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Perchè l’anti-semitismo è parte della cultura europea (Traduzione di Angelo Pezzana) L’anti-semitismo non è soltanto parte della storia europea, ma è una componente della sua cultura. La sua lunga storia abbonda di diffamazioni,discriminazioni, doppi standard di valutazione, pogrom, espulsioni e altre persecuzioni. Dal punto di vista storico, quasi tutti i paesi occupati ammisero alla fine il loro comportamento e i vari livelli di collaborazionismo con il nazismo. Molti hanno chiesto scusa. Alcune settimane fa, a farlo è stato il Lussemburgo. Si parla poco della storia dell’antisemitismo europeo, anche se sarebbe utile una analisi di quanto l’anti-semitismo sia stato una componente della cultura europea, e quindi da comprendere nel rapporto con gli ebrei. Onde evitare equivoci, è bene dire che oggi la maggior parte degli europei non sono antisemiti. Insegnamenti non limitati alla chiesa cattolica. Su Martini Lutero, autore della riforma protestante, Wistrich disse che “ il suo pensiero sugli ebrei è stato il più violentemente fanatico nella storia della diffamazione antisemita.” Altri esempi di anti-semitismo quale componente della civiltà europea, si trovano nel libro di David Nirenberg “ Anti-Judaism, the Western Tradition”. Un gran numero di scrittori europei sono stati violentemente antisemiti. Uno dei più noti è stato il francese Louis-Ferdinand Céline, condannato dopo la seconda guerra mondiale per collaborazione con gli occupanti. Ma ci sono anche antiche sculture antisemite sugli edifici, sulla cattedrale di Notre-Dame, per esempio. E’ un errore credere che il nazismo e la sua cultura demoniaca siano finite con la sconfitta della Germania nel 1945. Molti non si pentirono affatto, trasmettendo ai loro figli l’ideologia nazista. Dopo la guerra, ai posti di governo, erano pochi i giudici o pubblici ufficiali dal passato presentabile. Ad occupare posti di rilievo nella Germania del dopo guerra, fra gli ex nazisti c’era il cristiano democratico Kurt Georg Kiesinger, che è stato cancelliere dal 1966 al 1969. Se chiediamo quale sia il più illustre filosofo tedesco del dopoguerra, molti faranno il nome di Martin Heidegger, i cui diari pubblicati recentemente dimostrano quanto la sua filosofia fosse impregnata di anti-semitismo. Lo studioso di politica Andrei Markovits, americano, mette in evidenza alcune realtà europee: “ L’Europa non ha fatto i conti con il proprio passato. Il paragone continuo tra israeliani e nazisti nasce dalle sue budella ed esprime una doppia sfrontatezza. Così facendo gli europei si auto-assolvono sulla loro stessa storia. Nello stesso tempo hanno successo nell’accusare le loro precedenti vittime di comportarsi i loro persecutori.” I leader del continente che ha visto la nascita del nazismo, permettendogli di dominare, danno oggi poca attenzione alle ideologie politiche simili al nazismo e a quanto emerge dalle varie organizzazioni terroristiche nel Medio Oriente. Incluso Hamas, il più votato partito palestinese. Il genocidio che si propone non è il nazismo hitleriano, ma il nazismo ha avuto origini in parte dal pensiero islamico. La prossima volta che l’Europa criticherà la politica israeliana, la risposta dovrà ricordare il suo passato, incentrato proprio sull’islamo-nazismo.
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