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Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
30.08.2015 Tramballi processa il governo Netanyahu
Oltre ogni ridicolo, la Pioggia24Ore

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 30 agosto 2015
Pagina: 1
Autore: Ugo Tramballi
Titolo: «I due volti di Israele»

Riprendiamo dal SOLE24ORE di oggi, 30/08/2015, a pag.1-7, con il titolo " I due volti di Israele", il commento di Ugo Tramballi".

Il pezzo di Tramballi non poteva iniziare con la solita tiritera anti-Israele, per cui il nostro ha pensato bene di spendere elogi sullo stand israeliano all'Expo milanese. Di elogi ne sono già arrivati moltissimi, uno in più non si noterà. E' dopo che il livore di Tramballi si manifesta, con la trovata dei "due volti" di Israele. E' vera l'importanza dell'economia, la ricerca, ma ciò che blocca tutto è il problema palestinese, finché Israele non l'avrà risolto, la PIOGGIA24ORE non si placherà, e continuerà a criticare anche l'opposizione di Netanyahu all'Iran nucleare. Chi si crede di essere Israele ? Non si rende conto di essere il solo paese al mondo che dice no ? Le righe finali contro i coloni non potevano mancare.
Alla PIOGGIA24ORE cambiano i direttori, ma l'ostilità verso Israele è sempre la stessa. Chissà chi detta la linea all'interno di Confindustria, dove, anche lì, cambiano i presidenti, ma l'attacco a Israele è sempre presente.


Ugo Tramballi

Ecco l'articolo:

Il padiglione israeliano è uno dei più belli e visitati dell'Expo. L'attrazione principale è il "giardino verticale", un muro di u metri per7o che rappresenta due caratteristiche del Paese: la sua geniale ingegneria agricola iniziata più di mezzo secolo fa con l'irrigazione a goccia, e la mancanza di spazio: poco più di 22mila chilometri quadrati. Metro più metro meno, quanto l'Emilia Romagna. C'è anche, all'Expo, una selezione dei vini d'Israele, da qualche millennio non solo terra del latte e del miele. I grandi produttori ma soprattutto le aziende "boutique" (da circa 8omila bottiglie l'anno) e le "garage wineries" (meno di iomila): un fenomeno d'innovazione, passione, piccola impresa e capacità di accedere al credito. Come le startup dell'hi-tech, molte delle quali nate anche loro nei garage di casa. Proporzionato alla sua popolazione, Israele ha il più alto numero di startup al mondo e attrae la maggiore quantità di "angels", i finanziatori. Questo miracolo di dinamismo e modernità, la cui capitale morale è quella che molti giovani israeliani chiamano "la repubblica di Tel Aviv", contrasta con la capitale reale, Gerusalemme. Oltre che per il "giardino verticale", Israele è famoso anche per un altro muro: quello di separazione in Cigiordania che ha drasticamente ridotto gli attacchi terroristici e contemporaneamente, lungo il suo percorso, rubato altra terra ai palestinesi. Tutti i Paesi hanno le loro contraddizioni. L'Italia organizza una magnifica esposizione universale dedicata al cibo e non ha ancora sradicato il fenomeno del caporalato, puro schiavismo agricolo. Ma in Israele c'è qualcosa di più stridente: mentre l'economia cresce e tutte le multinazionali dei semiconduttori hanno i loro centri di ricerca in questo Paese, le cronache quotidiane raccontano dell'ennesimo razzo lanciato da Hamas, sempre incerto se cercare una tregua o riprendere la sua guerra insensata, e la risposta dell'aviazione israeliana. L'epitome, il simbolo assoluto di questa dicotomia della quotidianità tra futuro e passato che si ostina a farsi presente («Israele contro ebrei», aveva sintetizzato Shimon Peres), è Bibi Netanyahu. In visita a Expo per magnificare lo sviluppo tecnologico del suo Paese, e contemporaneamente a fare lobbying contro l'accordo sul nucleare iraniano a favore del quale è tutto il mondo, ad eccezione d'Israele, dei repubblicani americani e dei conservatori iraniani. Con Renzi, ieri sera a Firenze, Bibi ha descritto una volta di più il catastrofico futuro che attende Israele, l'Italia e l'Occidente ora che, secondo lui, l'Iran avrà mano libera per promuovere il terrorismo. Ma ha anche parlato di mutue e reali opportunità economiche fra Israele e Italia. Bibi Netanyahu è stato un riformatore importante del sistema economico israeliano: anche se gli strumenti del suo successo li fornirono le grandi riforme di Shimon Peres; e da politico è il capo della tribù degli ebrei. Uno dei suoi ministri di estrema destra, quello dell'Agricoltura che Bibi non ha portato con sé , vuole costruire un'accademia militar-religiosa affinché i giovani coloni preghino e combattano con più fervore. È difficile immaginare se per Netanyahu sia più importante che Israele aumenti il numero di imprese quotate al Nasdaq o conquisti un'altra collina per un altro insediamento in Cisgiordania. Probabilmente entrambi, anche se molti le troveranno ambizioni incompatibili

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