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Rainews 24 Rassegna Stampa
13.07.2012 Olimpiadi: un minuto di silenzio, per dire che ciò che è accaduto nel 1972 non può più accadere
cronaca di Valeria Pannuti

Testata: Rainews 24
Data: 13 luglio 2012
Pagina: 1
Autore: Valeria Pannuti
Titolo: «Appello per ricordare le vittime di Monaco '72. Il rifiuto del Cio»

Riportiamo da RAINEWS24.IT l'articolo di Valeria Pannuti dal titolo "Appello per ricordare le vittime di Monaco '72. Il rifiuto del Cio".


Valeria Pannuti

Un minuto di silenzio, sessanta soli secondi  di raccoglimento, per ricordare gli unidici atleti israeliani uccisi a Monaco nelle Olimpiadi estive del 1972. E' quanto chiesto al Comitato Olimpico Internazionale per i Giochi 2012 a Londra dallo Stato di Israele, da diverse associazioni ebraiche e da tutte le  persone che vogliono commemorare la terribile strage che colpì la squadra israeliana quarant'anni fa. Tra questi anche una intensa lettera dell'ex atleta Pietro Mennea, che ha  inviato al Cio un appello personale.

Politici britannici, americani, australiani e di altri paesi del mondo, si sono uniti alle richiesta di Israele, che ha ricevuto però il rifiuto del comitato Olimpico, guidato da Jacques Rogge. 

Durante le Olimpiadi estive del '72, il  commando di terroristi palestinesi Settembre Nero, fece irruzione negli alloggi nel villaggio olimpico, uccidendo subito due atleti israeliani. Altri nove che, presi in ostaggio, persero la vita, assieme a un poliziotto tedesco e al commando di terroristi,  alla fine di un fallimentare  blitz della polizia tedesca.

 Un silenzio doveroso, quello che dovrebbe essere tributato alla squadra israeliana. Tanto più che, all'epoca, i Giochi andarono avanti, come se nulla fosse.

Una cerimonia commemorativa si tenne presso lo Stadio Olimpico. Non osservarono la disposizione di mettere le bandiere a mezz'asta l'Unione Sovietica e gli Stati Arabi, ad eslusione della Giordania. Da tutte le parti si chiese  però l'interruzione dei Giochi, ma l’allora presidente del CIO Avery Brundage  decise che le Olimpiadi non si sarebbero dovute fermare.

La foto  qui in alto mostra uno dei terroristi palestinesi, che si affaccia dal balcone del villaggio Olimpico dell'appartamento dove si trovavano gli atleti israeliani, prima di essere uccisi. 

Ankie Spitzer, la vedova di uno degli atleti uccisi, Andre Spitzer, ha lanciato una petizione on line, insieme a Ilana Romano, vedova di Yossef Romano per sostenere l'iniziativa di onorare la memoria degli atleti israeliani uccisi.  E ricorda che sono quarant'anni che le famiglie degli atleti uccisi chiedono  al Comitato  di ricordarli.

 Potete aderire alla petizione cliccando QUI

Un minuto di silenzio non parla nessuna lingua e non appartiene ad alcuna religione, dice Ankie Spitzer, che tiene a precisare di non avere obiettivi politici.

"Un minuto di silenzio, per dire chiaramente al mondo che ciò che è accaduto nel 1972 non può più accadere. Per favore, non lasciate che la storia si ripeta",  si legge nel testo della petizione sul web.

Sono quasi migliaia le firme raccolte dal sito. Aderire alla richiesta sarebbe tra l'altro un modo per non tradire  la dottrina dello spirito olimpico: "Per costruire un mondo pacifico e migliore, che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e correttezza". 

Il Comitato Olimpico Internazionale  ha deciso a metà maggio che in occasione dei prossimi Giochi Olimpici di Londra, il minuto di silenzio non ci sarà. Un "no" che il presidente del CIO Jacques Rogge ha motivato scrivendo che "Il Comitato Olimpico Internazionale ha commemorato ufficialmente gli atleti numerose volte", e ha aggiunto che la "memoria delle vittime della orribile strage di Monaco di Baviera nel 1972, non tramonterà mai all’interno della famiglia olimpica".

Giustificazioni deboli. Che nascondono l'imbarazzo del Comitato Olimpico nei confronti di paesi arabi che potrebbero non gradire l'iniziativa e la paura di azioni di boicottaggio. 

