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Perché sì al referendum: dalla parte del riformismo 28/11/2016

Scusi, Volli, di solito la seguo, ma in questo suo scritto non c'è nessuna considerazione sul merito del referendum, ma solo la preferenza per la dittatura di Renzie rispetto a una ipotetica dittatura di Grillo. Il male minore non è una scelta eticamente accettabile. Con il NO si allontana l'autoritarismo senza se e ma.

Roberto De Miro d'Ajeta

Gentile lettore, lei ha tutto il diritto di dissentire, naturalmente, dalle mie opinioni. Ma non può dirmi che non ho parlato del referendum. Delle 2051 parole della mia cartolina, 154 erano l'introduzione, 739 esaminavano la riforma costituzionale nel merito, 1015 di analisi politica e 138 di conclusione. Insomma, all'articolato della riforma era dedicato più di un terzo dello spazio. Lo stesso devo dirle rispetto alle sue paure. Io ho motivato la ragione per cui una prevalenza dei 5 stelle è pericolosa: il terzomondismo, l'ideologia luddista, la struttura proprietaria del movimento. Lei mi parla di dittatura di un tale "Renzie" (che immagino sia una deformazione del nome di Renzi, secondo un modo goliardico di fare polemica politica coi soprannomi, tipico proprio dei grillini, su cui mi permetto di esprimere il più completo dissenso). Ma scusi, dove sta questa dittatura? Questo "autoritarismo senza se e senza ma"? Se ci fosse un frammento di dittatura, lei certo non potrebbe scrivermi una lettera del genere. Provi a pensare la fine che farebbe in Turchia chi deformasse il nome di Erdogan come fa lei. O se desse a Putin del dittatore? Anche in Italia, io sono abbastanza vecchio per ricordarmi di Tambroni. Andare in piazza allora significava rischiare di essere ammazzato. Vede qualcosa del genere, lei? E perché allora, se è così autoritario, Renzi rischia, come tutti sanno, di perdere questo referendum?

Semmai viviamo in una situazione complessivamente anarchica, in cui anche i parlamentari del Pd fanno di testa loro, senza chiedere il permesso a nessuno. Provi a pensarci e vedrà di essere vittima di una propaganda spudorata, che descrive il bello come brutto e il brutto come bello, alla maniera delle streghe del Macbeth. La propaganda per il no applica esattamente il modello di comunicazione per cui se ripeti mille volte una bugia, essa diventa verità per chi l'ascolta. Ma bisognerebbe imparare a essere un po' critici, verificare i fatti, capire se i media non stanno contandocela su. Questa è la missione di Informazione Corretta, e questo cerco di fare io anche in questo caso. Non c'è nessun autoritarismo e nessuna dittatura. C'è uno scontro politico fra chi vuole la continuazione dell'esperienza riformista del centrosinistra e chi, a destra, a sinistra, nel qualunquismo grillino, vuole rovesciarla a tutti i costi. Io sto dalla parte del riformismo.

Ugo Volli


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