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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il caso Azaria 14/02/2017

Io difendo il Sergente Azaria. Ho lungamente riflettuto prima di scrivere questa mia lettera, anche se purtroppo sono convinto che non servirà a nulla per far ragionare le teste di legno dure a morire e che non vanno al di là del proprio naso. Hanno mai provato lorsignori a mettersi nei panni di un povero soldato in zona di guerra, dove gli occorrono occhi di linci per difendersi dagli attacchi di quei maledetti porci terroristi assassini nazi-fascisti che D:o li stramaledica tutti?! So io cosa vuol dire avere a che fare con quella gentaglia. Va bene, avrà sbagliato, avrà “violato” una norma del codice militare. Ma la tensione nervosa è quella, o coi lilleri o coi lalleri, alla fin della fiera il povero “pantalone” (in questo caso il Sergente) deve pagare per tutti. È troppo comodo, signori giudici, giudicare dai vostri scranni senza rendersi conto che probabilmente – dico probabilmente, ma sono sicuro che poteva essere quasi certamente, anche senza quasi – il “ferito” era pur sempre in grado di imbracciare un fucile e mirare contro il Sergente o chi per lui!!!!! Scusatemi lo sfogo: se sono ridotto cosí io, qui a Milano, seduto al computer, posso bene immaginare come lo potete essere Voi in prima linea davanti al fuoco nemico. Se proprio vogliono punire il Sergente Azaria, gli diano qualche giorno di consegna (non piú di tre), ma NON lo rinchiudano! E se fossi nei panni del Presidente Netanyahu, gli conferirei la Medaglia d’Oro al Valor Militare con encomio solenne. Shalom.

Mario Salvatore Manca di Villahermosa

Gentile Mario, Personalmente la penso come lei ma i giudici hanno emesso la sentenza secondo la legge militare di Zahal che vieta di sparare su chi è a terra ferito. Il nostro soldato ha visto che il terrorista si muoveva e temendo avesse addosso una bomba come spesso capita lo ha freddato. Bisognerebbe capire lo stress cui sono sottoposti i nostri soldati che devono avere mille occhi per non morire e sono tutti ragazzi impegnati per tre lunghi anni nella difesa del proprio paese e delle proprie famiglie. Anni fa, In una scuola italiana uno studentello pacifista chiese a un ragazzino israeliano quindicenne "Perchè farai il soldato?" La sua risposta è stata "Per difendere casa". E per casa intendeva Israele. Questo è quello che ha fatto il sergente Azaria, ha creduto, nella confusione del momento, di difendere casa e i suoi amici dall'infido terrorismo palestinista. Speriamo tutti che i giudici pensino a questo quando dovranno emettere la condanna. Un cordiale Shalom


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