Il Comitato Olimpico Internazionale aveva già respinto precedenti richieste avanzate da Ankie Spitzer, vedova dell’allenatore di scherma Andrei Spitzer, e da Ilana Romano, vedova del sollevatore di pesi Yossef Romano. 

Il vice ministro degli esteri israeliano, Danny Ayalon, ha spiegato che i terroristi che hanno ucciso gli atleti israeliani hanno colpito i Giochi olimpici e la comunità internazionale. Dunque il rifiuto "è un modo per dire che quella tragedia è stata solo israeliana e non della famiglia di tutte le nazioni". Una delusione. Il vice ministro si augura che la decisione venga annullata.

Ayalon, ha messo sul web un video dal nome   "Solo un minuto"  il tempo chiesto per "fermarsi e ricordare", ha anche creato una pagina facebook  dedicata all'iniziativa, e creato un hashtag twitter #justoneminute. 

In Italia, dopo una iniziativa promossa dall’On. Fiamma Nirenstein, Vice Presidente della Commissione Esteri, 140  parlamentari italiani di tutti i gruppi politici hanno sottoscritto una lettera al Presidente del Comitato Olimpico Internazionale Jacques Rogge affinché, durante la cerimonia di apertura della XXX Edizione dei Giochi Olimpici di Londra, venga osservato il minuto di silenzio in memoria delle vittime del massacro di Monaco del 1972. "Il Parlamento Italiano - si legge  - con quello canadese, quello australiano e col Senato americano unisce la sua voce a quella delle vedove e delle molte organizzazioni che chiedono un momento di pietà nei confronti degli atleti uccisi e una ferma condanna del terrorismo". 

Anche Pietro Mennea indimenticabile medaglia d’oro nei 200 metri ai Giochi olimpici di Mosca del 1980, ha scritto una lettera al Comitato Olimpico Internazionale a proposito della commemorazione delle vittime della strage di Monaco.

"Quest’anno ricorrono i 40 anni dalla strage di Monaco (5 Settembre 1972) avvenuta durante i Giochi Olimpici e che ha comportato l’uccisione di 11 atleti israeliani, che come me e tanti altri, inseguivano un sogno e mai avrebbero pensato di poter rimanere coinvolti in un atto politico – terroristico a loro del tutto estraneo", scrive Mennea. Che sottolinea che già in passato  "non fu fatto abbastanza per onorare le giovani vite spezzate di quegli atleti israeliani".

"Ho sempre creduto e ancora oggi credo fermamente nell’importanza dei veri valori olimpici e in cui tutti e soprattutto i giovani dovrebbero credere e riconoscersi. Ritengo pertanto - si legge ancora nella lettera dell'ex atleta - che sarebbe importante che tutta la famiglia olimpica gli riconoscesse il giusto tributo anche solo con un minuto di silenzio, magari ricordando i loro nomi, nel corso dei prossimi Giochi Olimpici di Londra".

"Questo -spiega Mennea - non sarebbe un atto politico, ma anzi, un’iniziativa di grande civiltà umana e giuridica, e la dimostrazione di come lo sport deve e può superare ogni ostilità e contrapposizione". 

E anche lo scrittore e giornalista Michael Sfaradi, si è fatto promotore di una lettera aperta  agli atleti, allenatori e giudici della delegazione italiana alle XX olimpiadi Monaco 1972. In ricordo di: Moshe Weinberg, Yossef Romano,Yossef Gutfreund, David Berger, Mark Slavin, Yaakov Springer, Zeev Friedman, Amitzur Shapira, Eliezer Halfin, Kahat Shor e André Spitzer.

"Il rifiuto del Comitato Olimpico Internazionale" spiega, "oltre ad essere oltraggioso per la memoria delle vittime infanga ancora una volta tutti quegli ideali in cui certamente credete e che già allora furono violentati dalla furia omicida". 

Il 27 luglio si aprono a Londra i Giochi Olimpici. Si spera ancora che tutti questi appelli non cadano nel silenzio. Aderire alle richieste, e dire sì al minuto di silenzio, da parte del Comitato Olimpico sarebbe un'occasione per riconoscere parzialmente gli errori del passato, e offrire un tributo umanità e di civilità.  Un modo per il Comitato Olimpico di non trovarsi assegnata la prima medaglia dei Giochi: quella dell'indifferenza.

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