venerdi 26 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
25.05.2012 Alle armi, cittadini!
Commento di Vitaliano Bacchi

Testata: Informazione Corretta
Data: 25 maggio 2012
Pagina: 1
Autore: Viatliano Bacchi
Titolo: «Alle armi, cittadini!»

Alle armi, cittadini!
Commento di Vitaliano Bacchi

                                                         Vitaliano Bacchi

La Iugoslavia comunista, che ha vinto la seconda guerra con la sua lotta partigiana, a conflitto finito non ha chiesto permesso a nessuno per annettere le regioni dell'Istria e del confine italiano al proprio Stato.
Tito aveva già annesso anche Trieste e se oggi Trieste è italiana lo dobbiamo agli alleati, non a De Gasperi o alla democrazia cristiana, che hanno presidiato la zona e impedito l'annessione perché le terre si difendono con le armi, non con la diplomazia e nemmeno con l'operetta.

Gli americani, dopo la guerra e da vincitori, non hanno chiesto permessi per installare le loro basi militari stabili in Italia, in Germania ed in Giappone; a Livorno sventola in Camp Darby, grazie a Dio, la bandiera più bella di tutte - quella americana - e in Italia purtroppo ne sventolano poche altre perchè poche sono le basi militari americane. 

 La Russia comunista, vincitrice sul nazismo, ha praticamente annesso dopo la guerra gli Stati che aveva liberato dai tedeschi e non ha discusso questa decisione né su tavoli di pace né in altri pranzi di Stato dove la diplomazia da operetta come quella di Camp David ha sempre dato le prove migliori, anche di smacchiatura delle cravatte unte. 

 Vincitori di guerra, quindi, che hanno imposto la loro legge e che hanno giustamente rivendicato il prezzo della vittoria, perchè il diritto dei popoli non è altro che questo: il codice della vittoria. Chi libera domina e la regola è giudaica, non ariana, perchè Mosè, il liberatore, è il paradigma storico della investitura per diritto naturale di guida del popolo.

 Ha fatto la stessa cosa Israele?

 Di guerre sugli arabi ne ha vinte cinque, quindi il diritto di farlo non mancava: un popolo che viene aggredito cinque volte per il suo annientamento e che vince il nemico ha il diritto di guerra, e cioè il solo diritto naturale, di annettere le terre che il nemico ha usato per l'aggressione e il massacro.

 Invece, il popolo di Mosè, dei guerrieri Maccabei e della Legge, ha primeggiato nella diplomazia dell'operetta che ha regalato agli arabi le terre che i suoi soldati hanno riconquistato morendo: ha regalato Gaza, ha concesso tutto in Cisgiordania. Ha restituito agli arabi le terre che i suoi padri fondatori rogitarono e pagarono ai latifondisti islamici ed ai muftì e che i suoi soldati hanno dovuto riprendere col sangue e restituire sine bonis ai venditori di prima.

Una politica letale voluta da una sinistra interna in ritardo culturale e intellettuale, ma non solo, da organi di opinione artefici di una dissuasione quotidiana alla dignità di essere uno Stato e creatori subdoli di un senso di colpa che ha corrotto anche menti per altri versi geniali.
A Israele è stata tolta la dignità di esistere come Stato.

 Che frutti ha dato questa politica ?

Se lo chiede l'opinione pubblica mondiale, oggi che a est stanno caricando le rampe di lancio per l'aggressione finale e ad ovest la politica americana allarga ai "fratelli musulmani"; se lo chiede il vero patriota d' Israele che censurò la costruzione del muro come il riconoscimento implicito di uno Stato palestinese, perchè separare anziché annettere significa riconoscere.
Alzare un muro vuol dire accettare che di là ci sia uno Stato, perchè chi separa si fa estraneo e il premier che lo impose non ha certo dato prova in politica delle sue doti di generale. 

 Che cosa risponderemo alle rampe di lancio iraniane?  Risponderemo con le litanie chassidiche o le preghiere dei religiosi integralisti o con la polemica pacifista degli intellettuali antisionisti che da ogni parte del mondo fanno quotidiana censura del militarismo sionista e della destra israeliana? 

 Israele ha sbagliato tutto nella politica contro gli stati organizzatori del terrorismo, nella politica pacifista e con le restituzioni territoriali; non c'erano territori da restituire perchè non si restituisce ciò che è proprio e che venne solo usurpato.  Se questi territori oggi fossero terra d'Israele, il fronte per rispondere al barbaro che incombe sarebbe a ridosso delle rampe che ha schierato al confine.  Lo vengano a spiegare oggi i teorici della pace, i generali del muro, i poeti e i filosofi che hanno fatto dell'odio per Israele e della solidarietà araba materia da teatro e da congresso: qualcuno che affianchi gli istruttori militari di Tzahal, che stanno spiegando oggi in Israele agli anziani alle casalinghe ed ai bambini dove rifugiarsi quanto sentiranno suonare la sirena, ci vuole pure. 


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT