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Malala e Aung San Su Kyi 10/09/2017

Gen.le Ic, apprendo con sconcerto che Malala, la miracolata (in tutti i sensi), si permette di criticare una donna che con il suo esempio e la sua intera vita ha dimostrato cosa bisogna fare per combattere le dittature e sconfiggerle. Ora che questa miracolata, il cui più grande merito è essere sopravvissuta ad un attentato vile e miserabile dei suoi correligionari, si permetta di dare lezioni ad Aung San Suu Kyi è a dir poco ridicolo. La predetta Malala quante parole ha speso per la sua concittadina Asia Bibi, o per Salman Taseer, governatore del Punjab, o per il ministro cristiano Shahbaz Bhatti? Quanto ha combattuto per l'abrogazione dell'infame legge sulla blasfemia, per la fine delle feroci persecuzioni contro i cristiani pakistani volenterosamente poste in atto da governo e semplici cittadini? La premio Nobel ha mai condannato le violenze dei Rohingya?

cordiali saluti

Paola Gatti

Gentile Paola,

Malala la miracolata è stata un grande affare mediatico e un grande insulto a milioni di altre ragazzine che riescono a sopravvivere a soprusi e violenze per poi essere capaci di rifarsi una vita studiando e lavorando. Malala ha avuto dalla sua il momento storico giusto in cui tutti cercavano di trovare un esempio positivo nel caos provocato dai talebani e non se la sono fatta scappare. Le hanno fatto dire le parole magiche " Voglio studiare" e da quel momento è partita la sua fortuna. Ha ricevuto premi Nobel e Premio Sacharof, un bel gruzzolo per poter vivere di rendita tutta la vita pavoneggiandosi come eroina pakistana. Forse non è del tutto colpa sua, è stata talmente pompata che crede davvero di esserlo e di poter dare consigli a Aung San Su Kyi.
La storia, quella vera, farà giustizia.

Un cordiale Shalom


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