del tutto i palestinesi.
I leader della Anp glorificano sempre gli assassini dei civili israeliani, cosa c'è di più evidente?. Ma, dato che l’Anp non è democratica, allora ha diritto a criteri di giudizio benevoli, a un livello più basso di responsabilità.
Sarebbe come dire che i palestinesi sono un popolo inferiore. Eppure la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani considera tutti in popoli eguali e responsabili dei propri atti. Dovrebbe essere vero per tutti i paesi, democratici o no.

Non si metterà mai abbastanza in evidenza l’importanza della definizione IHRA, soprattutto oggi, dopo le dichiarazioni dei leader del Partito laburista inglese che minimizzano e banalizzano l’anti-semitismo.
Questo fenomeno non è nuovo, più di dieci anni fa, il sociologo francese Shmuel Trigano spiegò i meccanismi che usava il governo del socialista Jospin per manipolare e sottovalutare il pericolo degli atti anti-semiti in Francia.
Mi disse che " nel 2002, i socialisti si stavano preparando alle elezioni e volevano far conoscere i loro successi, per cui divulgare gli insuccessi non gli conveniva. Poi si venne a sapere che i rapporti della polizia su questi incidenti inviati al Ministero degli Interni erano spesso largamente incompleti."

È più utile avere sottomano una definizione pratica.
Quella del’IHRA, malgrado non fosse giuridicamente vincolante, apriva molte nuove opportunità nella lotta all’anti-semitismo. Sarà difficile convincere uno per uno tutti i paesi membri ad adottare la definizione IHRA come se fosse giuridicamente vincolante anche a livello nazionale, eppure se nei vari paesi venissero analizzati i casi di anti-semitismo e poi ci si rivolgesse ai singoli governi, chiedendo “ Avete votato a favore della definizione IHRA, allora perché non la applicate nel vostro paese?” potrebbe sortire dei risultati.

Ecco un esempio di come si potrebbe fare in Olanda. Di recente il Ministro degli Esteri Bert Koenders ha spiegato che l’Olanda consente la diffusione del BDS in quanto esiste la legge sulla libertà di opinione, anche se il governo si oppone al BDS.
Il che è platealmente falso, perchè il governo ha abbondantemente finanziato diverse Ong olandesi che promuovono il BDS. Una di queste, Cordaid, ha ricevuto dal governo olandese mezzo miliardo di euro tra il 2007 e il 2011. Finanaziamenti che sono continuati negli anni successivi. Koenders ha anche approvato l’etichettatura dei prodotti israeliani, cosa che non ha fatto per altri Stati.
Il suo comportamento rientra nella definizione di anti-semitismo dell’IHRA.
Ma questo è soltanto un caso fra centinaia di altri, in molti altri paesi membri dell’IHRA.tutti classificabili come anti-semiti.


Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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