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Informazione Corretta Rassegna Stampa
01.08.2007 Solo una questione di stile l'appello contro Magdi Allam ?
una lettera di Brunello Mantelli e la nostra risposta

Testata: Informazione Corretta
Data: 01 agosto 2007
Pagina: 0
Autore: redazione - Brunello Mantelli
Titolo: «Ancora sull'appello pubblicato da Reset»

Alcune osservazioni sull'appelo pubblicato da Reset contro Magdi Allam, in risposta al professor Brunello Mantelli:

1) nel suo articolo, Massimo Campanini sostiene che i Fratelli musulmani sono una forza democratica e non violenta. Non spende una parola per rispondere a un'obiezione cruciale di Allam: che i Fratelli musulmani, cioè, sostengono almeno un terrorismo, quello contro Israele. Se ne  deduce che non è vero che Allam ha diffamato Campanini, e nemmeno è vero che non ci sono prove di quello che ha affermato.
2) Allam ha scritto di contiguità consapevole o inconsapevole all'ideologia dei Fratelli.
E' un dato di fatto che anche Branca e Allievi (gli altri due islamisti criticati da Allam nel suo libro) sostengono che i Fratelli musulmani sarebbero musulmani "moderati". Quindi Allam non ha diffamato neppure loro.
3) il dossier in prima pagina viene intitolato all'incirca (non ho la rivista sotto mano) "attenti al razzismo culturale" Il "razzista culturale" sarebbe Allam.
4) sempre in prima pagina c'è la foto di De Niro in Mission. L'editoriale di Bosetti spiega che il missionario armato ( e pericoloso) è Allam.
Difficile sostenere che l'intera operazione
non sia un attacco volto a screditare Magdi Allam, voce scomoda per molti.

La replica di Mantelli:



Le vostre osservazioni sono ragionevolissime, e meritano una seria riflessione. Ci penserò su, per ora molte grazie.

 Per quanto mi riguarda,  ho trovato deplorevoli non le tesi di Allam (il che non vuol dire che di per sé le condivida, ma altro è a mio parere l'oggetto del discorso), ma il tono ed il linguaggio con cui egli le ha espresse. Se ho trovato l'appello condivisibile è solo e soltanto per l'invito ad abbassare i toni. Forse però sono stato ingenuo. Capita. Meglio tuttavia passare per sciocco che per furbastro. Ho espresso il mio "malessere"(da piemontese amo gli eufemismi) sia per l'esser stato il documento incastrato in un dossier che era altra cosa da esso, sia per alcune sgradevoli compagnie, come ho cercato di spiegare.
Resta il fatto che un certo uso della violenza verbale non deve in questo caso essere ascritto né al documento di critica ai toni di Allam, né agli articoli contenuti nel dossier di "Reset" (al di là di quanto già dichiarato poc'anzi), ma semmai a chi, su numerosi organi di stampa, ha ritenuto opportuno criticarli. Cosa in sé più che ragionevole, ma perché far ricorso (essi sì!) a toni da crociata, se non - paradossalmente da "fatwa" o scomunica che dir si voglia? A prescindere dal sorriso che non può non nascere vedendo un personaggio come Renato Farina (in atti come "fonte Betulla" generalizzato...") salire in cattedra e mettersi a dar lezioni di "moralità giornalistica" (ma questo è discorso laterale, ovviamente),  non dovrebbe essere interesse comune lavorare assieme perché si discuta (anche aspramente!) sulle cose e sui concetti, evitando (da tutte le parti) toni apodittici, condanne-a-priori, damnationes dramatis personarum? Eppoi, come si fa, avendo l'appoggio di corazzate dell'informazione come "Il Corriere della sera", "Il giornale", "Libero", a lanciare sulla barca-a-remi mediatica di "Reset" (che io né amo, né abitualmente leggo) l'accusa di scagliare pubblici stigmi? Sembra un po' una riedizione della favola del lupo e dell'agnello...
Chiedendo scusa per l'immodesto richiamo, la battaglia comune che abbiamo condotto contro la preannunciata conferenza faurissoniana a Teramo ed il contenitore accademico che avrebbe dovuto ospitarla, battaglia come è noto vinta, si è caratterizzata da parte nostra per un approccio mirato ai contenuti, dai toni volutamente freddi. Secondo me abbiamo vinto anche per questo. Sono stati i nostri avversari a ricorrere a modalità espressive, come si dice in Germania, "da birreria" (si pensi allo stile caro tanto a Moffa quanto a Caracciolo, solo per fare due esempi), squalificandosi in tal modo ulteriormente.
Tornando al punto, il cuore del dibattito apertosi su Allam e il suo libro erano, ritengo, le modalità, i lessici, i toni con cui si era fatta e si fa polemica. Usare in proposito uno stile da III Internazionale staliniana non fa bene a nessuno, credo.
Non può che suscitare sconcerto un rapido viaggio su blog e mailing list disponibili su internet: gli schieramenti pro e contro Allam si caratterizzano entrambi per una violenza verbale mediamente un po' superiore a quella rintracciabile sui siti degli ultras calcistici. Non va bene così, fa solo danni.
Altrettando discutibile è stato trasformare la questione in una sorta di dibattito pro e contro Israele, oppure conferirgli le caratteristiche di una discussione sull'antisemitismo oggi (a tale proposito non credo di dover spiegare, in questa sede, quali siano le mie posizioni sull'una e sull'altra questione; cosa pensi di Israele l'ho espresso recentemente a chiare lettere sulla mailing list ANED-Torino, circa l'antisemitismo fanno fede i miei interventi pubblici ed i miei scritti);
Con immutata stima e cordialissimi saluti,
Brunello Mantelli

Noi riteniamo che la disputa non avesse per oggetto lo stile di Magdi Allam, ma le sue idee.
La questione posta, in sostanza, è stata: è lecito o no affermare che chi (come i Fratelli musulmani) sostiene il terrorismo contro Israele non è un"moderato"? E che chi lo identifica come tale è a sua volta, consapevolmente o meno, colluso con un'ideologia che giustifica il terrorismo ? Una questione che evidentemente ha a che fare con Israele.
Le 200 firme raccolte per l'appello pubblicato da Reset servivano a rispondere "no", non ad abbassare i toni.

Pensiamo anche che l'appello potrebbe avere un'influenza superiore a quella che la sua diffusione lascerebbe supporre.
Il suo obiettivo non era l'opinione pubblica in nel suo complesso, ma il mondo accademico, intellettuale e politico. Ad esso rivolgeva, a nostro avviso, il messaggio che sulle tesi di Magdi Allam non si deve discutere , in quanto incivili (il contrario di quanto da lei auspicato, dunque).

Anche su Farina, il nostro giudizio è molto diverso dal suo. Come "fonte Betulla" ha cercato di contribuire alla sicurezza del suo paese, non ha tradito la professione giornalistica.

Con stima e cordialità
Redazione Informazione Corretta


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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