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Avvenire Rassegna Stampa
31.01.2015 La disinformazione di Avvenire, il quotidiano dei vescovi
Questa volta ci sono i Territori

Testata: Avvenire
Data: 31 gennaio 2015
Pagina: 13
Autore: B.U.
Titolo: «Israele. Nei Territori 450 nuove case»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 31/01/2015, a pag.13, con il titolo "Israele. Nei Territori 450 nuove case"  a firma B.U.

Il quotidiano dei vescovi italiani è sempre solerte nel riportare la versione araba dei fatti che riguardano i cosiddetti 'Territori'. Mai una volta che ricordi che non esite nessun confine, sottoscritto e riconosciuto a livello internazionale, fra Israele e quelli che fino al 1967 erano territori appartenenti alla Giordania. Che poi li dismise, dando così origine alla questione palestinese che si trascina ancora oggi. Il pezzo è anche pieno di errori grossolani:
1) una parola, 'Arba', che vuol dire quattro in ebraico, diventa 'araba', rivelando il retropensiero del cronista B.U, che firma il pezzo
2) Gilo non è un 'rione ebraico' - che vorrà poi dire- ma un quartiere di Gerusalemme 
Che Peace Now affermi che le nuove costruzioni fanno parte della campagna elettorale, questo rientra nella politica di questa organizzazione, finanziata da istituzioni internazionali, tra le quali quella dell'ex presidente Usa Carter, noto per il suo attivismo anti-Israele. Un Paese dove esiste la libertà di opinione e di associazione, ma la cosa viene ignorata dal quotidiano cattolico, nella sua opera sistematica di diffamazione dello Stato ebraico. 
Chissà se vedremo mai le opinioni divergenti da quelle arabe citate sul quotidiano cattolico ?

Ecco l'articolo:

A poco più di un mese dalle elezioni anticipate del 17 marzo, e nonostante le severe condanne della comunità internazionale riguardo agli insediamenti ebraici in Cisgiordania, Israele ieri ha riproposto annunci di appalto per la costruzione di 450 case nelle colonie. Metà degli appalti, ha fatto sapere l'organizzazione Peace Now, sono oltre la Barriera di separazione. Riguardano gli insediamenti di Kiryat Araba (102 alloggi), Adam (114), Elkana (156), Alfei Menashe (78). Includono anche Maaleh Adumim ed Emmanuel, dove saranno costruiti un albergo e uffici. Separatamente, aggiunge sempre Peace Now, nel rione ebraico di Ghilo (Gerusalemme Est) sono in fase iniziale di progettazione altri 93 alloggi. «Si tratta - ha affermato Peace Now - di una mossa pre-elettorale». E, in riferimento alle polemiche sulla visita di Netanyahu al Congresso americano a inizio marzo - il premier ha accettato l'invito del presidente della Camera, il repubblicano John Boehner, che però non aveva avvertito Obama, tanto che il presidente ha deciso di non ricevere Netanyahu perché «inappropriato» alla vigilia delle elezioni israeliane - Peace Now ha sottolineato che «dopo aver imbarazzato l'Amministrazione Obama con l'invito al Congresso, il premier Benjamin Netanyahu dà adesso un altro schiaffo in faccia agli americani, e mostra che Israele non ha rispetto verso il suo più stretto alleato». Usa e Ue hanno subito condannato l'iniziativa israeliana. La leadership palestinese ha denunciato l'annuncio di bando definendolo un «crimine di guerra». Un «crimine di guerra - ha detto Wasel Abu Yusef, uno dei responsabili dell'Olp - che spingerà la Corte penale internazionale (Cpi) ad aprire un'inchiesta sulla questione delle colonie». Dai primo aprile lo "Stato di Palestina" aderirà alla Cpi - che ha accettato la richiesta di ingresso formulata dal presidente Abu Mazen all'inizio di gennaio - e da questa data potrà depositare le denunce palestinesi per «crimini di guerra» contro lo Stato di Israele. (B.U.) 

Per inviare ad Avvenire la propria opinione, telefonare: 02/67801, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@avvenire.it

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